11 Mar, 2024 - 17:22

Legge Basaglia, che cos'è e cosa dice: il riassunto

Legge Basaglia, che cos'è e cosa dice: il riassunto

Che cos’è la Legge Basaglia, qual è la sua storia e a quali cambiamenti ha portato: il riassunto. Oggi se ne torna a parlare perché Poste Italiane, nella giornata di lunedì 11 marzo 2024, ha fatto sapere che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un francobollo commemorativo di Franco Basaglia nel centenario della sua nascita. Il valore è di 1,25 euro. C'è un bozzetto a cura di Emanuela L'Abate.

Che cos’è la Legge Basaglia: il riassunto

La Legge Basaglia ha preso il nome da Franco Basaglia, noto psichiatra e neurologo italiano che ha vissuto e lavorato nello scorso secolo. Nato a Venezia l'11 marzo 1924, il dottore è stato, senza dubbio, uno dei personaggi più importanti degli ultimi anni in ambito psichiatrico (e non solo).

Ancora oggi Basaglia è un punto di riferimento per quanto riguarda lo studio, la diagnosi e la cura di malattie legate alla salute mentale.

Grazie alla sua esperienza come direttore di ospedali psichiatrici (prima a Gorizia e poi a Trieste), in Italia Basaglia si fece promotore di profondi cambiamenti. Il medico fu tra i primi che misero in luce le terribili condizioni in cui versano gli internati di tali strutture. Diede centralità ed importanza alle loro necessità e ai loro bisogni.

Riuscì poi, anche grande all’aiuto di colleghi ed altri esperti del settore, a dare un significativo impulso per l’approvazione della legge n. 180. La Legge Basaglia, appunto. Il Parlamento la votò il 13 maggio del 1978. Ma che cosa dice esattamente tale disposizione?

In primo luogo, si tratta di una legge italiana che riguarda gli accertamenti e i trattamenti sanitari, sia quelli volontari, sia quelli obbligatori. A promuoverla fu appunto lo psichiatra Franco Basaglia. L’estensore materiale poi fu il politico democristiano Bruno Orsini.

La Legge Basaglia, nella pratica, ha imposto la chiusura definitiva dei manicomi in Italia. Inoltre ha regolamentato il trattamento sanitario obbligatorio, oggi noto come Tso, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici.

Prima della riforma Basaglia, gli istituti e gli ospedali psichiatrici venivano utilizzati anche come luoghi di contenimento sociale in cui l’intervento terapeutico e la cura delle malattie si scontravano spesso con problemi, limitazioni, disservizi e anche tabù e pregiudizi delle persone.

Vi erano poi, di fatto, poche forme di supporto territoriale. La psicoterapia inoltre, in generale, non era particolarmente diffusa nei servizi pubblici.

Grazie a tale nuova legge, cambiò totalmente il rapporto tra medici, infermieri, professionisti sanitari e pazienti. Questi ultimi vennero posti al centro. Furono maggiormente riconosciuti i loro diritti che spesso e volentieri, prima di quel momento, venivano calpestati.

Con la legge 180/1978 le Regioni furono portate a legiferare in maniera eterogenea tra di loro, in base a quelle che erano le esigenze del territorio.

Perché è importante la legge?

Lo scopo di Franco Basaglia era sicuramente quello di contrastare l’emarginazione a cui erano soggetti i pazienti con problemi mentali. Lo psichiatra voleva favorire la loro inclusione nella società e nella vita pubblica quotidiana.

Il medico lavorò duramente per dimostrare a tutti, colleghi e non, che i malati psichiatrici non dovevano essere visti come reietti o persone cattive. Riuscì ad imporre una visione nuova e diversa, in contrasto con la medicina tradizionale del XX secolo.

Franco Basaglia diede, finalmente, con il suo lavoro e la sua attività di sensibilizzazione, dignità alle persone con problemi mentali. Esattamente come venivano curati coloro che avevano patologie fisiche, lo stesso doveva valere per loro. Lo psichiatra mise, insomma, tutti sullo stesso piano, senza fare più distinzioni di alcun tipo.

La Legge Basaglia, firmata due anni prima della morte del dottore (avvenuta nel 1980), non solo impose la chiusura dei manicomi, ma anche regolamentò il Tso e soprattutto rimise al centro una fetta di popolazione che, fino ad allora, era rimasta ai margini e guardata con disprezzo.

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Giorgia Belfiore
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