Il processo di traslazione della cessione del quinto dallo stipendio alla pensione è stato oggetto di recenti modifiche introdotte dall'INPS, con l’obiettivo di ottimizzare e uniformare la gestione di queste operazioni. La nuova procedura "Quote Quinto", recentemente reingegnerizzata, rappresenta un passo significativo verso una gestione più efficiente e integrata dei piani di ammortamento relativi alle cessioni del quinto.
La cessione del quinto dello stipendio è un meccanismo finanziario che consente ai lavoratori di ottenere un prestito, rimborsabile attraverso trattenute mensili sullo stipendio fino a un quinto del loro ammontare. Tuttavia, nel caso in cui il lavoratore cessi il rapporto di lavoro prima dell'estinzione del debito, l'articolo 43 del D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180, prevede la traslazione automatica della cessione sulla pensione o su un altro assegno continuativo equivalente. Questo automatismo garantisce la continuità del rimborso del prestito anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro.
Con l’entrata in vigore delle modifiche introdotte dal decreto legislativo n. 169 del 19 settembre 2012, l’applicabilità di questa traslazione è stata estesa anche ai lavoratori del settore privato, rendendo il processo universale per tutti i lavoratori dipendenti.
L’INPS ha recentemente completato un progetto di reingegnerizzazione della procedura "Quote Quinto", finalizzato a uniformare la gestione delle cessioni del quinto sia per i lavoratori in servizio che per i pensionati. Questo aggiornamento ha portato alla dismissione del vecchio sistema "Cessione Quinto da Stipendio - Gestione Privata" e al trasferimento dei piani di ammortamento attivi o sospesi nella nuova procedura.
Questa riforma è stata progettata per garantire una gestione più fluida e integrata dei piani di ammortamento, consentendo una maggiore efficienza operativa e riducendo il rischio di errori amministrativi. La nuova procedura gestisce in maniera unificata le cessioni stipendiali traslate su pensione, allineandosi con le operazioni di cessione del quinto della pensione già esistenti.
La nuova procedura "Quote Quinto" si applica a tutte le traslazioni di cessioni del quinto relative alle pensioni della Gestione Integrata dell’INPS, che include anche le pensioni della Gestione Pubblica ed ex INPGI, purché liquidate con i sistemi della Gestione Privata. Tuttavia, sono escluse dalla nuova procedura le traslazioni relative alle pensioni della Gestione Pubblica liquidate con sistemi proprietari, come "SIN" o "GPP". In questi casi, le Strutture INPS territoriali continuano a gestire le cessioni tramite il vecchio sistema, garantendo comunque il trasferimento sistematico dei piani nella nuova procedura per la gestione continuativa dell’ammortamento.
Un aspetto centrale della riforma riguarda le modalità di notifica delle traslazioni stipendi-pensione. Le banche e gli intermediari finanziari che aderiscono alla convenzione con l’INPS sono ora obbligati a utilizzare esclusivamente la procedura telematica per notificare la traslazione di cessioni stipendiali su pensione. Questo processo avviene attraverso i servizi "Web Service" e "Web Application" messi a disposizione dall’Istituto, superando definitivamente l’uso della posta elettronica certificata (PEC).
Per le pensioni della Gestione Pubblica, liquidate con sistemi proprietari, rimane invece in vigore la notifica via PEC, con il conseguente inserimento manuale dei dati a sistema da parte delle Strutture INPS competenti.
Nel contesto della nuova procedura, le banche e gli intermediari finanziari sono tenuti a inserire una serie di dati essenziali direttamente nel sistema, tra cui:
Una volta completata la notifica telematica, i piani di ammortamento sono visibili alle Strutture INPS territoriali, che procedono all’istruttoria e alla validazione o respinta del piano.
Per le pensioni della Gestione Pubblica incluse nella Gestione Integrata, è responsabilità delle Strutture INPS competenti comunicare tempestivamente alle banche/intermediari finanziari i dati relativi al debito residuo acquisito dal datore di lavoro. Questo garantisce che la notifica telematica contenga informazioni complete e accurate, fondamentali per il corretto recupero del debito.
Un altro aspetto critico è la verifica della presenza di eventuali cessioni del quinto da stipendio notificate dal datore di lavoro e non ancora traslate su pensione. Questo controllo è fondamentale per evitare duplicazioni e garantire che tutte le cessioni siano gestite correttamente nel passaggio dal rapporto di lavoro alla pensione. Le Strutture INPS sono responsabili della validazione finale di queste cessioni, scegliendo lo stato di "validato" o "proposto" in attesa di ulteriori verifiche.
Il processo di traslazione della cessione del quinto dallo stipendio alla pensione inizia con una istruttoria dettagliata. La traslazione è consentita solo quando il debitore ha cessato il servizio lavorativo e ha iniziato a percepire una pensione in sostituzione dello stipendio.
In casi particolari, come la cessazione del servizio senza diritto alla pensione, ma con la titolarità di una pensione ai superstiti, è possibile traslare il debito residuo su quest'ultima, a condizione che non sia già gravata da un’altra cessione del quinto. Tuttavia, sono esclusi dalla traslazione i debiti derivanti da delegazioni di pagamento o da cessioni di stipendio che siano stati trasferiti a società di assicurazioni. Inoltre, non è possibile traslare contratti di cessione il cui piano di ammortamento sia scaduto prima della notifica del residuo debito all’INPS.
Per garantire la corretta applicazione della traslazione, il sistema INPS utilizza un nuovo campo denominato data scadenza piano da contratto, che permette di monitorare con precisione le scadenze dei piani di ammortamento.
Una volta validato il piano di ammortamento, l’INPS procede alla sua gestione secondo criteri specifici. Il numero totale di rate è calcolato in base al rapporto tra il debito residuo e l'importo della rata contrattuale. Se dal calcolo emerge un residuo non interamente coperto dalle rate, si aggiunge un ratino finale, che viene trattenuto come arretrato chiuso e incluso nel montante dell’accodamento. Questo "ratino" è segnalato nei flussi mensili di rendicontazione e considerato nell'importo totale, ma non nel numero totale delle rate.
La trattenuta sul primo rateo di pensione avviene dal mese disponibile successivo alla validazione del piano. A differenza della cessione del quinto della pensione, nella traslazione della cessione stipendiale non si applicano rate arretrate da recuperare all’inizio o alla fine del piano. Il calcolo dell’importo della trattenuta mensile rispetta i limiti imposti dalla quota cedibile della pensione e dal trattamento minimo INPS.
Grazie alla reingegnerizzazione della procedura "Quote Quinto", tutte le operazioni relative alla traslazione della cessione del quinto da stipendio a pensione sono ora gestite tramite funzionalità telematiche avanzate. Queste includono il rinnovo del piano, la variazione del soggetto beneficiario delle quote mensili, la chiusura del piano per estinzione anticipata totale o parziale, e l’automatizzazione dell’accodamento delle rate insolute a fine piano, con un limite massimo di 18 mesi per il recupero.
Queste funzionalità sono accessibili sia alle Strutture INPS territorialmente competenti che alle banche e agli intermediari finanziari convenzionati o accreditati, facilitando una gestione integrata e senza carta dei piani di ammortamento. In particolare, le banche/intermediari finanziari sono tenuti a gestire il rinnovo dei piani di cessione del quinto rispettando i limiti previsti dall’articolo 39 del D.P.R. n. 180/1950, che rimangono a loro carico.