15 Jul, 2024 - 10:00

Codice condotta dei lavoratori: cos’è e quando è obbligatorio

Codice condotta dei lavoratori: cos’è e quando è obbligatorio

Il codice di condotta dei lavoratori è un insieme di linee guida che regolano il comportamento etico e professionale dei dipendenti.

Ultimamente molte aziende si stanno dotando di regole di condotta e di comportamento. Ma di cosa si tratta? Non è altro che un documento con all’interno una serie di regole da rispettare nel contesto lavorativo aziendale.

Viene utilizzato con l’obiettivo di ricordare quali sono i diritti e i doveri fondamentali in azienda e anche lo stesso scopo per cui è stata creata l’azienda.

Non ci sono vincoli o obblighi, ai fini di legge, per il rispetto del codice di condotta dei lavoratori. Tuttavia, in caso di mancato rispetto l’azienda potrebbe prevedere sanzioni.

Cos’è il codice di condotta dei lavoratori

Il codice di condotta dei lavoratori è un documento contenente una serie di regole morali e sociali da rispettare in azienda.

Più che altro si tratta di linee guida che regolano il comportamento dei lavoratori, sia da un punto di vista etico che da un punto di vista professionale. Può essere applicato a tutti i livelli e copre diverse tematiche importanti: il rispetto delle leggi, la tutela delle informazioni riservate, la promozione dell’inclusione e della diversità.

Il codice è molto importante come prevenzione di possibili comportamenti inappropriati, anche con il fine di proteggere l’azienda da rischi legali.

Quando è obbligatorio il codice di condotta dei lavoratori

Dotarsi di un codice di condotta dei lavoratori non è un adempimento obbligatorio per legge, quanto più una pratica molto utile per le aziende.

Per prevenire qualsivoglia problema, soprattutto derivanti da possibili lacune presenti nei contratti collettivi di lavoro, molte aziende hanno iniziato a redigere codici di condotta.

Quindi, il codice non deve essere presente in un contesto aziendale per legge, ma è molto importante per:

  • Tutelare la dignità dei lavoratori;
  • Favorire un clima sereno sul posto di lavoro.

Quasi sempre, i contratti collettivi nazionali di lavoro disciplinano solo ed esclusivamente gli aspetti della vita aziendale. Valori e comportanti etici e sociali finiscono nel dimenticatoio. In una struttura aziendale, però, aspetti simili sono importanti tanti quanto gli altri.

Bisogna considerare che i lavoratori sono tutti diversi: provengono da realtà e culture differenti, hanno idee diverse. Non necessariamente, ma alcune volte potrebbero avere disguidi o non andare d’accordo su qualcosa, con il risultato di causare danni a se stessi e anche all’azienda.

Proprio per prevenire simili situazioni, come abbiamo detto, è nato il codice di condotta: anche se si tratta di una scelta facoltativa.

Come si redige

Il codice di condotta regola alcuni aspetti, a partire dai valori fino alla missione aziendale. Di norma, il codice di condotta dei lavoratori è suddiviso in tre macro sezioni. Nella prima parte è presente il regolamento nazionale, nella seconda ci sono le regole etiche e sociali e nella terza le modalità di comunicazione.

Nella prima parte, molto importante, sono contenute le regole e le normative nazionali applicabili al settore di riferimento:

  • Statuto dei lavoratori;
  • Codice civile;
  • Ccnl.

La seconda parte è formata dalle linee guida sui comportamenti da tenere in azienda, con le conseguenti implicazioni in caso di inadempienza.

Nell’ultima sezione, infine, sono presenti le modalità di comunicazione dei contenuti presenti all’interno del documento aziendale.

Alla luce di ciò, il documento si redige effettuando, prima di tutto, un’attenta analisi della struttura aziendale per poi definire quali regole devono essere rispettate.

Solo successivamente, si stabiliranno le sanzioni per chi non rispetta le regole all’interno del contesto aziendale. In ultima istanza, si procederà alla comunicazione delle regole ai diretti interessati, ma anche principali destinatari: i lavoratori dipendenti.

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Sara Bellanza
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