11 Mar, 2025 - 17:42

Referendum 2025, quando si vota? Magi e Landini chiedono più informazione e un’unica data elettorale

Referendum 2025, quando si vota? Magi e Landini chiedono più informazione e un’unica data elettorale

Era attesa con un certo interesse la giornata di oggi 11 marzo 2025. I promotori dei 5 quesiti referendari su cittadinanza e lavoro avevano in agenda un incontro con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario con delega ai Servizi Alfredo Mantovano, portando con sé alcune richieste ben precise: i due giorni in cui si andrà a votare, la copertura informativa e la possibilità di far votare i fuori sede.

Riccardo Magi, segretario di +Europa, e Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, si sono detti parzialmente soddisfatti. Finito l'incontro e parlando ai giornalisti, i due hanno espresso un senso di attesa verso le prossime decisioni del governo. Ci sono due date possibili per i referendum, mentre la mancanza di una copertura legislativa pregiudica l'estensione del voto anche ai fuori sede.

Il governo ha promesso che al più presto metterà mano a queste situazioni, mentre Landini e Magi spingono per un "Election Day" che accorpi elezioni amministrative e referendum.

Quando si vota per i referendum 2025? Due scenari possibili

Non esiste al momento la certezza della data, anche se dopo la sentenza della Consulta del 20 gennaio era chiaro a tutti che la primavera e l'estate del 2025 sarebbero state caratterizzate da un'intensa campagna informativa per i referendum. Non per l'autonomia differenziata, ma per la cittadinanza e per l'abolizione di alcune misure alla base del Jobs Act.

I dubbi dei promotori referendari riguardano l'interesse che questi due argomenti potranno generare negli elettori e nelle elettrici, ma aspettano anche con ansia le prossime mosse del governo. Ieri 10 marzo Landini e Magi avevano, in una conferenza stampa, lamentato la lentezza dell'esecutivo nel rispondere ad alcune delle loro richieste e oggi hanno ricevuto alcune risposte, seppur parziali.

Partiamo dalle date: ci sono due possibilità, entrambe riguardanti una domenica e un lunedì. Le date proposte dal ministro dell'Interno Piantedosi riguardano il 25 e il 26 maggio e l'8 e il 9 giugno. Magi e Landini hanno detto no alla seconda ipotesi, con il timore che l'incipiente estate possa scoraggiare la partecipazione al voto.

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Abbiamo appreso che è imminente la decisione del governo sulla individuazione della data per tenere le elezioni amministrative e il referendum e quindi c’è la volontà di andare su un'unica data. Al momento è all’esame del governo l’ipotesi del 25 e 26 maggio, domenica e lunedì, e dell'8 e 9 giugno. Abbiamo espresso la nostra valutazione sul fatto che il referendum debba tenersi a nostro avviso per favorire la massima partecipazione nelle date del 25 e 26 maggio.

Il segretario della CGIL, dal canto suo, aggiunge che "pensiamo sia necessario che il referendum sia legato al primo turno delle elezioni comunali e non al ballottaggio e questo vuol dire votare il 25 e 26 di maggio".

Magi e Landini: "Il governo favorisca la partecipazione e l'informazione"

Un aspetto positivo dell'incontro però, sottolineato dal leader di + Europa e dal segretario della CGIL, è che l'esecutivo avrebbe mostrato una certa apertura verso l'idea di un grande "Election Day" nazionale. Proposta avanzata qualche tempo fa da Carlo Calenda, ma che sicuramente avrebbe il pregio di accorpare in un unico momento due voti (amministrativi e referendari) reputati importanti.

In tal senso ci potrebbe essere anche un risparmio per le casse dello stato, che non dovrebbe chiamare due volte gli scrutatori e allestire seggi elettorali, ma la questione diventa ben presto politica quando Landini e Magi ricordano che non serve solo una data adatta per il voto ma anche regole d'ingaggio ben chiare.

Ciò riguarda sia il campo dell'informazione che della partecipazione. Nel primo caso, Landini ha detto chiaramente che il governo (e poi le forze politiche anche di opposizione) deve informare i potenziali elettori che esiste un referendum a cui votare, ma anche permettere a chi non si trova nella propria circoscrizione elettorale di poter esercitare il proprio voto nel luogo in cui vive o lavora.

Come aveva affermato ieri, Landini si dimostra sicuro del fatto che votare sì ai quesiti sul Jobs Act permetterà da subito un miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone. Il tutto è però subordinato da una corretta informazione:

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Il punto di fondo per permettere ai cittadini di poter andare a votare è metterli a conoscenza dei referendum. E in questo caso il ruolo del servizio pubblico è decisivo. Ma diventa importante che anche il governo e le forze politiche diano chiare indicazioni di andare a votare. 

Il flash mob davanti a Montecitorio 

Naturalmente anche la riforma della legge di cittadinanza permetterà di poter cambiare radicalmente la vita di migliaia di persone nate in Italia da genitori stranieri, dimezzando i tempi necessari per ottenere la cittadinanza italiana (dagli attuali 10 ai 5 proposti dai comitati referendari).

Prima dell'incontro fra Mantovano e Landini e Magi c'è stato un flash mob davanti a Montecitorio, promosso da tutte quelle persone che ritengono necessario poter votare anche da fuori sede. Presenti anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che hanno assicurato la vicinanza di Alleanza Verdi e Sinistra nel raggiungimento del quorum necessario per rendere di successo i referendum.

Magi attende che nel prossimo Decreto elezioni venga inserita anche la norma necessaria che garantisca la copertura normativa per il voto ai fuori sede, mentre Landini ha chiesto al governo che si sblocchino quei fondi necessari per permettere alle piattaforme radiotelevisive di garantire adeguata attenzione informativa.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Il nodo della data del referendum - Oggi, 11 marzo 2025, Magi e Landini hanno incontrato il governo per discutere i referendum su cittadinanza e Jobs Act. Il punto chiave riguarda la data: il governo propone due opzioni, 25-26 maggio o 8-9 giugno, ma i promotori preferiscono la prima per evitare un calo di affluenza. C'è anche la proposta di un Election Day, che accorperebbe il voto amministrativo e referendario in un'unica tornata.

  • Partecipazione e informazione: le richieste dei promotori - I referendari chiedono di garantire maggiore copertura informativa, affinché gli elettori siano consapevoli dell'importanza del voto. Inoltre, si discute della possibilità di far votare anche i fuori sede, tema su cui manca una base normativa. Landini sottolinea che il sì ai referendum migliorerebbe subito le condizioni di vita di molti cittadini.

  • Pressioni sul governo e mobilitazione pubblica - Prima dell’incontro, un flash mob davanti a Montecitorio ha portato l’attenzione sul diritto di voto per i fuori sede, con la partecipazione di esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra. Magi preme affinché nel prossimo Decreto Elezioni venga inclusa la norma per il voto fuori sede, mentre Landini chiede lo sblocco di fondi per garantire una corretta copertura mediatica dei referendum.

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Pasquale Narciso
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