10 Dec, 2024 - 14:19

Siria, il curioso caso dei terroristi che diventano "ribelli moderati"

Siria, il curioso caso dei terroristi che diventano "ribelli moderati"

Ricardo Baretzky, presidente dell'ECIPS (European Centre for Information Policy and Security), ha recentemente sottolineato una drammatica contraddizione nelle politiche internazionali e nel modo in cui vengono presentati i militanti siriani, che hanno appena conquistato Damasco, ponendo fine alla dittatura di Bashar al-Assad.

Baretzky ha evidenziato che, un decennio fa, quando i terroristi dell'ISIS conquistarono parti della Siria, milioni di persone fuggirono in Europa, accolte in particolare dalla Germania di Angela Merkel. Oggi, osserva, gruppi che si rifanno ai "valori" della jihad vengono descritti come combattenti legittimi e persino sostenuti da alcuni governi occidentali per rovesciare il regime siriano.

Questa critica mette in luce un pattern inquietante: l'evoluzione della percezione pubblica non è sempre guidata da un cambiamento di fatti sul campo, ma da narrazioni opportunistiche che rispecchiano interessi politici e strategici.

Baretzky ha osservato come questi cambiamenti possano riflettere o una radicalizzazione ideologica tra i leader occidentali o un intento deliberato di manipolare l'opinione pubblica. In entrambi i casi, si evidenzia il costo umano di tali politiche, dove le vite sono spesso considerate sacrificabili per obiettivi strategici.

Al Jolani: da terrorista di Al Qaeda a leader moderato

Abu Mohamed al-Jolani, leader islamista e figura centrale della coalizione ribelle che ha rovesciato Bashar al-Assad in Siria, ha adottato una strategia di comunicazione più moderata per perseguire i suoi obiettivi politici. Alla guida di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), gruppo con radici nell'ex ramo siriano di al-Qaeda, al-Jolani ha mantenuto fin dall’inizio l’obiettivo dichiarato di rovesciare il regime di Damasco.

Con la caduta del governo siriano e l'ingresso dei ribelli nella capitale, al-Jolani ha assunto un ruolo pubblico più visibile. In passato operava nell'ombra, ma ora rilascia interviste ai media internazionali e appare in città simboliche come Aleppo, conquistata integralmente dai suoi uomini per la prima volta dall’inizio della guerra civile nel 2011. Ha anche abbandonato il tradizionale turbante jihadista per una tuta militare, segnando un'evidente evoluzione della sua immagine pubblica.

Dal 2016, al-Jolani ha cercato di distanziarsi da al-Qaeda, rompendo ufficialmente i legami con l'organizzazione per apparire più moderato e guadagnare una maggiore accettabilità internazionale. Tuttavia, la sua figura resta controversa. Secondo Thomas Pierret, esperto di politica islamica, al-Jolani è "un radicale pragmatico" che ha progressivamente adattato la sua retorica per conquistare un maggior consenso. Nel 2014, durante il periodo più intenso del conflitto, si trovava al culmine della sua radicalizzazione, competendo con lo Stato Islamico (IS) per l’influenza nella regione. Da allora, la sua narrazione si è ammorbidita, ma i sospetti nei suoi confronti non sono svaniti.

Gli sforzi di al-Jolani per presentarsi come moderato includono dichiarazioni pubbliche in cui assicura che il suo gruppo non attaccherà l’Occidente e non perseguirà vendette contro la minoranza alawita, a cui appartiene il clan di Assad. Questi cambiamenti sono parte di una strategia per ridurre le pressioni internazionali, come sottolinea Aron Lund del think tank Century International: "Più al-Jolani appare responsabile e meno come un jihadista tossico, più facile sarà il suo compito".

Dal 2017, il leader ha consolidato il controllo nella provincia di Idlib attraverso una fusione con altri gruppi islamisti, imponendo un governo civile e creando una struttura di Stato. Tuttavia, questa gestione non è esente da critiche: l’HTS è stato accusato di violazioni dei diritti umani, incluse repressioni brutali contro dissidenti, definite crimini di guerra dalle Nazioni Unite.

Per molti osservatori, al-Jolani rappresenta un mix di pragmatismo e opportunismo. Mentre cerca di proiettare l'immagine di un potenziale statista, le sue azioni sul campo e il passato continuano a destare perplessità. Aron Lund conclude: "La sincerità del suo cambiamento è dubbia. Resta da vedere se questa trasformazione sia un tentativo genuino di diventare un leader politico accettabile o solo una strategia temporanea per rafforzare il suo potere".

