Le forze israeliane avrebbero dovuto completare il ritiro dal Libano meridionale entro il 26 gennaio. L'accordo di cessate il fuoco, entrato in vigore il 27 novembre, aveva una durata prevista di 60 giorni. Secondo i termini stabiliti, i combattenti di Hezbollah avrebbero dovuto ritirarsi a nord del fiume Litani, mentre le forze dell'esercito israeliano si sarebbero dovute ritirare dal sud del Paese entro la data prevista. Tuttavia, il piano ha subito modifiche rispetto a quanto inizialmente previsto.
Il 27 novembre è entrato in vigore l’accordo di tregua tra Israele e Hezbollah. Dopo il 7 ottobre 2023, le parti avevano gradualmente intensificato gli scambi di attacchi. Successivamente, l’1 ottobre 2024, Tel Aviv aveva avviato un incursione di terra in Libano. L’escalation nel Paese aveva sollevato ulteriori preoccupazioni per una possibile guerra più estesa.
L’accordo di cessate il fuoco è arrivato dopo un anno di combattimenti grazie alla mediazione di Stati Uniti e Francia. È stato accolto con favore dalla comunità internazionale come un importante passo verso la stabilizzazione degli equilibri.
L’accordo prevedeva inizialmente un periodo di 60 giorni per il ritiro dell’esercito israeliano dal Libano meridionale. Parallelamente Hezbollah doveva ritirarsi al nord del fiume Litani. Con questi sforzi l’esercito libanese doveva schierarsi per prendere il controllo della zona insieme all’Unifil.
Durante il periodo di tregua, Libano e Israele si sono accusati reciprocamente di violazione dell’accordo. Tuttavia, è stata registrata una significativa riduzione degli attacchi.
Il cessate il fuoco previsto fino al 26 gennaio è stato esteso fino al 18 febbraio 2025. La dichiarazione è arrivata dalla Casa Bianca.
Prima della scadenza dell'accordo, la leadership israeliana aveva comunicato l'intenzione di rimanere nel Libano meridionale oltre il periodo previsto.
Le forze israeliane si sono ritirate dalle aree occidentali e centrali del Libano meridionale, mantenendo però le proprie posizioni a est della zona. Secondo il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, i termini dell'accordo non sono stati pienamente rispettati. Ha affermato che Hezbollah non si è ritirato come previsto dall'intesa. Inoltre, Tel Aviv ha giustificato la propria presenza con lo scarso schieramento dell'esercito libanese nella zona di ritiro delle parti.
Dopo oltre un anno di attacchi reciproci, circa 4mila persone hanno perso la vita in Libano e oltre 1,2 milioni sono state sfollate. Con l’annuncio dell’accordo, i residenti sfollati del sud del Libano hanno iniziato a tornare nelle proprie abitazioni, nonostante gli avvertimenti sulla sicurezza in alcune zone. L'esercito libanese continua ad aumentare la propria presenza e il controllo nei diversi villaggi.
Dal punto di vista strategico, la prolungata presenza delle forze israeliane in Libano potrebbe mirare a indebolire ulteriormente Hezbollah. Il gruppo libanese, sostenuto dall'Iran, è stato indebolito nell'ultimo anno dall’uccisione di diversi comandanti di alto rango, incluso il leader Hassan Nasrallah. Con il cambio di regime in Siria, Hezbollah ha perso una delle sue principali linee di rifornimento. Tel Aviv potrebbe quindi cercare di rimodellare ulteriormente gli equilibri regionali per neutralizzare le minacce alla sua sicurezza nazionale.
Gli sforzi diplomatici proseguono. Secondo una nota della Casa Bianca, i governi di Libano, Israele e Stati Uniti avvieranno "negoziati per la restituzione dei prigionieri libanesi catturati dopo il 7 ottobre 2023".
Il cessate il fuoco in Libano ha rappresentato un passo importante per contenere le tensioni tra Israele e Hezbollah, ma il ritardo nel completamento del ritiro delle forze israeliane ha messo in evidenza la complessità degli equilibri regionali. La situazione rimane fluida, con la comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti, che continueranno a monitorare gli sviluppi e gli sforzi per rafforzare la stabilità nella regione. Con il prolungamento del cessate il fuoco e la continuazione dei negoziati, l'equilibrio tra le parti rimane precario e le dinamiche politiche sono destinate a evolversi nei prossimi mesi.