Il "numero due" Salvini ha deciso che non è mai stato veramente contento di restare tale, e, come un atleta pronto a cambiare la marcia, sta accarezzando l’idea di un cambio al vertice. La sua ultima dichiarazione, sibillina quanto ambiziosa, è l’ennesimo passo verso una sfida per la leadership, puntando a un obiettivo che molti considerano una missione impossibile: scalzare Giorgia Meloni dalla poltrona di premier.
Meloni potrà continuare a ripetere che il rapporto con Salvini è solido, ma sotto la superficie, la dialettica tra i due sembra ormai segnata da una frizione che potrebbe scivolare in una competizione senza freni.
La domanda ora è: la Lega è pronta a sacrificare la sua faccia da “coalizione forte” per la brama di potere del suo Capitano?
Citius, Altius, Fortius: Matteo Salvini potrebbe prendere in prestito il motto olimpico per descrivere ciò che sta realizzando - politicamente e dialetticamente - in questi ultimi giorni. Più veloce, per dettare l'agenda mediatica; più in alto, per puntare ad incarichi di governo sempre più prestigiosi; più forte, per segnalare con le sue azioni la propria presenza nell'agone politico.
Come promesso, avanti tutta sulla Pace Fiscale per aiutare milioni di contribuenti in buonafede. pic.twitter.com/RxysLp6UCe
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 13, 2025
In occasione di un evento presso la Regione Lazio, il leader della Lega sembra aver scelto il bersaglio grosso per le sue aspirazioni governative. Dopo il ministero dell'Interno, verso il quale prova tanta nostalgia, e il ministero degli Esteri (perché spesso parla al di sopra del legittimo titolare), ieri 13 febbraio 2025 è arrivato anche il turno della Presidenza del Consiglio.
Apriti cielo: Salvini vuole scalzare Meloni? Qui entra in gioco la tecnica del bastone e della carota, perché il leghista da un lato smorza ogni polemica riguardo le chat di diversi esponenti di Fratelli d'Italia che ne schizzavano un ritratto fin troppo poco lusinghiero, ma dall'altro indica che rimanere per sempre il numero 2 all'ombra della premier va bene ma solo fino ad un certo punto.
L'iperattivismo della Lega e del suo segretario è guardato con sospetto dai due alleati di governo, cioè da Forza Italia e Fratelli d'Italia. Nel primo caso gli ultimi screzi hanno a che fare con la "pace fiscale" promessa da Salvini (la rottamazione delle cartelle fiscali in 120 rate senza interessi), mentre Tajani e soci vorrebbero il taglio dell'Irpef e che il Capitano smettesse di sostituirsi al vero ministro degli Esteri.
Non sarà certo qualche polemica forzata e strumentale a scalfire il nostro rapporto. Con Matteo Salvini abbiamo affrontato tante battaglie insieme e continueremo a lavorare fianco a fianco, con lealtà e determinazione, per il bene dell’Italia.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) February 7, 2025
La stima nei suoi confronti è nei… pic.twitter.com/VyRXxkg4Bd
Il viaggio salviniano in Israele è stato molto pubblicizzato dal diretto interessato, che ha sfruttato l'incontro presso la Regione Lazio anche per mettere a tacere le voci di un possibile rimpasto in giunta. Con il presidente Francesco Rocca i rapporti sono cordiali e tesi a migliorare una situazione che secondo i leghisti è grave a causa della sinistra:
Rocca, dal canto suo, riprende un frasario tanto caro al governo nazionale: un governo fatto di partiti con la propria identità necessita di concordia al suo interno, certo, ma anche di quei momenti in cui ciascuno può indicare le proposte più congeniali al proprio elettorato e al proprio programma elettorale.
L'incontro fra Rocca e Salvini si era reso necessario perché qualche giorno fa era circolata l'indiscrezione che i leghisti nella giunta regionale - Pasquale Ciacciarelli (Urbanistica) e Simona Baldassarre (Cultura) - avrebbero potuto decidere di uscire per garantire l'appoggio esterno.
Le nomine ai vertici delle Asl e alcune leggi presentati da esponenti meloniani in campi di non loro pertinenza sarebbero state le motivazioni del possibile e clamoroso passo indietro.
Si accennava anche a Fratelli d'Italia fra gli scontenti sottotraccia dell'azione di Salvini. Il congresso leghista è alle porte e il segretario ha già deciso che gli aderenti al "Patto per il Nord" - fondato dall'ex segretario lombardo Paolo Grimoldi - sono incompatibili all'interno della Lega.
Apprendiamo che nelle chat di Fratelli d’Italia, il senatore Matteo Salvini viene definito “ministro bimbominkia”. E sapete chi lo chiama così? Membri del governo Meloni, quello in cui il bimbominkia è vicepremier. Questa è l’Italia oggi: un Paese che è governato dai bimbominkia…
— Matteo Renzi (@matteorenzi) February 6, 2025
Una tale azione ha riflessi anche al di fuori della Lega, non soltanto al suo interno. Se il nuovo segretario lombardo Massimiliano Romeo ha espresso contrarietà per la decisione di Salvini (per paura di perdere consensi e iscritti sul territorio), in FdI si nota che il segretario leghista ha bisogno di mostrarsi saldo al comando.
La svolta sovranista può andar bene fino ad un certo punto sul piano nazione, europeo e perfino mondiale, ma va fatta digerire anche a chi ha nel cuore la causa autonomista e del Nord. Per le regionali in Veneto, poi, altra grana con i meloniani che vorrebbero decidere il candidato per tutto il centrodestra.
L'idea che la premier Meloni possa chiamare elezioni anticipate, nonostante Salvini si dica convinto che la legislatura finirà così com'è cominciata, può avere un senso per azzoppare definitivamente un alleato sempre più riottoso.
Ambizioni di Salvini per la leadership: Matteo Salvini sembra pronto a sfidare Giorgia Meloni per la leadership, dichiarando che pur essendo soddisfatto del suo ruolo di "numero due", il suo obiettivo è "darsi il cambio" e tornare a essere il leader. Questa dichiarazione segnala una crescente frizione tra i due, con Salvini intenzionato a scalzare Meloni dalla poltrona di premier.
Tensioni interne alla coalizione: l’iperattivismo di Salvini e la sua promozione di iniziative come la pace fiscale hanno suscitato malumori tra i suoi alleati di governo, in particolare Forza Italia e Fratelli d’Italia. La Lega è accusata di voler sostituire altri membri del governo, e Salvini sembra mettere in discussione l'unità della coalizione.
Possibilità di elezioni anticipate: i malumori all'interno della Lega e le tensioni con Fratelli d’Italia sollevano speculazioni su possibili elezioni anticipate, con Meloni che potrebbe considerare questa opzione per indebolire un alleato sempre più problematico. La situazione è anche complicata dalle sfide interne alla Lega, come la lotta per il controllo del partito e le divergenze sulle strategie politiche.