Non è la prima volta che l'Italia viene presa di mira dal regime di Vladimir Putin. Ieri, la portavoce del ministro degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha solo alzato il livello dello scontro attaccando frontalmente la nostra massima espressione istituzionale, Sergio Mattarella.
Bene ha detto, allora, Giorgia Meloni che le parole rivolte al nostro Capo dello Stato rappresentano un attacco a tutta l'Italia.
Sta di fatto che anche nel nostro Paese non tutti lo capiscono. Due nomi su tutti: il vicepremier Matteo Salvini e Marco Travaglio, il direttore del Fatto, il quotidiano più apertamente schierato con la Russia fin dall'inizio dell'invasione in Ucraina, il 24 febbraio 2022.
E quindi: sembra davvero che certi amori a tinte giallo-verdi non finiscano. Il feeling tra l'ala più antioccidentale della Lega e del Movimento Cinque Stelle, di cui Marco Travaglio è la voce, nei momenti chiave, quando c'è da prendere una decisione netta su che fronte stare nell'ambito geopolitico internazionale, si rinsalda puntualmente.
E ieri, mentre anche Benigni al Festival omaggiava Mattarella, la premiata ditta Salvini & Travaglio come l'ha dimostrato? Il primo differenziandosi da tutti gli altri leader politici (di destra e di sinistra) che subito hanno fatto quadrato attorno al Capo dello Stato: ha preferito rimanere in silenzio e dare l'ok solo a blande dimostrazioni di vicinanza al Colle da parte dei suoi. Il secondo facendo scomparire la notizia dell'attacco al nostro Presidente della Repubblica dalla prima pagina del suo giornale.
Vedere per credere:
Insomma, quando si dice il senso della notizia.
E comunque: che Salvini e Travaglio facciano il gioco del Cremlino non è certo notizia di queste ore. Tuttavia, colpisce sempre quanto sia alla luce del sole. Il feeling del leader della Lega con Putin può farsi risalire almeno nel 2015, quando scrisse un post sui social (poi cancellato) ma che oggi è ancora più emblematico:
Del resto, era il periodo in cui il Capitano si faceva ritrarre nel Parlamento europeo con una maglietta di Putin.
Cosa che, nel marzo 2022, pochi giorni dopo l'inizio dell'invasione russa in Ucraina, il sindaco di Przemysl, al confine tra Ucraina e Polonia, Wojciech Bakun, non dimenticò quando il vicepremier improvvidamente andò lì a cercare di fare un po' di propaganda: gli mostrò la stessa maglietta pro-Putin che tanto gli piaceva. E lui fu costretto a tornarsene con la coda tra le gambe, come ricorda il video di Euronews
E che dire di Marco Travaglio? A parte che rimane indimenticabile come il suo beniamino politico, Giuseppe Conte, in pieno Covid, nel marzo 2020, da presidente del Consiglio, fece scorazzare indisturbati per l'Italia ferma per il lockdown 22 mezzi militari di Mosca con oltre 100 uomini, oggi su Mattarella si spinge a dedicare solo un post scriptum del suo consueto editoriale. E, per di più, di questo tenore:
Meglio, la propaganda del regime liberticida di Putin non poteva inventarsi.
E comunque, al di là delle posizioni di Matteo Salvini e Marco Travaglio che sono quantomeno alla luce del sole, per capire bene se in Italia ci sono persone che intrattengono con Mosca legami poco chiari (per usare un eufemismo) bisognerebbe fare luce sulla vicenda sollevata, tra l'altro, con una interrogazione parlamentare a Bruxelles dalla vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno:
Era il 6 luglio 2023 quando rivolse ufficialmente alla Commissione questa richiesta di chiarimento:
"L'ambasciata russa a Roma sarebbe coinvolta in movimenti sospetti di denaro contante il cui uso rimane attualmente ignoto. Tali trasferimenti illeciti di denaro sono stati registrati a partire dalla prima metà del 2022, raggiungendo, ad oggi, la cifra di circa un milione di euro. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), l'Unità antiriciclaggio (Uif) e i servizi segreti italiani si stanno attivando per far luce sulla vicenda. Alla luce degli 11 pacchetti di sanzioni dell'Unione europea contro la Russia e delle conseguenti restrizioni in ambito di trasferimenti di denaro, a fronte delle legislazioni dell'Unione europea contro il riciclaggio di denaro, nel contesto delle crescenti pressioni e influenze estere, in particolare quelle russe, viste le iniziative e i programmi dell'Unione Europea volti a combattere tali influenze, nonché in vista delle elezioni europee del 2024, si chiede alla Commissione di rispondere ai seguenti quesiti. Primo: la Commisssione è a conoscenza di questo caso? Secondo: la Commissione sta mettendo in campo gli strumenti necessari per indagare su questi trasferimenti illeciti di denaro? Terzo: quali azioni possono la Commissione e gli Stati membri intraprendere al fine di impedire che simili casi si ripetano in futuro e in altri Paesi dell'Unione ed per esercitare un maggior controllo affinché le sedi diplomatiche russe sul suolo dell'Unione non rappresentino una minaccia?
Quasi due anni dopo, delle risposte si sono perse le tracce.