Oriana Fallaci è stata una figura poliedrica nel panorama giornalistico e letterario italiano, nota per il suo stile incisivo e le sue posizioni spesso controverse. Nata a Firenze il 29 giugno 1929, la sua formazione politica e il suo pensiero sono stati influenzati da una serie di esperienze personali e professionali che l'hanno portata a confrontarsi con diverse ideologie e movimenti politici.
Cresciuta in una famiglia profondamente antifascista, il padre di Oriana, Edoardo Fallaci, era iscritto al Partito Socialista Italiano (PSI) fin da giovane e, insieme alla moglie, ha educato le figlie ai valori della libertà e del coraggio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la giovanissima Oriana ha partecipato attivamente alla Resistenza, un'esperienza che ha segnato profondamente la sua visione del mondo e il suo impegno per la libertà individuale.
Nonostante le sue radici familiari nel socialismo, Oriana Fallaci non ha mai aderito formalmente a un partito politico. La sua carriera giornalistica l'ha portata a confrontarsi con leader di diverse ideologie, mantenendo sempre una posizione critica e indipendente. Questa indipendenza è evidente nelle sue interviste a figure come Indira Gandhi, Golda Meir, Yasser Arafat e Henry Kissinger, dove ha dimostrato un approccio imparziale e spesso provocatorio.
Nel corso degli anni, la Fallaci ha espresso critiche nei confronti del comunismo e di alcuni movimenti di sinistra. La sua esperienza come corrispondente di guerra e le osservazioni sulle dinamiche politiche internazionali l'hanno portata a sviluppare una visione scettica verso le ideologie totalitarie, indipendentemente dalla loro matrice politica. Questa posizione l'ha spesso posta in contrasto con intellettuali e attivisti di sinistra, evidenziando la sua propensione a valutare le situazioni oltre le semplici etichette ideologiche.
Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, Oriana Fallaci ha pubblicato una serie di opere, tra cui "La Rabbia e l'Orgoglio" e "La Forza della Ragione", in cui esprimeva preoccupazione per l'estremismo islamico e l'immigrazione musulmana in Europa. Queste posizioni hanno suscitato ampie polemiche, portando alcuni a definirla islamofoba, mentre altri la consideravano una voce profetica riguardo alle sfide dell'integrazione e del multiculturalismo.
Un tema ricorrente nel pensiero di Oriana Fallaci è la difesa della libertà individuale e dei diritti delle donne. Sin dagli inizi della sua carriera, ha affrontato temi legati all'emancipazione femminile e alla parità di genere, criticando sia le società occidentali che quelle orientali per le loro discriminazioni. La sua intervista con l'Ayatollah Khomeini nel 1979 è emblematica: durante l'incontro, si tolse il chador imposto, protestando contro l'oppressione delle donne in Iran.
Nonostante si dichiarasse atea, la Fallaci ha spesso sottolineato le sue radici culturali cristiane. In "La Forza della Ragione", si definisce una "atea cristiana", riconoscendo l'influenza della cultura cristiana sulla sua formazione e sui valori occidentali. Questa complessa identità spirituale riflette la sua capacità di abbracciare le contraddizioni e di riconoscere l'importanza del contesto culturale nella formazione dell'individuo.