20 Jan, 2025 - 11:16

I mutui ripartono: negli ultimi sei mesi prestiti per la casa aumentati di 4,4 miliardi

I mutui ripartono: negli ultimi sei mesi prestiti per la casa aumentati di 4,4 miliardi

Il taglio dei tassi d'interesse deciso dalla Bce fa ripartire i mutui: negli ultimi sei mesi i prestiti per la casa sono aumentati di 4,4 miliardi di euro, in crescita dell'1% dai 420,8 miliardi di maggio ai 425,1 miliardi di novembre. E' quanto emerge da uno studio della Fabi, il sindacato dei bancari. L'ultima parte del 2024, dunque, segna l'inversione di tendenza per il credito bancario destinato all'acquisto di abitazioni: nei primi cinque mesi dello scorso anno, infatti, lo stock di questa categoria di finanziamenti era calato di quasi 4 miliardi (-0,9%).

Un recupero abbondante che coincide con il cambio di passo della politica monetaria e il costo del denaro portato, in più riunioni dell'Eurotower, fino al 3% deliberato a dicembre. Ma se le famiglie cominciano a ottenere più ossigeno per investire sul mattone e sul fronte del credito al consumo (con cui si acquistano a rate vari beni e servizi), salito di quasi 3 miliardi (+2,4%), da 123 a 125,9 miliardi, si registra una sforbiciata del 3,3% ai prestiti personali (quelli erogati senza una specifica finalità), passati da 120,5 miliardi a 116,5 miliardi.

Quadro negativo per le imprese

Quadro negativo, invece, per le imprese: con l'eccezione di 2,3 miliardi in più (+1,5%) per i prestiti a medio termine, cioè fino a 5 anni, le aziende devono fare i conti con un taglio di 15,4 miliardi (-4,9%) per i finanziamenti di lungo periodo, scesi da 313,9 miliardi a 298,5 miliardi, e di altri 2 miliardi (-1,5%) per quelli di breve periodo (fino a 1 anno), diminuiti da 141,4 miliardi a 139,3 miliardi: in totale, lo stock degli impieghi all'imprenditoria è sceso di 15,1 miliardi (-2,5%), da 612,6 miliardi a 597,4 miliardi. L'effetto della politica monetaria della Banca centrale europea, misurato da fine 2021, si traduce in una contrazione complessiva del credito ai privati di quasi 61 miliardi (-4,6%) da 1.325,9 miliardi a 1.265 miliardi. 

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Stefano Bisi
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