Elon Musk, tramite alcuni rappresentanti europei, avrebbe avviato contatti con diversi siti di informazione indipendente. Questi contatti si sarebbero concretizzati in un incontro formale, il cui scopo non è stato reso noto. Per l’Italia, si segnala la partecipazione di Welcome to Favelas, una pagina social conosciuta per la condivisione di video e foto che denunciano episodi di violenza e degrado urbano.
“Nelle scorse giornate, rappresentanti europei di Elon Musk hanno incontrato gli amministratori di alcune realtà social legate al mondo dell’informazione indipendente, tra cui, per l’Italia, Welcome to Favelas,” si legge in un post pubblicato dalla stessa pagina su Instagram, seguita da un milione di utenti. Il post include una foto che ritrae Elon Musk con il simbolo della pagina sullo sfondo, una grande “W” rossa su sfondo nero.
Sebbene le parti coinvolte abbiano scelto di non rilasciare dichiarazioni ufficiali, l’incontro è stato descritto dai partecipanti come stimolante e necessario. Il post è accompagnato dall’hashtag “You are the media now,” una frase spesso condivisa da Musk su X.com (ex Twitter), con cui intende criticare i media tradizionali e promuovere una rete indipendente per la diffusione di informazioni. La stessa frase è ora presente nella biografia Instagram di Welcome to Favelas, che si definisce come un “media indipendente.”
Non è chiaro se questa dichiarazione rappresenti un’autentica notizia o semplicemente una provocazione da parte della pagina. Massimiliano Zossolo, fondatore di Welcome to Favelas, ha rilanciato il messaggio attraverso una storia su Instagram, dichiarando: "È giunto il momento di costruire un sistema d’informazione decentralizzato, non più controllato dai vecchi e inaffidabili media tradizionali. In questo nuovo modello, le persone devono essere al centro, non i cosiddetti professionisti dell’informazione". Ha poi aggiunto: "Contrastare le fake news, anche quando provengono da fonti governative, è fondamentale per garantire un dibattito sano e proteggere la libertà di espressione, arginando la crescente polarizzazione".
In un’intervista alla testata Wired, Zossolo ha confermato l’avvenuto incontro con lo staff di Musk, pur senza rivelare ulteriori dettagli. Al momento, non risultano iniziative simili avviate con altre realtà europee.
Dietro Welcome to Favelas c’è dunque Massimiliano Zossolo, che ha rilasciato diverse interviste, in cui ha narrato il percorso che lo ha portato a creare la pagina. Nel 2020, ad esempio, aveva spiegato di aver iniziato a lavorare sui social durante un periodo in cui disponeva di molto tempo libero: “Welcome to Favelas è nata in un momento particolare della mia vita. Ero ai domiciliari da cinque anni,” aveva raccontato, riferendosi a un periodo iniziato nel 2013.
Zossolo era stato condannato proprio quell’anno per aver partecipato, insieme ad altre cinque persone, all’assalto e all’incendio di un blindato dei carabinieri durante gli scontri di Piazza San Giovanni a Roma nel 2011. Aveva allora 28 anni e gli eventi si inserivano nelle proteste del movimento degli “Indignados,” degenerando poi in violenze urbane. Dopo l’arresto e la condanna, non sono emerse ulteriori informazioni sul caso giudiziario, anche se Zossolo ha scontato la sua pena.
Durante quel periodo, Zossolo ha studiato il funzionamento dei social media, scoprendone il potere di generare reazioni e coinvolgimento. Ex tecnico manutentore di impianti di aria condizionata, Zossolo ha individuato un linguaggio capace di indignare e attivare il pubblico, trasformando episodi di degrado urbano, risse e abusi in contenuti che attirano milioni di click e like.
Ora, il fondatore della pagina si presenta come creatore di un media indipendente, estraneo alle influenze del potere politico ed economico. Tuttavia, alcuni follower della pagina su Instagram hanno espresso dubbi sull’effettiva indipendenza di Welcome to Favelas, accusandolo di essere una pedina di un più ampio gioco comunicativo orchestrato da Musk. I commenti critici al post che racconta dell’incontro non mancano.
Il progetto Welcome to Favelas è stato avviato nel 2013 su Facebook, in un periodo di grande popolarità della piattaforma, come una raccolta eterogenea di contenuti. Le pagine e i gruppi affiliati (tra cui Greta Menchi fan club e Gore unlucky wear) adottavano nomi che miravano a eludere l’attenzione del pubblico generalista e dei moderatori.
