Pensione anticipata per invalidità: dai 51 ai 56 anni. Molti lavoratori a cui la Commissione medica ASL-INPS ha certificato una riduzione della capacità lavorativa possono accedere a diverse prestazioni assistenziali, tra cui la pensione anticipata di vecchiaia per invalidi. Ecco come funziona.
Alcuni lavoratori invalidi possono richiedere l'accesso alla pensione di vecchiaia anticipata. Si tratta della possibilità di ottenere una rendita mensile erogata dall'INPS al raggiungimento dei 51 anni per gli uomini e dei 56 anni per le donne.
Rispetto alla legge Fornero, la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi prevede requisiti agevolati, che includono:
Secondo il Decreto Legislativo n. 503/1992, meglio conosciuto come decreto Amato, la pensione di vecchiaia anticipata è riconosciuta a 61 anni per gli uomini e 51 anni per le donne ai lavoratori o lavoratrici con una invalidità pari all'80%, a condizione che abbiano maturato almeno 20 anni di contributi.
Possono accedere al trattamento agevolato i lavoratori iscritti all'Assicurazione generale obbligatoria e alle forme di previdenza sostitutive.
I non vedenti possono richiedere l'accesso alla pensione anticipata al compimento di 56 anni per gli uomini e 51 anni per le donne.
È comprensibile che, per i lavoratori fragili, attendere i 67 anni per la pensione di vecchiaia possa risultare eccessivamente gravoso. Per questo motivo, sono previste diverse misure di tutela che consentono loro di accedere anticipatamente al pensionamento.
La Legge Amato, approvata il 30 dicembre 1992, prevede l'applicazione di requisiti ridotti per la pensione di vecchiaia. Per questo motivo, alcune categorie di lavoratori possono accedere a delle salvaguardie per andare in pensione con i requisiti pre-legge Fornero.
Come riportato da pmi.it, l'accumulo contributivo viene ridotto a 15 anni per i lavoratori che rientrano in una delle tre deroghe della Legge Amato e soddisfano i seguenti requisiti:
È importante sottolineare che l'INPS ammette le domande di pensione anticipata per coloro a cui è stato riconosciuto lo stato di invalidità e lo stato di portatore di handicap all'80%.
In presenza di altri certificati di disabilità prodotti da altre istituzioni, come enti statali o locali, l'INPS li considera sulla base delle disposizioni normative per l'invalidità e la pensione, contenute nella Legge 222/1984.
Tale legge stabilisce i criteri specifici per determinare il grado di ridotta capacità lavorativa di almeno un terzo del tempo. Pertanto, tale certificato rappresenta un documento supplementare alla valutazione della percentuale di disabilità.
A tal proposito, si richiama la sentenza della Corte d'Appello di Torino, numero 467/2020, nella quale vengono fissati i criteri per ottenere la pensione anticipata per invalidità, secondo le disposizioni normative dettate dalla legge 118/71.
Pertanto, secondo la legge, la pensione anticipata per invalidità può essere riconosciuta a coloro che hanno un'invalidità accertata all'80%, a prescindere dalla capacità lavorativa o dal reddito prodotto.
Per accedere alla pensione di invalidità anticipata, è necessario prendere in considerazione anche una finestra mobile di 12 mesi.
L'importo dell'assegno pensionistico viene calcolato utilizzando i metodi ordinari impiegati dall'INPS per il calcolo delle pensioni di vecchiaia, che possono essere il metodo retributivo, contributivo o misto.
Non sono previste penalizzazioni sull'importo dell'assegno pensionistico per la pensione di invalidità anticipata.