Sembra proprio che la saga di James Bond abbandonerà i toni drammatici dei film con Daniel Craig a favore di atmosfere decisamente più leggere.
Mentre la ricerca dell'attore chiamato a vestire i panni di 007 prosegue da ormai quattro anni, Amazon, che produce il film, sarebbe seriamente intenzionata a modificare radicalmente la serie e il personaggio.
Uno stravolgimento rispetto al recente passato ma che, in realtà, è in continuità con le sue origini cinematografiche degli anni '60, con l'agente segreto che si destreggiava tra battute fulminanti e gadget affascinanti quanto inverosimili.
Ma questo approccio funzionerà anche nel ventunesimo secolo?
Tutto cambi affinché tutto resti così com'è.
La frase pronunciata da Tancredi ne "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa suona particolarmente adatta al personaggio di James Bond e ai suoi destini cinematografici.
Il personaggio creato da Ian Fleming potrebbe andare incontro, infatti, all'ennesimo rinnovamento sul grande schermo.
Secondo un report del Times, Amazon starebbe facendo pressione affinché la prossima iterazione del personaggio abbia un tono più leggero e meno cupo rispetto alle pellicole interpretate da Daniel Craig.
What’s gone wrong with James Bond?
— The Times and The Sunday Times (@thetimes) January 26, 2025
It has been ten years since Daniel Craig said he was done with 007 — and three since he died on screen. We investigate how Bond HQ lost the plot ⬇️https://t.co/aP3HW2CO27
Una scelta che, stando a quanto riferito dal quotidiano britannico, avrebbe l'obiettivo dichiarato di avvicinare al franchise gli spettatori più giovani. Lo Studio punterebbe su quella che viene definita la "cultura dei meme" per vendere un personaggio con oltre settant'anni di storia a un pubblico completamente nuovo.
Proprio questa presa di posizione sarebbe all'origine delle incomprensioni tra Amazon e la famiglia Broccoli che detiene i diritti di sfruttamento del personaggio.
È la stessa ragione, del resto, alla base della decisione di ringiovanire il personaggio, con la ricerca di un attore intorno ai trent'anni che, al momento, vede il Josh O'Connor di "Challengers" come favorito dei bookmaker.
Non si tratta, però, di una rivoluzione per 007. Anzi, l'agente segreto tornerebbe in questo modo a quelle atmosfere disimpegnate tipiche dei suoi esordi sul grande schermo, resi celebri dal fascino e dall'ironia di Sean Connery.
Negli anni '60 Bond faceva i conti con la tensione provocata dalla Guerra Fredda tra USA e URSS, affrontando criminali che provavano ad approfittare della confusione geopolitica in atto e riuscendo sempre a sconfiggerli, per poi tornare a sorseggiare il suo amato Martini Vesper "agitato, non mescolato".
I suoi stessi nemici erano temibili quanto pittoreschi e richiamavano alla mente gli scienziati pazzi e i villain di certo cinema di Serie B.
Basti pensare a Oddjob (interpretato dall'atleta giapponese Harold Sakata), incredibilmente forte (lo si vede schiacciare con la mano una pallina da golf) e "armato" del suo micidiale cappello con lama metallica in grado addirittura di tagliare la testa di una statua. O al suo stesso capo, Auric Goldfinger (interpretato dal tedesco Gert Fröbe), multimiliardario ossessionato dall'oro al punto da far dipingere le sue vittime con una vernice di quel colore.
Quelle interpretate da Connery erano pellicole nelle quali James Bond guardava in faccia la morte ma sempre con la certezza che l'avrebbe sconfitta.
L'esatto opposto, quindi, del personaggio sofferto e sanguinante interpretato da Daniel Craig da "Casino Royale" del 2006 fino a "No Time To Die" del 2021, film nel quale, non a caso, finiva col trovare proprio la morte.
L'ultima incarnazione di 007 restituiva la gravità di tempi altrettanto difficili e incerti, il Nuovo Millennio inaugurato dall'attacco al World Trade Center e la crisi geopolitica che ne è seguita.
Viene, quindi, da chiedersi se lo stesso pubblico che tanto ha amato la serietà dell'eroe imperfetto e più umano di Craig saprà accogliere con favore atmosfere segnate da una spiccata ironia e un tono più scanzonato.
Inutile sottolineare, infatti, quanto siano cambiati anche i gusti degli spettatori e come lo stesso fandom che Amazon vuole conquistare sia molto meno propenso che in passato ad accettare stravolgimenti non richiesti dei propri idoli su celluloide.