10 Feb, 2025 - 12:39

Meloni pronta alle elezioni anticipate? Perché le parole di Salvini mettono in imbarazzo il governo

Meloni pronta alle elezioni anticipate? Perché le parole di Salvini mettono in imbarazzo il governo

Tasse, Europa, rapporti con Donald Trump e gli Stati Uniti (in quest'ordine di importanza), fornitura di armi all'Ucraina, ruolo delle sovrintendenze: i cahiers de doléances che Matteo Salvini ha presentato negli ultimi mesi ai suoi alleati forzisti e meloniani è lunga e potrebbe essere continuamente aggiornata con nuovi elementi.

Facendo fede a quella professione di "unità nella differenza" che il centrodestra ha usato per spiegare la propria azione da quando è al governo, il leader della Lega ha utilizzato anche il recente convegno madridista dei Patrioti per spiegare che la "sua" Europa sceglie Elon Musk e non George Soros; che vuole produrre e non decrescere felicemente con le follie green; che il burqa non deve essere imposto a nessuno.

Posizioni che Fratelli d'Italia ma soprattutto Forza Italia faticano sempre più a digerire: conviene continuare con un governo del quale una parte sembra remare contro? Le discussioni su una nuova legge elettorale fanno il paio con una possibilità nelle mani della premier Giorgia Meloni: chiedere elezioni anticipate in modo da stanare l'alleato leghista.

Mega, Salvini inizia un'altra guerra con gli alleati di governo?

Politica europea e italiana si intrecciano spesso e l'evento dell'8 febbraio 2025 a Madrid non ha fatto eccezione. Si erano lì riuniti i maggiori leader dei partiti europei di estrema destra, raccolti nel gruppo europarlamentare dei "Patrioti" e non poteva mancare anche la Lega con il suo leader Matteo Salvini.

Ringraziando il padrone di casa, Santiago Abascal di Vox, per l'ospitalità, Salvini ha dedicato il suo intervento di circa 15 minuti a ricordare come l'elezione di Donald Trump e la posizione di potere assunta da Elon Musk siano state una spinta salvifica per l'Europa, preda e vittima delle follie green e woke.

Parole che hanno messo in allarme e infastidito Giorgia Meloni e Antonio Tajani, a capo di Fratelli d'Italia e Forza Italia. Il secondo partito ha fatto sempre del suo europeismo e delle sue radici cristiane una cifra della sua azione politica, mentre il primo ha "allentato" un po' le sue critiche alle istituzioni europee finendo poi nel gruppo dei Conservatori.

Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati, ha spiegato in un'intervista a "la Repubblica" che è proprio su questo piano che rischia di crearsi un cortocircuito che potrebbe avere ripercussioni anche sullo stesso governo italiano. 

Prospettando una scelta fra Patrioti e Conservatori, Lupi in realtà sembrerebbe chiedere a Salvini conto della sua posizione - dialettica e non - all'interno dell'attuale esecutivo: a favore o contro? Un leghista potrebbe scegliere la seconda opzione, ma allora perché continuare a distinguersi sempre e comunque rispetto alle proposte e alle attività di meloniani e forzisti?

virgolette
Le loro posizioni non mi sembrano nuove, ma è altrettanto chiaro che per noi la visione della Ue è diametralmente opposta: non c'è bisogno di scegliere tra Soros e Musk. Il dialogo con i conservatori c'è ed è fondamentale. Piuttosto Salvini dovrebbe fare una riflessione: cioè se la Lega deve continuare ad appartenere al gruppo dei Patrioti, o inserirsi nelle famiglie europee dei conservatori o popolari.

Forza Italia non ci sta: "Abbiamo un'idea di Europa diversa"

Alle ultime elezioni Europee tenne banco anche la collocazione all'interno dell'Europarlamento di FdI, che in passato si era speso anche con toni veementi contro una seconda presidenza targata Ursula von der Leyen. Il passaggio degli europarlamentari meloniani fra i Conservatori, con in aggiunta i loro voti a favore di von der Leyen, segnò una netta differenza rispetto alla Lega, che presto sì unì al gruppo dei Patrioti.

