La parola Naspi è ormai familiare a chi, dopo aver perso involontariamente il lavoro, si trova a fare i conti con la disoccupazione e con gli obblighi fiscali annuali. Quando un lavoratore subordinato perde il posto, può richiedere all’INPS questa indennità mensile che viene erogata fino a due anni.
Durante questo periodo, però, il contribuente si trova a dover affrontare un’altra questione: è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi? E se sì, in che modo va indicata la Naspi nel Modello 730/2025 (anno di imposta 2024)?
Con la dichiarazione dei redditi annuale, il cittadino è tenuto a comunicare al Fisco tutti i redditi percepiti, inclusi quelli da lavoro, pensione, locazione o capitale. Ma non tutti sanno che anche le prestazioni erogate dall’INPS, come la Naspi, possono costituire reddito imponibile.
Di seguito analizziamo quando è obbligatorio dichiararla, in quali casi non lo è e dove va inserita correttamente nel 730. Intanto, vi consigliamo la visione del video chiarimento YouTube di Angelo Greco se si ha diritto o meno alla Naspi con 4 mesi di lavoro.
Partiamo dalle basi prima di approfondire il discorso sull'obbligo e il non obbligo di dichiarazione.
L’indennità di disoccupazione Naspi è un reddito a tutti gli effetti. Anche se rappresenta un sostegno economico, per il Fisco ha natura imponibile. Per questo motivo, deve essere inserita nella dichiarazione dei redditi 2025 come qualsiasi altro reddito da lavoro.
Sia che venga percepita da sola, sia insieme ad altri redditi, la Naspi va sempre dichiarata se si rientra tra i soggetti obbligati. Omettere questo dato potrebbe portare a sanzioni fiscali o a richieste di integrazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Come anticipato nel precedente paragrafo, la dichiarazione dei redditi è un obbligo per tutti coloro che percepiscono redditi imponibili. Anche l’indennità di disoccupazione Naspi rientra in questa categoria, in quanto considerata reddito assimilato a quello da lavoro dipendente. Tuttavia, non sempre è obbligatorio inserirla nel Modello 730.
La Naspi 2025 va indicata nel 730 in alcuni casi specifici. La dichiarazione è obbligatoria, se il lavoratore:
In tutti questi scenari, la presentazione del modello 730 è obbligatoria. Chi non lavora al momento della dichiarazione dovrà scegliere l’opzione “senza sostituto d’imposta” e saldare eventuali imposte tramite modello F24 oppure attendere eventuali rimborsi dall’Agenzia delle Entrate entro la fine dell’anno.
Ci sono però alcuni casi specifici in cui la dichiarazione dei redditi non è obbligatoria. Se il contribuente ha percepito solo la Naspi nel corso del 2024 e non ha altri redditi o oneri da portare in detrazione, allora non è tenuto a presentare il Modello 730/2025.
Tuttavia, anche in assenza di obbligo, presentare la dichiarazione può risultare vantaggioso. Ad esempio, se il contribuente ha sostenuto spese sanitarie, scolastiche o detraibili, può recuperare una parte dell’imposta già trattenuta dall’INPS sull’indennità Naspi. In questo caso, conviene compilare il modello anche solo per ottenere un eventuale rimborso.
Se si rientra tra i soggetti obbligati, è importante sapere dove inserire correttamente la Naspi nella dichiarazione dei redditi 2025. L’indennità va riportata nel:
Oltre all’importo percepito, occorre indicare anche il numero di giornate di fruizione dell’indennità. Tutte le informazioni necessarie si trovano nella Certificazione Unica rilasciata dall’INPS, disponibile online sul sito dell’ente.
È fondamentale controllare i dati riportati nella CU: un errore nella trascrizione potrebbe causare ritardi nei rimborsi o generare errori nel calcolo dell’imposta dovuta.