Le elezioni europee previste per il 9 giugno 2024 rappresentano un appuntamento fondamentale per la Germania e, per estensione, per l'intera Unione Europea. In un contesto caratterizzato da sfide economiche e politiche significative, l'esito del voto potrebbe rivelarsi determinante non solo per la futura composizione del Parlamento europeo, ma anche per la direzione politica dell'UE nei prossimi anni.
La Germania, spesso descritta come la "locomotiva d'Europa", si trova ad affrontare uno dei momenti più critici della sua recente storia economica. Dopo essere entrata in recessione nel 2023, i primi mesi del 2024 hanno segnalato ulteriori difficoltà, con dati preoccupanti riguardanti la produzione industriale e l'export. Questa situazione ha messo sotto pressione il governo di Olaf Scholz, sostenuto da una coalizione tra Socialdemocratici, Verdi e Liberali, sollevando interrogativi sulla capacità dell'attuale esecutivo di gestire efficacemente la crisi.
L'appuntamento elettorale del 9 giugno vedrà i cittadini tedeschi chiamati a eleggere 96 eurodeputati, il maggiore contingente all'interno dell'UE, attraverso un sistema proporzionale che prevede una soglia di sbarramento estremamente bassa, fissata allo 0,5%. Questa caratteristica ha permesso in passato anche a partiti minori di ottenere rappresentanza all'Europarlamento, favorendo una pluralità di voci e opinioni.
La scena politica tedesca è attualmente segnata da una profonda volatilità, con l'emergere di nuovi partiti e la riorganizzazione delle forze tradizionali. La crisi economica ha particolarmente influito sulle dinamiche interne ai partiti, spingendo verso nuove formazioni e scissioni, come nel caso di BSW, nato da una costola di Linke e guidato da Sahra Wagenknecht. L'ascesa dei partiti di opposizione, incluso l'estremo destra di AfD, suggerisce un crescente malcontento verso l'attuale coalizione al governo.
Considerando l'importante peso politico della Germania nell'UE, le elezioni del 9 giugno avranno probabilmente un impatto significativo sulla composizione del futuro Parlamento europeo e sulla formazione della nuova maggioranza responsabile dell'elezione del presidente della Commissione europea. L'eventuale successo delle forze di opposizione potrebbe non solo modificare l'equilibrio politico interno alla Germania, ma anche influenzare le future politiche e direzioni dell'Unione Europea.
Gli ultimi sondaggi politici evidenziano una situazione di crescente difficoltà per i partiti di governo in Germania, in particolare per il SPD, che sembra navigare in acque turbolente con una netta flessione nei consensi. Questa tendenza al ribasso è confermata anche per gli altri partiti della coalizione, inclusi i Liberali e i Verdi, delineando un quadro di incertezza per l'attuale maggioranza.
Parallelamente, si assiste a un rafforzamento del blocco CDU/CSU, che sembra riconquistare una parte del suo tradizionale elettorato, ritornando ai livelli di consenso del 2019. Anche l'Alternative für Deutschland (AfD) registra una crescita significativa, posizionandosi come una delle forze politiche più influenti in vista del prossimo appuntamento elettorale.
Secondo il sondaggio Insa effettuato a cavallo tra marzo e aprile, la CDU, insieme alla CSU, mostra un recupero notevole, attestandosi intorno al 30% delle preferenze (nessuna variazione rispetto al sondaggio Ipsos di febbraio), un dato che riporta il partito ai livelli di successo precedenti e suggerisce una possibile leadership nel prossimo Parlamento europeo. Al contrario, il SPD evidenzia una marcata perdita di terreno, con un calo che lo posiziona al 15%, un risultato che pone seri interrogativi sulla sua capacità di mantenere un ruolo centrale nello scacchiere politico tedesco e europeo.
Il fenomeno più rilevante, tuttavia, è l'ascesa dell'ultradestra, rappresentata da AfD, che si conferma come uno dei partiti con il maggior tasso di crescita, raggiungendo il 19,5% delle preferenze (+1,5%). Questo risultato non solo riflette una tendenza nazionale ma si inserisce in un contesto europeo più ampio, dove partiti di estrema destra guadagnano terreno in diversi Paesi membri, a scapito di altri. In Germania, a farne le spese, sarebbe proprio la Linke di Sarha Wagenknecht, con stime di voto fissate al 3,5%, ovvero meno mezzo punto percentuale rispetto alla rilevazione Ipsos di febbraio.