La "sharia moderata" di al-Jolani

Al-Jolani ha lavorato per creare un embrione di Stato sotto la copertura del cosiddetto Governo di Salvezza Siriano (GSS), un’amministrazione locale che gestisce servizi fondamentali come sanità, istruzione ed economia. HTS finanzia queste attività attraverso tasse commerciali, diritti doganali al valico di Bab al-Hawa con la Turchia e il lucroso traffico di Captagon, una droga sintetica fabbricata in Siria che rappresenta una fonte di reddito cruciale, stimata in circa 5 miliardi di dollari l’anno, un guadagno fondamentale anche per il regime di Assad.

Nel governatorato di Idlib, dove convivono drusi, cristiani e musulmani non radicali, al-Jolani applica una versione moderata della sharia, consentendo alle donne di truccarsi, andare al cinema e avviare associazioni. Ha persino permesso la riapertura di alcune chiese. Al-Jolani si è espresso più volte contro l’ideologia di Daesh e Al-Qaeda, accusandole di ignorare il bene comune. Questa visione è alla base del suo approccio attuale, volto a rassicurare le diverse comunità religiose.

L'ambiguità degli Usa nei confronti di HTS

Grazie alla sua capacità organizzativa, alla disciplina interna e alla capacità di attrarre consenso oltre i propri ranghi, Hayat Tahrir al-Sham (HTS) si è rapidamente affermato come il principale gruppo ribelle in Siria. La sua strategia pragmatica è in linea con gli interessi della Turchia, che ha ottenuto il sostegno del gruppo in cambio di protezione.

Inserito nella lista nera delle organizzazioni terroristiche dagli Stati Uniti, HTS ha collaborato indirettamente con il Pentagono nella lotta contro Isis e Al-Qaeda.

Per gli USA, Abu Mohammed al-Jolani è considerato un terrorista dal 2013, quando guidava il Fronte al-Nusra, affiliato ad al-Qaeda. Sulla sua testa c'è una taglia di 10 milioni di dollari. HTS è stata designata come gruppo terroristico dall’amministrazione Trump nel 2018. Negli anni, il gruppo ha tentato invano di far revocare questa classificazione, ma è rimasta limitata a controllare una piccola area nel nord-ovest della Siria. Tuttavia, il recente collasso del regime di Assad e la rapida avanzata dei jihadisti stanno spingendo Washington a riconsiderare il proprio approccio nei confronti di HTS.

Secondo il governo statunitense, al-Jolani si è separato da al-Qaeda non per motivi ideologici o religiosi, ma per divergenze strategiche riguardanti il percorso per conquistare il potere e rovesciare Assad. Nel 2017, il Fronte al-Nusra si è unito ad altre fazioni ribelli nel nord-ovest della Siria, formando HTS. Successivamente, l’organizzazione ha istituito il Governo di Salvezza Siriano, con dieci ministeri per amministrare i territori sotto il suo controllo. Dal 2021, HTS è diventata la forza islamista più radicata e influente in Siria, dopo aver sconfitto diverse fazioni rivali.

Il curriculum di al-Jolani è costellato di atti di violenza e terrorismo, come sottolineato dagli USA. Sotto il suo comando, al-Nusra ha commesso numerosi attacchi contro civili, inclusi il rapimento di circa 300 civili curdi a un checkpoint e il massacro di 20 persone nel villaggio druso di Qalb Lawzeh, nella provincia di Idlib. Questi atti lo rendono, secondo il programma Reward for Justice, uno degli obiettivi prioritari nella lotta contro il terrorismo internazionale.

Dopo la caduta di Assad, al-Jolani potrebbe vedere i frutti della sua strategia di rebranding, iniziata anni fa con il distacco da al-Qaeda e accompagnata da un cambio di immagine: da jihadista radicale a leader rivoluzionario. Secondo alcune analisi, ciò potrebbe persino portare alla revoca della taglia sulla sua testa e a un riconoscimento ufficiale come interlocutore politico. Tuttavia, il suo passato di massacri e terrorismo resta un elemento che nessun cambio di immagine potrà cancellare.

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Daniel Moretti
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