A circa quattro mesi dalla fine del 2024, si calcola in 5 miliardi di euro il valore dei lavori agevolati dal superbonus che deve essere ancora completato. Si tratta di una cifra enorme, relativa agli interventi nei soli condomini, nella quale rientrano interventi prenotati, ma che forse non verranno mai realizzati.
La mole di interventi rimasti incagliati è particolarmente elevata in regioni quali la Campania - dove più di un lavoro su dieci non è mai iniziato - in Molise, nel Lazio, in Calabria e in Umbria. Tra le cause del blocco dei lavori figura, di certo, la mancata possibilità di utilizzo della cessione del credito d'imposta e dello sconto in fattura quali alternative alla detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi.
Per molti contribuenti - soprattutto all'interno dei condomini - diventa difficoltoso anticipare somme di denaro elevate per poi utilizzarle come detrazione, ammesso che si abbiano redditi a sufficienza per rientrare delle spese.
È di circa 5 miliardi di euro il valore dei cantieri non ancora iniziati con spese agevolate dal superbonus (70% nel 2024), riguardanti la più ampia platea ancora beneficiaria degli incentivi, quella dei condomini. Le prenotazioni di lavori effettuate negli ultimi anni - presentando la Certificazione asseverata di inizio dei lavori (Cilas) unitamente alla delibera condominiale - ha avuto quale conseguenza quella di un numero consistente di interventi di riqualificazione e di efficientamento energetico che, tuttavia, è rimasto nei cassetti dei condomini.
Infatti, nel frattempo, prima il decreto 17 del febbraio 2023 e poi il decreto 39 del 30 marzo scorso, hanno bloccato la possibilità di cessione dei crediti d'imposta e di applicazione dello sconto in fattura, lasciando alle famiglie dei condomini la sola detrazione fiscale.
Quest'ultima opzione di utilizzo del bonus, nel frattempo sceso dal 110% di due anni fa al 70% del 2024, comporta la mancata possibilità di rivedere i soldi investiti in poco tempo grazie allo sconto o alla cessione dei crediti. Peraltro, la conversione in legge del decreto 39 del 30 marzo 2024 ha introdotto la detrazione fiscale in dieci anni al posto di quella ordinaria di quattro anni.
Spalmare il superbonus 2024 in dieci anni, se da un lato consente alle famiglie con redditi più bassi di abbassare la quota annuale di detrazione e dunque di rientrare (o perdere meno agevolazione rispetto al 70%) in confronto alla detrazione ordinaria di quattro anni, dall'altro allunga i tempo per la realizzazione dell'investimento.
Tutta questa situazione sta facendo implodere il mercato delle costruzioni, bloccando i nuovi lavori. A risentirne sono soprattutto i condomini, committenti dei lavori, che avevano programmato di realizzare gli interventi di riqualificazione e di efficientamento energetico senza esborsi di soldi, proprio grazie allo sconto in fattura o alla cessione dei crediti.
L'assenza di queste due opzioni pone i condòmini nella situazione di dover anticipare spese importanti, motivo per il quale in molti stanno rinunciando ai lavori programmati sui propri immobili.
Dati Enea alla mano - ormai costanti da mesi, ovvero dalle rilevazioni di marzo 2024 - la regione dove deve essere avviato il maggior numero di cantieri relativi ai soli condomini è la Campania. Qui l'11,1% dei cantieri prenotati non è mai partito. Situazioni simili si hanno in Molise, con il blocco del 9,3% degli interventi, seguito dal Lazio, dall'Abruzzo e dalla Calabria con l'8,7%.
Altrove non va molto meglio. In Liguria il 7,4% dei cantieri è fermo, nelle Marche il 6,9%, in Friuli Venezia Giulia e in Umbria il 6,8% e in Sardegna il 6,5%. Le regioni più virtuose, da questo punto di vista, sono la Valle d'Aosta (4,0%), l'Emilia Romagna (il 4,1%), il Veneto (4,6%), la Lombardia (5%), mentre le prime nel Sud risultano essere la Puglia (4,5%) e la Basilicata (4,7).