Blake Lively ha deciso di rafforzare il suo team legale nella causa contro Justin Baldoni, assumendo nientemeno che l'ex capo della CIA, Nick Shapiro, attuale specialista in comunicazione di crisi.
Shapiro, con oltre 15 anni di esperienza nella gestione di crisi, è stato incaricato di definire la strategia di comunicazione legale per l'attrice, nella causa contro Baldoni.
Questa mossa strategica dimostra che Blake Lively è determinata a vincere questa battaglia legale.
Blake Lively ha deciso di aggiungere una figura importante alla sua battaglia legale con Justin Baldoni. Il nuovo inaspettato collaboratore è un ex potente direttore della CIA.
L'attrice ha infatti assunto Nick Shapiro, ex vice capo dello staff della CIA e consigliere senior dell’ex direttore John Brennan. Sarà lui ad occuparsi della sua strategia di comunicazione legale. La notizia è stata confermata dal team legale di Lively, lo studio Willkie Farr & Gallagher.
La causa, che continua a far parlare il mondo intero, vede Lively inizialmente accusare Baldoni di molestie sessuali e diffamazione. Lui ha risposto con una controquerela da 400 milioni di dollari, coinvolgendo anche il marito di Lively, Ryan Reynolds, con accuse di estorsione.
Secondo alcune fonti, i due si sarebbero scontrati più volte durante la produzione di It Ends With Us, soprattutto riguardo al montaggio finale del film.
Baldoni ha sempre negato le accuse e ha accusato Lively di aver fatto pressioni su di lui per ottenere la regia del film, arrivando persino a coinvolgere la sua amica Taylor Swift per convincerlo ad adottare la sua versione della sceneggiatura.
Una mossa che, se fosse confermata in giudizio, dimostrerebbe quanto l'attrice fosse determinata ad avere il totale controllo creativo del progetto.
Ora, con l’ingaggio di Nick Shapiro, la battaglia legale assume una nuova dimensione.
Shapiro non è certo un nome qualsiasi: con più di 15 anni di esperienza nella gestione delle crisi, sicurezza nazionale e comunicazione strategica alla Casa Bianca, il suo coinvolgimento fa capire quanto Lively stia prendendo sul serio questa guerra legale e quanto, soprattutto, voglia vincerla.
Ex portavoce per la sicurezza nazionale sotto la presidenza di Barack Obama, Shapiro è noto per la sua capacità di gestire situazioni di alto profilo e proteggere l'immagine pubblica dei suoi clienti.
Secondo gli esperti, questa mossa dimostra che Lively (che nel frattempo sta perdendo moltissimi follower) sta preparando una difesa aggressiva, non solo nelle aule di tribunale, ma anche nell'opinione pubblica. In casi di questo tipo, infatti, la narrazione mediatica è tanto importante quanto quella legale.
Nel frattempo, Baldoni sta affrontando un periodo difficile. Il regista e attore ha ammesso di essere sotto forte stress emotivo e il suo avvocato ha dichiarato che la battaglia legale lo ha lasciato "devastato" sia finanziariamente che mentalmente.
Questo, però, non ha impedito a Baldoni di contrattaccare, portando in tribunale il New York Times per diffamazione e accusando Lively e Reynolds di averlo incastrato.
Il caso, intanto, ha diviso il pubblico e i fan, con alcuni schierati dalla parte di Lively e altri che sostengono Baldoni, vedendo in questa causa una mossa strategica per screditarlo.
Il processo si terrà a marzo 2026, a meno che non ci sia un accordo extra giudiziale. Ma secondo alcune voci, tale accordo sarebbe impossibile da raggiungere.
Nel frattempo, entrambe le parti stanno raccogliendo prove e affinando le loro strategie.
Con l’ingresso di Shapiro nel team di Lively, la battaglia sembra destinata a diventare ancora più serrata.
Resta da vedere come si evolverà la situazione, ma una cosa è certa: questa non è solo una disputa legale, ma uno scontro di potere, immagine e reputazione tra due star di Hollywood.
E mentre il mondo del cinema assiste con il fiato sospeso, Lively e Baldoni si preparano a giocare le loro mosse più decisive.