Gli occhi erano tutti rivolti a Roccaraso, per vedere se si sarebbe ripetuta quell'invasione di turisti napoletani e campani avvenuta domenica 26 gennaio 2025. Invece ieri, domenica 2 febbraio, nonostante la chiamata a raccolta dei tiktoker l'affluenza estrema nella famosa località sciistica abruzzese non si è verificata.
Non sono stati bissati i numeri di una settimana fa: oltre 10mila persone erano giunte nell'Alto Sangro a bordo di 250 pullman. Gita fuori porta organizzata da diverse agenzie della Campania, in collaborazione con alcuni influencer, costata pochissimo, tra i 20 e i 30 euro.
Le limitazioni imposte dal sindaco Francesco Di Donato hanno dato i loro frutti, complici anche il maltempo e la mancanza di neve. Sono arrivati 40 pullman, rispetto ai 60 accreditati: in totale sul sito del comune di Roccaraso potevano inserire i propri dati al massimo sei bus. Una numero contingentato per evitare di ripetere le scene viste qualche giorno fa. Così i vacanzieri sono stati 2.500, oltre agli ottomila che si sono diretti sugli impianti. I controlli sono stati efficaci, tre pullman senza autorizzazione sono stati rimandati indietro.
A Roccaraso è andato a verificare e documentare la situazione il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli. Dai video postati sulle sue pagine social, che mostravano migliaia di persone scaricate lungo la Statale17, i pic nic selvaggi sulla neve e i prati straformati in discariche, è partito il caso accompagnato da polemiche, dibattiti e accese discussioni, mediatiche e politiche. Borrelli, subito dopo gli episodi del 26 gennaio ha depositato un esposto in Procura per "chiedere verifiche sugli organizzatori. Il diritto a viaggiare non è un diritto all’inciviltà". "Sarò a Roccaraso per verificare un fenomeno sul quale bene ha fatto la Procura ad accendere un faro. Bisogna evitare che ci sia chi lucra illegalmente sul desiderio delle famiglie napoletane di regalarsi una giornata di svago", ha affermato il deputato.
L'attenzione si è focalizzata sui tiktoker napoletani accusati di essere i promotori dei viaggi low cost a buon mercato di una giornata insieme ad alcune agenzie di viaggi.
Le critiche più aspre sono state rivolte a Rita De Crescenzo - influencer dai numeri incredibili sui social, quasi 2 milioni di follower su TikTok - accusata di collaborare con le agenzie di viaggi e di pubblicizzare sui suoi profili le bellezze di Roccaraso (quindi ottenere dei vantaggi economici). Un'insinuazione rispedita al mittente: "Non dovete dire che sono stata io ad aver bloccato Roccaraso, perché io sooggiornato lì a inizio settimana mentre l'invasione è avvenuta di domenica. Ma grazie a me la gente ha portato benessere e soldi al territorio".
Ma nell'occhio del ciclone non è finita solo Rita De Crescenzo, anche altri influencer, o pseudo tali, hanno pubblicizzato le gite in bus di un giorno a Roccaraso. "Questi soggetti prenderebbero delle percentuali, alcuni bus arrivati la settimana scorsa non avevano la revisione, il permesso per svolgere attività del genere, non erano legati ad agenzie di viaggi e avevano proprietà poco chiare", ha spiegato Borrelli.
Uno di questi tiktoker, Antony Sansone, ha avuto un acceso diverbio con Borrelli. Gli appelli di Sansone non sono passati inosservati e sono stati ricondivisi dal deputato di Avs. "Borrelli questo sarebbe uno degli organizzatori dei bus che partono per Roccaraso. Non aggiungo altro", recita così un post su Facebook, "Sig. Deputato come è possibile che un tiktoker faccia un appello pubblico per "racimolare" bus turistici su cui caricare gente da spedire a Roccaraso? Ma non esistono regole in questo settore?", riporta un altro post.
"È chiaro che questi soggetti che pubblicizzano questi viaggi stanno sfidando le Istituzioni annunciando un’invasione selvaggia senza regole. Una sfida a cui bisogna farsi trovare preparati e respingerla", aveva scritto Borrelli commentando questi video.
Antony Sansone presente a Roccaraso ha voluto spiegare la propria posizione a Borrelli ma il confronto è sfuggito di mano: "Vergognatevi. Noi siamo la Napoli di Sophia Loren, di De Filippo, di Luciano De Crescenzo e non della camorra e della criminalità", ha detto il deputato di Avs. Sansone non ha preso bene le parole e ha risposto: "Noi influencer siamo realtà. Io sono pulito e mi sono realizzato e non possono etichettare tutta Napoli così. Io domenica scorsa non c’ero e mi dovete delle scuse".
Sansone non le ha mandate a dire nemmeno al sindaco di Roccararo: "Avete buttato una 'zeppata', facendo capire che il popolo di Napoli è un popolo di ignoranti e di schifosi e non è così, abbiamo portato qui 200 mila euro. Potete chiedere scusa al popolo napoletano?".
La replica di Di Donato: "Noi amiamo Napoli: questa comunità è legata a Napoli e alla Campania ed è diventata grande grazie alla Campania. C'è bisogno naturalmente di rispetto nei confronti del territorio. Perché ti devo chiedere scusa? Non ti ho offeso. Vi vogliamo bene, forza Napoli e viva Napoli".
Antony Sansone ha 27 anni, è titolare di un pub a Casoria, in provincia di Napoli ed è amico da oltre dieci anni di Rita De Crescenzo. Dal video social dell'inaugurazione del locale si evince che Sansone diventa noto grazie a TikTok vendendo pannocchie in strada.
Da anni, secondo quanti riportato da Il Messaggero, organizza ogni inverno le gite in bus a Roccaraso: "Quest'anno in 200 hanno scelto di affidarsi a me. Con noi partono anche diversi tiktoker, questo è il mio segreto", ha spiegato al quotidiano.
Il giorno dopo il confronto con Borrelli, Sansone in video sui social torna a chiedere le scuse del deputato di Avs e di tutti coloro che lo hanno accostato a una persona poco onesta: "Mi stanno contattando tantissime televisioni importanti, nazionali e internazionali. Mi vogliono nei loro studi e io ci andrò. Non mi fermerò qua, esigo delle scuse. Sono stato etichettato come persona sbagliata. Non potete accusarmi di una cosa che non ho fatto. Domenica 26 gennaio io a Roccaraso non c'ero. Mi rovinate l'immagine, ho un negozio in piazza".