16 Apr, 2025 - 18:11

Nordio si è acceso una sigaretta davanti al presidente dell'Anm? Cosa rischia

Nordio si è acceso una sigaretta davanti al presidente dell'Anm? Cosa rischia

Chissà se è stato un gesto di frustazione, nervosismo, di sfida o solo talmente abitudinario tanto da venirgli automatico. Sta di fatto che il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso di un incontro con l'Anm, l'Associazione nazionale magistrati, l'organismo che è un po' il sindacato delle toghe, si sarebbe acceso una sigaretta e si sarebbe messo a fumare.

Questo gli imputano i giornali di sinistra come L'Espresso e Repubblica.

Sta di fatto che il suo staff giura che la sigaretta ce l'aveva tra le labbra, ma non era accesa. Era un po' per darsi l'aria da Humphrey Bogart. E che comunque l'incontro con il rappresentante delle toghe sarebbe avvenuto nello studio privato del ministro, dove non c'è alcun divieto di fumo. 

Ma tant'è: il caso è scoppiato in seguito a una foto pubblicata sui social dallo stesso staff di Nordio. Una doppia leggerezza, quindi? Ma, se accertata, il ministro cosa rischia?

Il caso della sigaretta di Nordio, cosa rischia il ministro

La prova che Carlo Nordio, nato 78 anni fa a Treviso, si sarebbe acceso e avrebbe fumato una sigaretta in un luogo chiuso nel corso di una riunione, è una fotografia resa pubblica dal suo staff della comunicazione.

Ma la sigaretta è accesa o spenta? Per L'Espresso non ci sono dubbi: si evince chiaramente come Nordio stia "aspirando profondamente" mentre ascolta le ragioni di Cesare Parodi, il presidente dell'Anm.

Per il settimanale, Nordio è stato colto in flagranza di reato. 

La difesa del ministro

Sta di fatto che, davanti a quest'accusa, lo staff del ministro ha dato due risposte. La prima ha smentito che la sigaretta fosse accesa:

virgolette
È come Humphrey Bogart: sigaretta spenta ma iconica”

ha scherzato il portavoce del ministro.

La seconda risposta, però, data al sito del Fatto Quotidiano, ha cambiato un po' le carte in tavola:

virgolette
“L’incontro è avvenuto nel suo studio privato, dove il divieto non si applica”

Ma davvero lì il divieto non si applica? E se no, ora cosa rischia il ministro della Giustizia?

Dove e perché non si può fumare

Ammesso che la sigaretta sia accesa, il ministro Carlo Nordio quale legge avrebbe trasgredito? Per rispondere a questa domanda, si deve far riferimento alla prima normativa che ha limitato il fumo in Italia: la legge 584 del 1975, la quale già all'epoca indicava un "generico e assoluto" divieto di fumo nei luoghi pubblici al chiuso.

All'inzio degli anni Duemila, poi, c'è stato un ulteriore giro di vite con la specifica che non si può fumare "in tutti i locali utilizzati, a qualunque titolo, dalla pubblica amministrazione e dalle aziende pubbliche per esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che i locali siano aperti al pubblico".

Nel 2003, infine, si è confermato il divieto assoluto negli uffici della pubblica amministrazione. 

Cosa rischiano i trasgressori

Detto che dallo scorso anno in alcuni Comuni è vietato fumare anche all'aperto e per strada (vedi Milano), chi fuma in un luogo pubblico rischia una multa che va da 50 a 500 euro. L'importo, però, può essere raddoppiato se la violazione avviene in presenza di donne incinta o bambini fino a 12 anni. 

Un vizio di governo

Sta di fatto che non sarebbe la prima volta che un esponente del governo Meloni sarebbe colto mentre fuma dove non dovrebbe.

Il precedente più clamoroso è datato agosto scorso e fu ad opera proprio di un sottosegretario di Nordio, Andrea Delmastro. Quest'ultimo era in visita al carcere di Brindisi e si fece fotografare insieme a un rappresentante della polizia penitenziaria con una sigaretta accesa proprio laddove c'era il cartello che avvertiva: "Vietato fumare".

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Giovanni Santaniello
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