A Sanremo non si può mai dare nulla per scontato. L'edizione 2025, condotta da Carlo Conti, si sta già presentando come quella degli imprevisti: triangoli amorosi, litigi, ritiri improvvisi, infortuni.
In una situazione tanto sorprendente, il pubblico potrebbe chiedersi se c'è qualcuno tra i cantanti in gara (magari indisposto o con una voce un po' sottotono negli ultimi periodi) che sta già cantando in playback. Ma si può fare? In passato era addirittura un'imposizione.
Arriviamo al regolamento attuale.
La risposta è no. I diffidenti non hanno sempre ragione. Oggi questa pratica è vietata. Pertanto, nessuno canta in playback a Sanremo 2025. Tutti devono esibirsi dal vivo, nessuna eccezione. Ma qualcuno in passato l'ha fatto lo stesso e l'ha anche pagata piuttosto cara a livello di competizione.
Il primo caso di playback nella storia di Sanremo è datato 1964, quando Bobby Solo presenta Una lacrima sul viso. All'inizio tutto bene, ma durante la gara lo colpisce una laringite, come riporta RaiNews.
Risultato della competizione? Squalifica immediata. Nonostante tutto, l'episodio regala ancora più notorietà alla canzone. Infatti, mentiremmo se dicessimo che non lo ricordiamo proprio per quel brano.
Lo possiamo riascoltare qui:
Se dopo il caso di Bobby Solo il playback a Sanremo è considerato eresia, negli anni Ottanta diventa la norma. L'edizione del 1984 è quella delle pre-registrazioni per eccellenza.
La decisione arriva direttamente dalle case discografiche che devono lanciare i nuovi brani degli artisti con delle versioni capaci di dare lo stesso identico effetto delle registrazioni: ecco che si impone il playback.
I cantanti la prendono malissimo.
Vasco Rossi, arrabbiato, lascia il palco prima ancora che finisca il suo brano e, perfino i Queen, sovrani delle performance dal vivo, sono obbligati a esibirsi in playback. Freddie Mercury, costretto a fingere di cantare Radio Ga Ga si vendica, chiudendo la bocca a tratti e tenendo il microfono lontanissimo.
Ecco la clip della performance:
Insomma, un disastro, che per fortuna termina presto, nel 1985, con l'esibizione dal vivo di Claudio Baglioni: l'unico, secondo quanto riporta MasterX Iulm a esibirsi dal vivo e con pianoforte sulle note della sua Questo piccolo grande amore. Da qui, il capitolo playback viene una volta per tutte archiviato.
Torniamo a Sanremo 2024. Lazza non è in gara ma attira l'attenzione per un imprevisto. Dal palco Suzuki di Piazza Colombo intona Cenere (la canzone arrivata seconda nel 2023, per intenderci.) Ma qualcosa non torna.
La performance risulta piuttosto strana. La sua voce sembra fuori sincrono rispetto al movimento delle labbra, gli utenti si indignano, arrivano accuse di playback.
Solo che non è andata come in tanti hanno pensato. Semplicemente, ci sono stati problemi tecnici: un ritardo di segnale ha dato l'impressione di una performance non credibile e il cantante si scusa nelle storie Instagram:
L'equivoco è chiarito, ma ormai la frittata è fatta.
Discorso diverso per l'autotune. Ma prima chiariamo una volta per tutte che cos'è. È un software inventato nel 1997 che consente di creare modifiche audio come correggere l'intonazione e realizzare effetti sonori di diverso tipo.
Ormai un must nel mondo trap, rap e compagnia cantante, è uno strumento utilizzato su tutti i palchi del mondo e, spesso, aggiunge caratteristiche notevoli dal punto di vista del sonoro senza le quali, diciamocelo, alcuni brani non sarebbero gli stessi.
Quindi a Sanremo, come ad Amici, XFactor, e tutti i talent show italiani più famosi, si può usare. La condizione è una: si possono aggiungere effetti particolari, ma è vietata la correzione dell'intonazione.
Ci aspettiamo già di sentire il famigerato duo, Fedez e Tony Effe, farne ampio utilizzo. Ma potrebbero sorprenderci.
Certo, non per tutti sarà percepibile la differenza tra effetti sonori e intonazione, ma dobbiamo fidarci, nonostante si corra il rischio di sentire delle vocalità un po' strane e forse non del tutto autentiche per chi ama le canzoni sanremesi "vecchia scuola".
Nel dubbio, pare che Tony Effe stia prendendo lezioni di canto da un mese e mezzo, come riporta Il Gazzettino. Come si dice? Meglio prevenire che curare.