Di quanto il contributo addizionale aumenta la NASpI? Di recente, l'INPS, nel messaggio n. 269 del 23 gennaio 2025, ha fornito chiarimenti riguardo al contributo addizionale NASpI. In particolare, l’aumento interessa i lavoratori impiegati con contratto di lavoro a tempo determinato, mentre altre novità riguardano i rinnovi in caso di lavoratori assunti per lo svolgimento di attività stagionali. Per queste categorie di lavoratori viene riconosciuto un incremento dell’indennità, dovuto sia al riconoscimento del contributo che all’aumento dello stesso in caso di rinnovo dei contratti a tempo determinato. Vediamo insieme come funziona.
Nell’articolo 2, comma 28, della legge 28 giugno 2012, n. 92, come modificato dall’articolo 3, comma 2, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 96, si legge:
In sostanza, il contributo addizionale NASpI viene applicato in base alle seguenti condizioni:
Secondo quanto riportato nella suddetta circolare INPS, l’articolo 2, comma 29, lettera b), della legge n. 92/2012 prevede la non applicazione del contributo addizionale in diversi casi. La norma recita:
In altre parole, l’esenzione dal contributo addizionale NASpI trova applicazione per i lavoratori stagionali riconosciuti dalla legge, che rispondono a diversi requisiti, tra cui:
Successivamente al 2015, le aziende che assumono con contratti a tempo determinato per attività stagionali regolamentate da nuovi contratti collettivi sono tenute al versamento del contributo addizionale NASpI.
Il contributo addizionale NASpI, come riportato da pmi.it, rappresenta un costo a carico dei datori di lavoro per i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato. Ai lavoratori che rispondono ai requisiti normativi viene riconosciuto l’1,4% della retribuzione imponibile previdenziale.
Secondo le nuove disposizioni, l’aumento del contributo addizionale per i contratti a tempo determinato porta a un incremento dell’indennità di disoccupazione NASpI, in quanto rappresenta una delle misure più richieste per il sostegno al reddito.
A ogni modo, la normativa dispone che ogni rinnovo contrattuale, comportando un incremento dello 0,5%, contribuisce ad aumentare l’indennità di disoccupazione.
Dunque, in base alla normativa, i lavoratori stagionali che rientrano nell’elenco del D.P.R. 7 ottobre 1963, n. 1525, sono esonerati dal pagamento di questo onere. Tuttavia, vale la pena chiarire che tale esenzione non trova applicazione per le attività stagionali individuate dai contratti collettivi e regolamentate dalla legge n. 203/2024.
Come detto, la quota viene corrisposta dal datore di lavoro per ogni contratto a termine e per ogni rinnovo contrattuale. Pertanto, rappresenta sì un onere per le aziende, ma allo stesso tempo permette di implementare il sistema previdenziale per i lavoratori precari.
In particolare, i lavoratori stagionali che non rientrano nella categoria degli esonerati dal contributo addizionale possono ricevere un aumento della NASpI, in quanto il contributo versato dai datori di lavoro sarà dirottato nel fondo NASpI.
I datori di lavoro devono adeguarsi alle nuove regole normative, specialmente considerando che, nella compilazione del flusso UniEmens, dovrà essere indicato il codice identificativo della tipologia contrattuale. L’inosservanza delle regole normative porta all’applicazione di sanzioni per le aziende, ma produce anche effetti negativi per i lavoratori, che potrebbero incontrare difficoltà nell’accesso all’indennità di disoccupazione NASpI.
È importante sottolineare che il contributo addizionale NASpI rappresenta un punto fondamentale non solo per i lavoratori, ma anche per le imprese. Per i lavoratori, si tratta di ricevere un aumento dell’indennità di disoccupazione grazie al contributo, mentre per le aziende si traduce in un maggior onere economico e gestionale.