09 Mar, 2025 - 07:05

Forza Italia in piazza per l'Europa, ma non quella di Repubblica o di Salvini: "Noi europeisti sempre"

Forza Italia in piazza per l'Europa, ma non quella di Repubblica o di Salvini: "Noi europeisti sempre"

Sembra procedere a gonfie vele il lavorio di Matteo Salvini ai fianchi di Antonio Tajani. Entrambi vicepremier, i due si muovono su posizioni opposte in politica estera: il ReArm Europe Plan proposto da Ursula von der Leyen non piace al leader leghista, che ha dato del "matto" al presidente francese Macron per la volontà di creare una forza armata europea.

Il leader di Forza Italia invece ritiene che la sicurezza dell'Europa vada intesa non soltanto a livello di armi e di eserciti, ma anche che il ReArm Europe "non è un piano di riarmo, ma una scelta per garantire la sicurezza" di tutti. 

Tajani ha anche annunciato che Forza Italia non parteciperà il 15 marzo 2025 alle piazze per l'Europa promosse da Repubblica, contestandone il sottotesto politico contro il governo di centrodestra.

Il "ReArm Europe" fa scontrare Tajani e Salvini: "Sicurezza non significa solo armi"

Il governo procede dritto per la sua strada, fatta però di percorsi tortuosi e svolte impreviste e ignote persino a chi lo guida. Sembra che nessuno sappia da che parte posizionarsi: a favore della svolta "protezionistica" di Donald Trump o a difesa dell'Ucraina contro la Russia? Andare verso un esercito comune europeo o rimodulare le spese per la difesa secondo le richieste statunitensi?

A sentire Matteo Salvini e Antonio Tajani la risposta non potrebbe essere più diversa: nessun esercito europeo comune per i leghisti, un auspicio importante per il futuro dell'Europa secondo i forzisti. A margine dell’evento dal titolo "Le radici cristiane, il futuro dell’Europa", svoltosi oggi 8 marzo 2025 ad Ancona, Tajani ha risposto alle piazze promosse dalla Lega che chiedono pace in Ucraina e pace fiscale in Italia.

FI parteciperà soltanto ai suoi eventi o a quelli collegati al Partito Popolare Europeo, non a quelli promossi dalla Lega o dai partiti di sinistra. Per Tajani in questi giorni si è fatto a gara a chi parlava di più di Europa, senza però mai centrare il punto della questione.

A chi si lamenta infatti che le proposte di Macron, Starmer, Tusk o von der Leyen spingeranno l'Europa alla guerra, il ministro degli Esteri oppone la sicurezza che aumentare i fondi per la sicurezza riguarderà tutti i cittadini europei e non soltanto gli eserciti nazionali:

virgolette
Guardare alle forze armate come se fossero soltanto bombe e armi è un errore gravissimo: la linea del governo è molto chiara e l’ha indicata il presidente del consiglio e il ministro degli esteri condivide le posizioni del presidente del consiglio. Le nostre forze armate, che dovranno essere rinforzate come quelle di tutta Europa, anche per rispettare gli impegni che abbiamo preso con la Nato, garantiscono la sicurezza di ogni cittadino.

"Bisogna essere europeisti sempre e non solo per andare contro il governo"

Tajani sembra ormai stanco di dover controbattere agli slogan e alle proposte non tanto delle opposizioni (che in quanto tali giudicano e rimproverano il governo di turno), quanto a quelli dei suoi alleati. Se il vicepremier ricorda il suo stretto rapporto con Meloni, d'altra parte non può lamentarsi direttamente con Salvini.

La tenuta del governo, che pure vorrebbe arrivare alla fine di questa legislatura, è troppo importante per esser sacrificata sull'altare delle gelosie personali. Resta però l'elefante nella stanza, e cioè la politica estera: d'altronde un governo dovrebbe esser giudicato per il tipo di politiche che mette in atto e non per frasi fatte o buone intenzioni.

