07 Apr, 2025 - 11:36

Parità di genere, a che punto siamo?

In collaborazione con
Sara Berardi
Parità di genere, a che punto siamo?

Parità di genere: possiamo affermare davvero che siamo tutti uguali?

Stiamo andando verso la direzione giusta ma la strada è ancora lunga, nel 2024 l'Italia si è posizionata al 14° posto nell'Unione Europea per l'indice di uguaglianza di genere. Ma perché vogliamo essere uguali agli uomini? Se con uguali intendiamo identici e i due termini sono sinonimi, dobbiamo affermare che non lo siamo! 

Siamo uguali fino alla sesta settimana di vita intrauterina, poi il cromosoma Y dei maschi esprime una proteina che fa diventare la gonade un testicolo, quando questa proteina manca, nelle femmine, la gonade diventa ovaia. Sono più di 200 anni che lottiamo per affermarci uguali agli uomini. Abbiamo avuto bisogno dell’articolo 3 e non solo, della Costituzione per poterlo imporre al popolo italiano. Ma è chiaro che noi, uomini e donne, non siamo uguali? Che siamo fortunatamente diversi, ma che abbiamo lo stesso valore?!

Parità di genere: uomini e donne stesso valore, ma diversi 

Non raggiungeremo mai la piena uguaglianza perché noi non siamo uguali a voi, popolo maschile. Noi nella nostra vita ovuliamo circa 500 volte, noi teniamo un’altra vita nel nostro grembo, noi partoriamo. Noi una volta al mese, da appena ci rendiamo conto di non essere più bambine, ci svegliamo ogni 28 giorni circa con dolori alla pancia, mal di testa, spossatezza e con le fluttuazioni ormonali! Una volta al mese! E poco importa al nostro corpo se tu quel giorno ti sposi, se tu quel giorno hai un esame, se tu quel giorno sei sola con tuo figlio poppante o con tuo padre demente. Noi viviamo un ciclo mestruale ogni mese. Voi no. Perché dobbiamo considerarci uguali? Noi dobbiamo fare le stesse cose che farete voi quel giorno in condizioni diverse. Possiamo essere uguali? 

Valorizziamo la diversificazione

L’anatomia che ci differenzia, non deve essere un ostacolo o una penalità. Voglio pensare che la strada che stiamo percorrendo verso un’equa distribuzione del carico familiare tra uomo e donna, verso un adeguamento salariale tra i due sessi, verso l’occupazione di più posti dirigenziali rosa, siano da apri pista verso l’assottigliamento e poi la completa abolizione di tutte quelle disparità inconsistenti che ancora durano e che l’unica differenza tra di noi resti, l’anatomia. Perché allora le donne godono ancora di meno diritti degli uomini? Potenziamo gli elementi di diversificazione positiva, queste disuguaglianze non creino ingiustizie bensì ci valorizzino.

La parità di genere, comincia con la consapevolezza che uomini e donne hanno uguale valore, ma non sono uguali. 

A cura di Sara Berardi

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