Una brutta notizia per tutti coloro che aspettano con impazienza il prossimo film di Quentin Tarantino, destinato, con tutta probabilità, a essere l'ultimo.
Ospite del Sundance Film Festival, il regista dichiara infatti che attualmente ci sono altre priorità che occupano il suo tempo... e hanno rispettivamente cinque e due anni! Si tratta, ovviamente, dei suoi due figli, avuti dalla moglie Daniella Pick.
Tarantino non ha dunque fretta di tornare dietro la macchina da presa e, dalle sue parole, sembra proprio che l'attesa per vedere sugli schermi il suo prossimo lavoro sarà decisamente più lunga del previsto.
Anche perché l'autore di "Pulp Fiction" giudica con sempre maggior distacco e severità il panorama cinematografico attuale...
Al festival del cinema indipendente Tarantino trova ad accoglierlo il critico cinematografico Elvis Mitchell, oltre a decine di cinefili adoranti e giornalisti, per una chiacchierata sulla sua carriera.
Inevitabilmente, però, si finisce per parlare del futuro e di quando il regista metterà in cantiere la sua prossima e ultima opera, attesa ormai dal 2019, quando arrivò nelle sale "C'era una volta a... Hollywood".
Impazienza e curiosità alimentate anche dalla consapevolezza che la pellicola sarà la decima diretta dal regista, numero da lui sempre indicato come traguardo ideale per chiudere la sua attività.
A tutto questo si deve aggiungere, poi, lo strano caso di "The Movie Critic", annunciato da Tarantino e poi da lui abbandonato improvvisamente.
Tuttavia, contrariamente ai suoi fan, il regista di Knoxville dichiara candidamente di non avere alcuna fretta di tornare dietro la macchina da presa. Il motivo è legato proprio alla crescita dei suoi due bambini, attualmente troppo piccoli per capire il motivo di una lontananza tanto prolungata del padre, come quella richiesta da una produzione cinematografica.
Parole che rappresentano una vera e propria doccia gelata per i fan di Tarantino, che dovranno aspettare almeno un altro anno prima che il regista possa dirsi pronto a iniziare la lavorazione di un nuovo film.
Diverso il discorso per quanto riguarda sua figlia, alla quale Tarantino dedica una battuta dicendo che "è già un genio" e che quindi "lo capirà da sola".
Quentin Tarantino is in "no hurry to actually jump into production” on his final movie.
— Variety (@Variety) January 28, 2025
“I’ve been doing that for 30 years. Next month my son turns 5, and I have a two-and-a-half-year-old daughter. When I’m in America, I’m writing. When I’m in Israel? I’m an abba, which means… pic.twitter.com/dkLzZTvOgx
Tutto questo non significa, però, che il regista passi le sue giornate esclusivamente tra biberon e favole della buonanotte. Lui stesso conferma di scrivere ancora, ma solo quando si trova negli Stati Uniti perché "quando sono in Israele sono un abba, che significa padre".
Ma chi nella sala si aspetta che si tratti di una sceneggiatura per il cinema, resta deluso perché Tarantino annuncia di essere al lavoro su un'opera teatrale.
Una predilezione per il teatro che non sorprende del tutto i più attenti osservatori della carriera di Tarantino.
La sua cura quasi maniacale per sceneggiature articolate, mai banali e, soprattutto, caratterizzate da dialoghi a orologeria lo ha visto infatti negli ultimi anni prediligere una messa in scena che portasse all'estremo l'esaltazione della parola e degli scambi verbali tra i personaggi.
"The Hateful Eight", in questo senso, rappresenta probabilmente l'esempio perfetto, ma tracce evidenti di questa tendenza si riscontrano anche in "Django Unchained" e "C'era una volta a... Hollywood".
Un'evoluzione che non ha portato, però, a una trascuratezza dell'aspetto visivo dei suoi film, restando coerente con il suo modo di intendere il cinema.
Tuttavia, dietro alla decisione di Tarantino di rivolgere il proprio sguardo al palcoscenico, c'è anche la drammatica presa di coscienza da lui maturata circa lo stato attuale del cinema statunitense.
Il regista lo dice senza mezzi termini, chiedendosi "che cosa c***o" è un film oggi?", e se la prende con lo streaming, che permette di vedere un film a casa o sul proprio smartphone dopo sole due settimane dal suo arrivo nei cinema. Per Tarantino, "un affare di m***a".
Parole di fuoco da cui traspare tutta la delusione di un autore da sempre legato alla magia della sala cinematografica. Una magia che lui, oggi, riesce a ritrovare solo nella "sfida" del teatro, che definisce "l'ultima frontiera".