L’obiettivo era creare una community esclusiva, simile a pagine di meme come La fabbrica del degrado, Io sono vagitariano, Non sono bello ma spaccio e Sesso, droga e pastorizia. Questi gruppi rappresentavano il fenomeno noto come “bomberismo,” descritto in un articolo di Vincenzo Marino pubblicato da VICE Italia nel 2017.
Il “bomberismo” esaltava comportamenti sessisti e xenofobi, spesso mascherati da ironia, e celebrava un’estetica “ignorante” e brutalista. Secondo Marino, il fenomeno rifletteva un odio verso ogni forma di intellettualizzazione e un rifiuto del diverso, esaltando ciò che veniva percepito come degrado o marginalità.
In questo contesto, Welcome to Favelas si inserisce come una realtà in evoluzione, che potrebbe cercare di riposizionarsi come una voce del “media indipendente,” pur mantenendo radici in un passato controverso.
Secondo quanto riportato dal canale Telegram di Welcome to Favelas, la pagina e i gruppi su Facebook sono stati bloccati ben 14 volte. Negli ultimi anni, però, l'attività della pagina si è trasferita su Instagram. Dopo che anche il profilo Instagram è stato sospeso, nel 2019 è stato creato un nuovo account, welcometofavelas_4k. Per evitare altre violazioni, i contenuti più estremi vengono ora pubblicati su Telegram. In un’intervista del 2020, Zossolo ha spiegato che il trasferimento su queste piattaforme è stato voluto per sfruttare "l'anarchia" che vi regna: «Su Telegram sei libero di fare ciò che vuoi».
I post su Welcome to Favelas hanno evoluto il loro contenuto, includendo denunce di disservizi, battaglie animaliste, crowdfunding solidali e rubriche generiche. Con il tempo, il seguito della pagina è cresciuto e numerosi giornali ed esponenti politici hanno iniziato a considerare i suoi contenuti come una fonte di informazione legittima. Questo ha portato Zossolo e il suo team a monetizzare, pubblicando inserzioni di varia natura, dai post di star del porno a video di imprenditori eccentrici, fino ad annunci sospetti di guadagni facili.
A partire dal 15 gennaio di quest’anno, Welcome to Favelas ha introdotto anche rassegne stampa rudimentali e una rubrica chiamata "notizia del giorno", facendo assomigliare la pagina a un vero e proprio organo di informazione. La sua categoria è stata modificata in “Sito di notizie e media” e nella bio è apparsa la dicitura “Indipendent Media”, accompagnata dall’hashtag #youarethemedianow.
La propensione di Zossolo per l’anarchia monetizzabile non è una novità. Già nel 2017, quando la settima incarnazione di Welcome to Favelas era molto popolare, l'admin della pagina lanciava un appello per la creazione di una piattaforma sociale libera, senza ban o restrizioni, chiedendo supporto per sviluppare un social network alternativo.
Oggi, la presunta connessione con Elon Musk sembra rispecchiare lo stesso desiderio di creare un ambiente online senza filtri. Musk, infatti, ha acquistato Twitter, trasformandolo in X, una piattaforma dove le regole sono minime e dove le informazioni possono circolare senza troppi ostacoli. Musk ha anche lanciato attacchi contro i media tradizionali, spesso diffondendo contenuti controversi e falsi, secondo il motto “You are the media”.
Sebbene X stia attraversando una crisi economica, la visione di Musk non sembra puntare sul profitto, ma sulla diffusione della sua filosofia. Il suo presunto interesse per Welcome to Favelas potrebbe essere in linea con i suoi obiettivi di influenzare le opinioni pubbliche e destabilizzare le democrazie liberali. Il giornalista Lorenzo Misuraca, in un'analisi su Facebook, suggerisce che Musk stia cercando di "cavalcare" progetti come Welcome to Favelas, che diffondono contenuti provocatori e polarizzanti, per manipolare le menti più vulnerabili, in particolare quelle giovani, attirate da contenuti di natura estrema e provocatoria.
L’approccio di Musk, prosegue Misuraca, potrebbe essere simile alla "cultura bro" che permea i canali YouTube e i podcast utilizzati nella campagna di Donald Trump per attrarre un pubblico maschile giovane. Se la connessione tra Musk e Welcome to Favelas fosse confermata, l’obiettivo potrebbe essere quello di replicare questa strategia anche in altri contesti nazionali.
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