Una storia di ricordi, fantasmi e sacrifici quella di Fahim Hussain Ahtasham, un giovane di origine bengalese scomparso da Avellino, in Campania, il 28 gennaio 2025.
Ventiquattro anni, migrante, il ragazzo era arrivato in Italia alla ricerca di fortuna e di una vita nuova, un piccolo faro di speranza dopo numerose difficiltà affrontate.
Un invisibile fino al suo arrivo nel capoluogo irpino, dove è stato aiutato e supportato con amore dai volontari della Cittadella della Carità.
Nonostante le cicatrici emotive legate al viaggio, alla vita precedente in Bangladesh, all'iniziale diffidenza nei confronti degli altri, qualcosa cambia.
Come il Piccolo Principe incontra la Volpe nell'omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, anche Fahim aveva cambiato percezione e cominciato lentamente ad aprirsi nei confronti del mondo e delle persone intorno a sé.
Tuttavia, per alcuni, il passato non è solo una storia da raccontare, ma è un campo di battaglia mentale dal quale, alle volte, è difficile uscire.
I tormenti passati avevano avvolto l'ex viaggiatore, non lo lasciavano andare, tanto da spingerlo a un tentativo di suicidio.
Dal giorno del suo allontanamento sono passate due settimane e nessuno ha avuto più sue notizie; l'ipotesi più allarmante è che abbia compiuto l'insano gesto.
Tag24 ha intervistato in esclusiva Don Vitaliano e il direttore della Caritas, Antonio D'Orta per ricostuire insieme i dettagli fondamentali di questa drammatica vicenda.
"L'ultimo avvistamento di Fahim risale al 28 gennaio 2025. Quel sabato era stato dimesso dal reparto di psichiatria dell'ospedale Moscati di Avellino", spiega Antonio D'Orta a Tag24.
"A fine ricovero era tornato in Caritas e aveva consumato l'ultimo pasto prima della scomparsa".
"Quella stessa notte si è allontanato due volte. La prima è stato subito trovato e riportato in struttura da un operatore", prosegue.
"Un secondo tentativo è avvenuto quella stessa notte, ma alle 4 del mattino è stato identificato e portato in salvo dai Vigili", sottolinea.
"Il mattino seguente, non era più al letto, era andato via", conclude.
"Prima di Natale, Fahim ha tentato il suicidio davanti la Questura di Avellino...", racconta Don Vitaliano.
"Evidentemente è un ragazzo fragile, ce ne siamo accorti sin dal suo arrivo e lo abbiamo aiutato al massimo delle nostre possibilità", continua.
"Abbiamo provveduto al suo ricovero in ospedale ma non è servito a molto. La struttura sanitaria ha fatto in modo di non ricoverarlo", sottolinea.
"Il ragazzo è stato tenuto in pronto soccorso per più giorni, per poi lasciarlo andare. A volte riusciva a scappare, altre lo riaccompagnavano al dormitorio".
"Noi possiamo ospitarlo, offrirgli da mangiare, ma non abbiamo una struttura medica come può immaginare...".
"Il problema è che nessuno si è preso le proprie responsabilità quando le abbiamo fatte presenti", spiega Vitaliano.
"Il giorno di capodanno ho tenuto una predica, denunciando l'ipocrisia generale e qualcosa si è mosso nella direzione giusta".
"Ci sono state due o più riunioni in Questura e in Prefettura con gli assistenti sociali e i responsabili dell'ASL. Il problema è che non hanno risolto praticamente nulla".
"Fahim chiedeva di essere rimpatriato e, nel frattempo, di essere inserito in una struttura dove poter essere curato per le sue problematiche".
"Non sono riusciti a fare né l'una, nell'altra. Fahim è un bravo ragazzo, fragile, spesso tendeva a chiudersi in sé stesso, nel silenzio".
"Quando ha visto che ne stavamo occupando, lo abbiamo visto partecipe, incoraggiato da questa vicenda".
"Probabilmente ha percepito che nessuno, salvo noi, fosse realmente interessato al suo caso ed è scappato".
"Fahim è una persona mite, buona, un ragazzo gentile. Non è pericoloso e non ha mai dato segni di violenza".
"È una persona timida, riservata. Qualora fosse avvistato è importante chiamare il servizio d'emergenza al 112, segnalando di essere a conoscenza della sua storia e che deve essere riportato alla Caritas di Avellino".
"Noi lo riaccogliamo e io protesterò affinché a questo giovane venga garantito un impegno per la sua salute fisica e mentale".
"Noi, come paese civile, dobbiamo aiutarlo con tutte le nostre forze. Dare un contributo concreto alla lotta per la salute mentale e riportarlo sano e salvo nella nostra struttura".
"Siamo disposti a ospitarlo nuovamente al suo ritorno, ma l'ASL deve garantirci tutto l'iter di cui il ragazzo necessita: una diagnosi concreta relative alle sue problematiche, determinati percorsi terapeutici e farmacologici da intraprendere"
"Da parte nostra c'è tutto l'impegno e la buona volontà fornire l'aiuto necessario a Fahim".
"La scomparsa di Fahim rappresenta, in parte, l'ipocrisia delle nostre Istituzioni. Addirittura questo ragazzo vorrebbe tornare nel suo Paese, accontentando il Ministro Salvini che vuole 'mandarli tutti a casa', purtroppo".
"Si entra in un vortice burocratico dal quale non si esce. Pur volendo pagare il biglietto noi stessi della Caritas, c'è sempre qualche intoppo".
"Secondo me non c'è la volontà politica di risolvere questo problema e tutta questa tipologia di problemi".
Proseguono le ricerche anche di Jhoanna Nataly Quintanilla scomparsa da Milano il 24 gennaio 2025.