Una fra le giornaliste più agguerrite e coraggiose della storia italiana, Oriana Fallaci, coraggiosa e determinata ha vissuto sulla sua pelle l'orrore della guerra, partendo per il fronte per documentare la guerra in Vietnam. Ma anche Kuwait, India, Pakistan, Sud America e Medio Oriente.
Proprio i reportage nei Paesi islamici hanno lasciato un profondo solco dentro di lei, che sin da subito si è duramente espressa contro la religione e il rigido regolamento di condotta, oltre che contro le imposizioni sulle e alle donne.
Per le sue aspre parole, Oriana Fallaci è stata anche citata in giudizio dal Centro Islamico svizzero e dall'Associazione Somali di Ginevra nel 2002. Imperterrita, però, la giornalista ha continuato a difende la propria posizione, pubblicando diversi libri al riguardo, scopriamo quali.
Oriana Fallaci non ha mai avuto peli sulla lingua, né paura di fare domande scomode e dirette ai potenti e non solo. Questo suo carattere l'ha messa al centro di non poche controversie, rendendola un personaggio scomodo per molti.
Non a caso lo stesso Khomeini l'ha trovata piuttosto scortese durante l'intervista del 1979, tanto da apostrofarla fra le righe come una "poco di buono". Occasione di scontro il bombardamento di domande dirette all'ayatollah sulla condizione della donna in Iran. Un colloquio sempre più teso e furente, fino persino al gesto della Fallaci di togliersi il chador che era stata costretta a mettere per incontrarlo e a definirlo senza mezzi termini "un tiranno".
Inutile dire che l'intervista si è conclusa immediatamente, con l'ayatollah irato che ha abbandonato la stanza e rimandato il colloquio al giorno dopo. Dopo quel giorno, Khomeini si è rivolto al popolo affermando che la giornalista non era assolutamente un esempio da seguire.
La condizione delle donne iraniane, però, non è stata l'unico motivo di scontro con i fedeli musulmani. Nel suo primo libro sull'argomento, "Le radici dell'odio. la mia verità sull'Islam", pubblicato postumo nel 2015, infatti, il rigido stile di vita imposto alle donne musulmane è stato il seme per una più ampia "guerra" contro l'Islam e contro chi, politicamente, ne ha favorito l'avanzamento:
Se ne "Le radici dell'odio", i documenti e gli articoli inediti hanno dipinto un quadro desolante e definito la religione una "prigione", il suo vessillo più conosciuto nella crociata contro l'Islam è "La rabbia e l'orgoglio".
È il 2001 l'anno in cui tutto cambia. Non solo per Oriana Fallacia, ma per tutto il mondo. L'attentato delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 è un'immagine indelebile nella storia contemporanea, un trauma con il quale i cittadini stanno ancora lottando.
Non poteva, quindi, la giornalista non esprimere la propria opinione, interrompendo quello che all'epoca è stato un silenzio lungo dieci anni. Solamente 18 giorni dalla tragedia, pubblica il libro "La rabbia e l'orgoglio". Oriana Fallaci si era ritirata nella sua casa di New York per dedicarsi all'altro suo libro "Un cappello pieno di ciliege" e a curarsi, dopo l'infausta diagnosi di cancro ai polmoni.
Dunque, l'attentato terroristico ha scavato un'ulteriore e profonda spaccatura fra lei e l'Islam. Il libro diventa un campo di battaglia, in cui la giornalista e scrittrice riversa tutta la sua furia ed espone passo dopo passo la sua riflessione sulla religione islamica, formatasi in anni di viaggi in Medio Oriente.
Il suo punto è chiaro e ferreo: le politiche di tolleranza e il massiccio flusso di immigrati musulmani non hanno fatto altro che rendere l'Islam sempre più potente e pervasivo, dando vita a una "islamizzazione dell'Occidente". Questo, però, non avrebbe fatto altro che far esplodere tensioni e intolleranze all'interno degli stessi Paesi occidentali, fra cristiani e musulmani.
La veemenza e le espressioni ferree di condanna dell'Islam e dei musulmani, contenute ne "La rabbia e l'orgoglio", tuttavia, l'hanno messa sotto i riflettori delle polemiche e delle controversie. Sebbene le sue idee abbiano conquistato i lettori e i cittadini, già provati dalla stagione degli attentati terroristici e dal rafforzamento dei talebani in Afghanistan.
Come anticipato, il Centro Islamico svizzero e l'Associazione Somali di Ginevra ha denunciato Oriana Fallaci per razzismo. La Svizzera, quindi, ha emanato un mandato d'arresto, ma solo l'intervento dell'allora Ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ha potuto evitare il carcere alla giornalista, respingendo il mandato e sottolineando che in Italia la Costituzione permette la "libertà d'espressione".
Tuttavia, neppure l'ombra della prigione ha smorzato le opinioni di Oriana Fallaci, che in una intervista al The New Yorker ha dichiarato il suo aperto dissenso per la costruzione di una moschea a Colle di Val d'Elsa. Queste le sue parole al giornale statunitense nel 2006:
Le affermazioni, comunque, non hanno goduto del favore neppure della Federazione Anarchica Italiana, che subito dopo l'uscita dell'articolo ha espresso il suo distacco da quelle parole e, anzi, invitando la stessa Fallaci a "non millantare amicizie o comunanza d'intenti con gli anarchici di Carrara o di qualunque altro posto nel mondo", oltre a etichettarla come "guerrafondaia".
Sulla sua personalità determinata e la sua incredibile carriera giornalistica, Rai1 ha deciso di dedicarle una miniserie che andrà in onda da martedì 18 febbraio 2025, per quattro imperdibili appuntamenti, dalle 21:30.