Daniela Ruffino, parlamentare di Azione, è uno dei tanti rappresentanti delle opposizioni che mette il dito nella piaga delle palesi divisioni fra i diversi esponenti della maggioranza. Resta il fatto grave – politicamente rilevante – che Salvini abbia chiamato 'matto' Macron, che pure non gode della simpatia di Meloni ma al momento si sta impegnando per convincere i paesi dell'UE a compattarsi per il sostegno dell'Ucraina:

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Meloni e Tajani non possono ripeterci che sono loro a fare la politica estera o a rassicurarci che Salvini parla in un modo e al dunque si accoda e vota con la maggioranza. La presidente Meloni sa che il governo non può proseguire nella sua azione vedendo ogni giorno minata la propria autorevolezza dai comportamenti inadeguati, e uso un eufemismo, di uno dei suoi vice presidenti.

Sottolineare gli errori e gli sgarbi salvinani è forse l'unica cosa che piace fare alle opposizioni in modo compatto. Come accennato, Tajani ha detto no alla partecipazione di Forza Italia alle piazze del 15 marzo promosse da "Repubblica" e da Michele Serra. Il motivo? "Il nostro europeismo non è di facciata, perché tutti coloro che dicono di essere europeisti poi si oppongono alle politiche per la difesa unica europea".

D'altronde l'Anpi ad esempio si è già sfilata dalla manifestazione in piazza del Popolo, la CGIL di Maurizio Landini tentenna e il Movimento 5Stelle avrà la sua piazza a metà aprile. Le motivazioni del 15 marzo, infine, sono tanto nebulose che qualcuno ha pensato che "Repubblica" abbia agito così per questioni di marketing.

Mestola: "Difendere la pace e la libertà dell'Europa"

Il no del Partito Democratico al piano proposto da von der Leyen ha messo in agitazione molti membri del partito e va contro l'eurogruppo dei Socialisti, che pure si è detto favorevole a questa svolta molto importante nel futuro della difesa europea. Se Benedetto Della Vedova di +Europa ha dichiarato che i dem sbagliano perché "quello che propone Von der Leyen è un passo fondamentale e necessario", c'è anche la querelle fra Angelo Bonelli e Carlo Calenda sul senso da dare alla parola pace.

Una pace che passa soltanto dalla diplomazia o anche dal sistemare i tanti problemi che tanti eserciti in Europa scontano?

La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, intervenendo allo stesso evento anconitano dove ha parlato Tajani, sottolinea come un'Europa davvero protagonista (e non oggetto) politica passi necessariamente da un cambio epocale. "Potenziarne la spesa per puntare a mobilitare risorse che rafforzeranno la nostra sicurezza e la collaborazione con la Nato" significa poter difendere senza morti inutili la pace e la libertà delle generazioni future.

L'Europa deve dimostrarsi compatta, perché la storia non sembra aspettare e perché Stati Uniti e Cina potranno decidere di fare a meno di lei. Nel frattempo, garantire una pace giusta e duratura per l'Ucraina è un altro obiettivo che Metsola ritiene prioritario.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Divergenze tra Tajani e Salvini sul "ReArm Europe Plan" - Matteo Salvini si oppone alla creazione di un esercito europeo, mentre Antonio Tajani la considera una misura per garantire la sicurezza dei cittadini. Le tensioni tra i due vicepremier evidenziano le divisioni interne alla maggioranza sulla politica estera, con Salvini che critica apertamente Emmanuel Macron e Tajani che cerca una linea più europeista.

  • Posizionamento di Forza Italia e Lega sugli eventi politici - Forza Italia non parteciperà alle manifestazioni pro-Europa del 15 marzo organizzate da "Repubblica", ritenendo l’iniziativa strumentale contro il governo. Tajani insiste sull'importanza di un europeismo concreto e non di facciata, mentre Salvini promuove piazze separate per la pace in Ucraina e per la pace fiscale in Italia.

  • Dibattito sull'Europa e il ruolo della difesa comune - Le posizioni sul piano di Ursula von der Leyen dividono anche l’opposizione: mentre +Europa e i socialisti europei sostengono l'iniziativa, il Partito Democratico si mostra più critico. Roberta Metsola sottolinea la necessità di un’Europa più compatta per garantire sicurezza e una pace duratura, anche in relazione alla guerra in Ucraina.

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Pasquale Narciso
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