Forse per una volta, alcuni lavoratori potranno accedere alla pensione a 64 anni più rapidamente rispetto al passato grazie ai nuovi requisiti.
I fantasmi della legge Fornero lasceranno mai il sistema previdenziale italiano? Nell’aria si respira un sano e giustificato ottimismo, nonostante i scarsi cambiamenti nel sistema pensionistico.
L’eredità della riforma Dini ha dato il via al sistema contributivo, lasciando ancorati al calcolo della pensione coloro che hanno accumulato un’anzianità contributiva dopo il 1995.
Tuttavia, dal 2025 entreranno a regime nuove regole che permetteranno l’uscita a 64 anni di età. Vediamo come.
Per molti lavoratori, la pensione di vecchiaia a 67 anni rappresenta un ostacolo nel sistema pensionistico.
In molti tentano di aggirare l'ostacolo dell'età pensionabile ancorandosi a diverse opzioni, come l'Ape sociale od Opzione donna, che permettono un'uscita anticipata rispettivamente a 63 anni e 5 mesi e a 61 anni con 35 anni di contributi.
Poi, salvo imprevisti, arriva la possibilità di combinare il fondo pensione complementare con la pensione di vecchiaia.
E, si spera, una buona fetta di lavoratori possa anticipare l'uscita dal lavoro a 64 anni di età. La Legge di Bilancio 2025 introduce una nuova opzione, basata sui contributi puri, che permette un'uscita a 64 anni di età con almeno 25 anni di contributi.
Si tratta di un sistema di calcolo pilotato che consente la cumulabilità tra i contributi versati al sistema pubblico e quelli versati alla previdenza complementare per raggiungere un importo minimo pari a tre volte l'assegno sociale.
Si tratta di un passo importante verso una riforma del sistema pensionistico italiano.
Dal 2025, sarà possibile raggiungere il limite dell'assegno pensione attraverso la combinazione di contributi pubblici e complementari, una nuova soluzione pensata per superare le criticità del passato e permettere l'accesso alla pensione anticipata a 64 anni di età a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, ovvero dal 1° gennaio 1996.
Allo stesso tempo, si inaspriscono i requisiti contributivi per accedere a questa misura.
Secondo numerosi esperti, l'andamento previdenziale italiano è influenzato da almeno tre fattori. Uno di questi riguarda i nuovi requisiti di contribuzione.
Dal 2025, l'anzianità contributiva minima richiesta per accedere alla pensione anticipata sarà di 25 anni, rispetto ai 20 richiesti nel 2024.
Inoltre, la pensione anticipata a 64 anni rimarrà legata all'importo minimo dell'assegno, pari a tre volte l'assegno sociale (circa 1.603 euro al mese).
Per le donne con figli, l'importo soglia viene ridotto a 2,8 volte l'assegno sociale con un figlio e a 2,6 volte con due o più figli.
Dal 2030, il requisito contributivo aumenterà ulteriormente, passando da 25 a 30 anni di versamenti, e sarà calcolato considerando sia i contributi versati al sistema pubblico che quelli versati alla previdenza complementare.
Non è finita. Per i lavoratori che non hanno versato contributi in un fondo pensione, nulla cambierà: resteranno in vigore le vecchie regole che permettono l'accesso alla pensione anticipata a 64 anni con 20 anni di contributi nel sistema pubblico e il vincolo legato alla soglia dell'assegno minimo.
Il nuovo sistema, invece, permette di combinare i contributi obbligatori versati all'INPS con quelli accumulati in un fondo pensione complementare:
Anno | Requisito contributivo | Soglia minima dell'assegno | Considerazione contributi | Note |
2024 | 20 anni | 3 volte l'assegno sociale (circa 1.603€) | Solo sistema pubblico | Per tutti i lavoratori |
2025 | 25 anni | 3 volte l'assegno sociale (circa 1.603€) | Sistema pubblico + previdenza complementare | Per i lavoratori con contributi in fondi pensione |
2025 e oltre (donne con figli) | 25 anni | 2,8 volte l'assegno sociale (con 1 figlio) | Sistema pubblico + previdenza complementare | Riduzione soglia per le donne con figli |
2025 e oltre (donne con 2 o più figli) | 25 anni | 2,6 volte l'assegno sociale | Sistema pubblico + previdenza complementare | Riduzione soglia per le donne con 2 o più figli |
2030 e oltre | 30 anni | 3 volte l'assegno sociale (circa 1.603€) | Sistema pubblico + previdenza complementare | Considerazione dei contributi versati sia nel sistema pubblico che in fondi pensione |
Sempre | 20 anni | 3 volte l'assegno sociale (circa 1.603€) | Solo sistema pubblico | Per i lavoratori senza contributi in fondi pensione |
Le nuove regole permettono di applicare un sistema misto combinato per raggiungere l'importo soglia necessario per accedere alla pensione.
Tale importo si ottiene combinando i contributi obbligatori versati all'INPS con quelli accumulati in un fondo pensione complementare.
Grazie a questa misura, coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 potranno accedere a un piano pensionistico anticipato integrando la pensione pubblica con quella privata.
Secondo pensioniefisco.it, Elsa Fornero, in una recente intervista, ha espresso forti perplessità riguardo alle nuove regole per l'accesso alla pensione anticipata a 64 anni.
L'ex Ministro sostiene che le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2025 non miglioreranno le condizioni di coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995.
La maggioranza politica propone misure come Quota 41 per tutti e una maggiore flessibilità nell'uscita per i contributivi puri, introdotta dalla riforma Dini e modificata nel 2011 con la legge Fornero.
Tuttavia, l'ex Ministro sottolinea che l'obbligo di integrare i fondi pensione per raggiungere l'importo soglia (pari a tre volte l'assegno sociale) rende questa misura poco accessibile a molti.
In ogni caso, l'introduzione di questa nuova misura pensionistica non avverrà in modo immediato e presenta dei limiti oggettivi che dovranno essere valutati nel tempo. Inoltre, il numero dei beneficiari non sarà particolarmente elevato.