Antonio Tajani, ministro degli Esteri, in un'intervista a "Il Messaggero" ha ribadito ancora una volta quali siano gli esempi ai quali il suo partito si ispira quando si ha a che fare con l'Unione Europea e le sue istituzioni. Il vicepremier e ministro degli Esteri ricorda anche che mettere sullo stesso piano Soros, Musk e Berlusconi costituirebbe un torto per quest'ultimo.

L'ex premier italiano aveva un respiro europeo che sicuramente manca a Soros, mentre per quanto riguarda Musk in molti si domandano perché - dopo aver lanciato l'acronimo "Mega" (Make Europe Great Again) - non abbia lasciato alcun messaggio alla convention di Madrid.

virgolette
Modificherei lo slogan salviniano, così: più Europa e più libertà. Nel nostro album di famiglia ci sono don Sturzo, De Gasperi, Einaudi, Adenauer, Schuman e, mi consenta, anche Berlusconi. Le dico questo per dire che io non ho nulla contro Soros né contro Musk. Ma sono due, assai diversi, imprenditori, che fanno business e non costituiscono punti di riferimento per Forza Italia che è parte del Ppe.

Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati di Forza Italia, partecipando alla trasmissione "Agorà" ha infine ricordato un elemento che in questi ultimi tempi è sembrato esser stato messo da parte.

Il partito tedesco di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland) faceva parte dei Patrioti, per poi esser stato espulso per il suo piano di reimmigrazione e di nostalgia per il nazismo: come conciliare la sua attività che coincide con alcuni slogan e proposte dei Patrioti? Mulè sembra avere una risposta, ma negativa:

virgolette
Io con Alternative für Deutschland manco un caffè. Non perché non sono incline, ma perché hanno delle idee talmente oltre che non possono avere cittadinanza nella mia comunità politica.

Conviene a Meloni pensare alle elezioni anticipate?

Tutto questo per dire che la permanenza della Lega al governo sta diventando un altro tema di dibattito all'interno della maggioranza. Se non esplicitamente, almeno implicitamente: l'idea del dem Dario Franceschini di tornare ad una legge elettorale proporzionale non ha riscosso consensi pubblici, ma nel centrodestra si discute da qualche tempo se fare qualcosa in tal senso.

Facendo così, ci sarebbe l'indubbio vantaggio di elaborare per primi una proposta e neutralizzare un eventuale stop al premierato. Allo stesso tempo, però, ciò imporrebbe alla premier Meloni di chiamare elezioni anticipate: sarebbe troppo palese il fatto che questa legislatura si sia in qualche modo avvitata su sé stessa e che di conseguenza servirebbe un cambio di passo.

Il fatto che Salvini insista in questi giorni sulla rottamazione delle cartelle esattoriali o che ritenga l'estrema destra israeliana della Likud un interlocutore importante mette in difficoltà sul piano internazionale Meloni e gli altri ministri.

Cacciare Salvini dalla porta o dalla finestra? Per Meloni è un grosso dilemma.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Tensioni all'interno della coalizione di governo: Matteo Salvini ha esposto diverse posizioni contrastanti con i suoi alleati di governo, in particolare su temi come l'Europa, le tasse e la fornitura di armi all'Ucraina. Le sue dichiarazioni, come quelle al convegno dei Patrioti a Madrid, hanno suscitato malumori in Fratelli d’Italia e Forza Italia, mettendo in discussione la coesione del governo.

  • Divergenze politiche con gli alleati: le visioni politiche di Salvini, soprattutto in relazione all'Europa e alle sue alleanze, sono in contrasto con quelle di Forza Italia, che si ispira a valori europeisti tradizionali. Forza Italia ha anche preso le distanze dalle posizioni di Salvini su figure come Elon Musk e George Soros, rafforzando il dissenso interno.

  • Possibilità di elezioni anticipate: le tensioni interne alla coalizione, unite alla crescente distanza tra Salvini e gli altri leader, hanno alimentato il dibattito sulla possibilità di elezioni anticipate. Alcuni esponenti, come Giorgia Meloni, potrebbero valutare questa opzione per superare l’impasse del governo e riaffermare la propria leadership.

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Pasquale Narciso
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