L'Europa ha riconosciuto il grande valore strategico del Ponte sullo Stretto di Messina. Rappresenta un tassello del Corridoio Europeo 5 denominato Scandinavo Mediterraneo che collega il Sud al Nord Europa. Bruxelles, quindi, lo considera un'infrastruttura determinante per i cittadini, le imprese, l'ambiente e l'economia: bingo. Tant'è che il Cinea (la Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency) della Commissione Europea, già tempo fa, ha firmato con la società Stretto di Messina il Grant Agreement per il cofinanziamento europeo dei costi di progettazione esecutiva.
Ma tant'è: ieri, Repubblica, giornale vicino al Partito Democratico a trazione Schlein (contrarissima al Ponte), ha continuato la sua campagna stampa contro l'infrastruttura che potrà creare lavoro e benessere non solo nel Sud Italia lanciando il messaggio che il Ponte serve solo alla Nato, perché da lì passeranno truppe e mezzi.
E insomma: il gioco di parole, appena mascherato dalle virgolette, viene subito a galla a un occhio appena più esperto
Il titolo cita un documento del governo Meloni che chiede alla Commissione von der Leyen di inserire il Ponte (anche) nel "Military mobility action plan", il piano di difesa approvato dalla Commissione lo scorso anno, per un'ulteriore convenienza di contabilità economica che può arrivare grazie a Bruxelles: con il suo assenso, ci sarebbe la possibilità di inserire l'opera tra le spese per la difesa nazionale, europea e della Nato.
Palazzo Chigi ha scritto:
Ma di certo non servirà a muovere guerra a nessuno, come induce a credere il titolo di Repubblica.
Certo che però, a leggere Alessia Candito e Antonio Fraschilla, i due cronisti di Repubblica che si occupano del Ponte dello Stretto, viene da tremare: sottolineano che si tratta di "un'opera militare "strategica nell'ottica della difesa europea e della Nato"; fondamentale in caso di scenari di guerra "per il passaggio di truppe e mezzi""
Al che, nel migliore dei casi, viene subito in mente una mitica scena di "Ecce Bombo" di Nanni Moretti, quando alla radio chiama un ascoltatore che svela il segreto di un suo amico etiope: il primo a rendersi conto che in Italia si erano costruite le autostrade non a misura di carro armato
Ora: "Ecce Bombo" è del 1978. Ma Repubblica, nel 2025, quasi assumendo lo stesso tono tra il complottista e l'allarmistico del radioascoltatore, come detto, fa riferimento a un documento che il governo Meloni ha inviato alla Commissione europea solo con la speranza di cogliere un'ulteriore convenienza economica.
Sta di fatto che il giornale diretto da Mario Orfeo, a un certo punto, gira la frittata così: il governo italiano ha chiesto all'Europa di riconoscere il Ponte come infrastruttura determinante anche a livello militare per avere meno vincoli di carattere ambientale:
E insomma, stiamo a questo: tutto, anche paventare la guerra, anche sostenere l'insostenibile, cioè che un ponte inquini più del traffico veicolare e dei traghetti, pur di mettere i bastoni tra le ruote di un'opera che, collegando la Sicilia al continente, eviterebbe a questa regione una perdita annua di quasi 7 miliardi di euro. Un'opera che finalmente porterebbe l'Alta velocità sull'isola: da Roma, farebbe raggiungere Messina in 4 ore e in circa 6 Palermo. E che, dati Open Economics, assicurerebbe nuovi posti di lavoro in tutt'Italia: in Lombardia, 9.337; nel Lazio, 6.628; in Sicilia e in Calabria circa 6 mila.
Ma veniamo al punto sollevato da Repubblica: il riconoscimento del valore militare del Ponte servirebbe a bypassare il rispetto delle norme ambientali? Il Ponte di Messina, i cui cantieri dovrebbero essere inaugurati prima dell'estate, e che quindi si calcola che dovrebbe essere inaugurato nel 2032 (il consorzio che lo costruirà, Eurolink, ha firmato un contratto che prevede 70 mesi di lavoro), è dannoso per l'ambiente?
La risposta è no. E il motivo, oltre che appurato dagli studi, è finanche intuitivo: il mezzo di trasporto meno inquinante è il treno e il Ponte serve proprio a incentivarne l'utilizzo oltre che a eliminare l'enorme traffico che si crea quando le auto devono imbarcarsi a Messina o a Villa San Giovanni.
Nello specifico: è stato calcolato che il Ponte potrà garantire la diminuzione del 94% delle emissioni di Co2, del 96,16% di Nox, dell'82,58% di Pm, del 99,94% di So2 e del 79,72% di Thc.
A fronte di tutto questo, però, a non dormire la notte è Angelo Bonelli, il leader dei Verdi italiani, su cui Repubblica ha evidentemente confezionato il pezzo di ieri, tant'è che è l'unico a commentare la "notizia" fornita da Candito e Fraschiella secondo la quale un riconoscimento strategico-militare del Ponte è destinato a cancellare i paletti ambientali:
A Bonelli, in ogni caso, si è unita la responsabile "conversione ecologica" della segreteria del Pd, Annalisa Corrado, la quale, nel pomeriggio di ieri, ha parlato di Meloni e Salvini che "giocano a Risiko con un progetto ideologico".
Ma chissà chi si muove davvero solo per ideologia.