Dopodomani, lunedì 27 gennaio, gli ottant'anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e la conseguente rivelazione dell'Olocausto rischiano di segnare una data imbarazzante per molti politici, soprattutto di centrosinistra.
Il Giorno della Memoria 2025 sarà di sicuro segnato dalle divisioni che, soprattutto in quel campo politico, ha inferto il conflitto in Medio Oriente.
Quest'ultimo è stato scatenato dal pogrom di Hamas del 7 ottobre 2023: 1194 ebrei morti, 250 rapiti. Ma la reazione militare decisa dal governo Netanyahu ha ben presto spinto molti a prendere le distanze da Israele, a parlare di "genocidio" nella striscia di Gaza, a lasciare spazio al fanatismo antisionista, a colpevolizzare ogni ebreo per ogni decisione del governo israeliano, a negare allo stato d'Israele lo stesso diritto di esistere e di difendersi.
In Italia, le manifestazioni dei cosiddetti Pro-Pal che si sono succedute in questi mesi ne sono state la testimonianza più evidente. Sebbene non la più violenta rispetto a quanto accaduto nel resto d'Europa e del mondo occidentale.
In Italia, le manifestazioni dei Pro-Pal hanno spesso avuto toni violenti contro Israele e gli ebrei. Il caso di Liliana Segre, a 94 anni ancora costretta a difendersi da accuse del tutto infondate, la dice lunga sull'aria che tira. Ma nel resto del mondo gli episodi di antisemitismo, oltre che moltiplicati, si sono rivelati ancora più violenti.
Sta di fatto che il 27 gennaio, con la sua solennità, costringerà tutti i leader politici occidentali ad avere parole di omaggio alla memoria della Shoah. Ma, intanto, ci si chiede che fanno per combattere l'antisemitismo che dilaga?
In Italia, le bandiere di alcuni partiti di sinistra si sono mischiate a quelle della Palestina anche quando si sono intonati, nei cortei, i cori più estremisti contro Israele e gli ebrei.
Ad Amsterdam, la città di Anna Frank, a novembre scorso, sono passati ai fatti: hanno dato la caccia all'ebreo in occasione della partita di calcio tra l'Ajax e il Maccabi Tel Aviv.
Da Harvard a Torino, poi, i rettori, sotto la minaccia delle frange più estremiste dei Pro-Pal, hanno siglato un boicottaggio delle università israeliane.
All'Eurovision di maggio scorso in Svezia, la cantante ebrea Eden Golan fu contestata mentre omaggiava le vittime del 7 ottobre.
Ebbene: davanti a tutti questi episodi, quali sono stati i politici che hanno fatto sentire forte la loro voce?
Davanti a questo stato di cose, tra persecuzioni, agguati, assalti alle sinagoghe in tutto il mondo occidentale, sono stati davvero pochi i politici che hanno dimostrato di aver fatto loro la lezione della Shoah e del Giorno della Memoria, istituito nel 2000 per ribadire ogni anno con le parole e i fatti "mai più" razzismo nei confronti degli ebrei.
Il 7 ottobre scorso, in occasione dell'anniversario del pogrom che ha dato inizio alla guerra in Medio Oriente, alla cerimonia nella sinagoga di Roma, era presente mezzo governo, premier Meloni compresa
ma è spiccata, simbolicamente, l'assenza di Elly Schlein, la segretaria del Pd, il partito più importante del centrosinistra. Ora lunedì come si comporterà? Che parole utilizzerà per commemorare l'Olocausto?
Secondo lo scrittore e giornalista Pierluigi Battista, saranno parole ipocrite. Per questo, provocatoriamente, sulle pagine del Foglio, ha invitato tutti a disertare il giorno della Memoria 2025:
Chi avrà il coraggio di disertare il Giorno della Memoria? O, magari, di onorarlo realmente tutto l'anno?