Oggi, 28 maggio 2024, a cinquant'anni di distanza, si commemorano le vittime della strage di piazza della Loggia, uno degli attentati terroristici più sanguinosi della storia repubblicana. Per questo, nel capoluogo lombardo, si è recato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ricordando le otto persone che rimasero uccise e i 102 feriti, il Capo dello Stato ha avuto modo di dire che "oggi, la Repubblica italiana è Brescia, è Piazza della Loggia".
Strage di piazza della Loggia, Mattarella a Brescia alla commemorazione delle vittime dell'attentato
Ma cosa ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenuto alla cerimonia per il cinquantesimo anniversario della strage di piazza della Loggia? Dopo aver rivisto un filmato con i momenti concitati di quel tragico giorno, il Capo dello Stato ha dichiarato:
"Le immagini che abbiamo visto ci hanno ricondotto a quei momenti oscuri e tristi, ci hanno fatto rivivere lo sbigottimento, il dolore, il terrore che attraversarono l’intera Italia per quella strage. Il boato dell’esplosione, il fumo, il sangue, le sirene delle ambulanze, la concitazione dei primi soccorsi, le urla e il pianto dei feriti, il lutto e la sofferenza indicibile dei familiari. Uno scenario raccapricciante e perenne per chi ed erano molti ne fu diretto spettatore".
Mattarella ha sottolineato anche che:
"Tutti gli italiani che, nel 1974, erano cittadini consapevoli ricordano, in maniera indelebile, quella orribile giornata, a partire dalle prime, incerte notizie della mattina. Fino alla drammatica conferma, alla diffusione dei particolari e alla straziante contabilità delle vittime. Quante vite interrotte da quel gesto infame! Quanti sogni, quanti progetti per il futuro sottratto, quante speranze, quanti legami di affetti spezzati"
L'incontro di Mattarella con i familiari delle vittime
Mattarella, recandosi a Brescia, ha avuto anche la possibilità di incontrare i familiari delle vittime dell'attentato che scosse l'Italia il 28 maggio 1974:
"Ho appena incontrato i familiari di coloro cui fu tolta la vita. Alcuni di coloro che persero un figlio, un genitore, un coniuge, oggi non ci sono più. Desidero quest’oggi ricordare anche il loro dolore, la compostezza, la forza d’animo, la sete di verità che esprimevano e che permangono tra noi, nonostante gli anni trascorsi. I familiari delle vittime, con la loro associazione, continuano l’opera di custodire e promuovere la memoria. E continuano a battersi per ottenere giustizia, con coraggio e determinazione. Li ringrazio per questo impegno, esercitato tra mille ostacoli e fatiche, che ha dato un decisivo impulso alle inchieste e alla ricerca della verità".
Ma perché ci fu quella strage che di fatto inaugurò i cosiddetti anni di piombo? Questa la risposta di Mattarella:
"L’obiettivo di quel turpe attentato era un messaggio e un tentativo di destabilizzazione ai danni della Repubblica Italiana e delle sue istituzioni democratiche. Segnali cupi e minacciosi si addensavano sulla nostra giovane Repubblica, generando inquietanti interrogativi: chi c’è dietro l’attentato? Cosa succederà ora? Reggeranno le istituzioni, lo Stato, la democrazia? Superato lo sconvolgimento iniziale, la risposta di Brescia all’intimidazione stragista fu netta, compatta, determinata. E rappresentò un esempio per tutto il Paese, attraversato in quegli anni da grandi speranze e idealità, ma anche da ciò che vi si opponeva: spinte eversive, tensioni violente e strategie destabilizzanti, talvolta con la complicità occulta e spregevole di uomini che violavano i doveri di fedeltà alla Repubblica".