Hai ricevuto nuove cartelle esattoriali e non sai come muoverti? Ti stai chiedendo come difenderti da pignoramenti e procedure esecutive prima che parta la Rottamazione quinquies? Negli ultimi giorni, in molti si sono posti la stessa domanda: come bloccare subito l’azione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, in attesa che la nuova definizione agevolata venga attivata?
Come se non bastasse, c’è chi – ancora oggi – può aderire alla Rottamazione quater, prorogata fino al 30 aprile 2025 (inizialmente fissata al 30 giugno 2023). Ma non tutti rientrano tra i beneficiari di questa misura.
E allora, cosa può fare chi resta escluso dalle rottamazioni? Siamo davvero di fronte a un gioco di nervi, dove qualcuno riesce a tirare il fiato e qualcun altro rischia di subire pignoramenti da un giorno all’altro? Vediamo insieme quali strategie sono davvero percorribili – sia con che senza definizione agevolata – per fermare le cartelle esattoriali e difendersi in modo efficace.
I nuovi termini per mettersi in regola con i debiti relativi alla prima richiesta di definizione agevolata – la Rottamazione quater – scadono il 30 aprile 2025. Si tratta di una finestra importante per chi ha già aderito e vuole mantenere i benefici previsti dalla misura.
Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha fornito chiarimenti rilevanti sulle procedure esecutive avviate sui carichi sospesi, proprio in attesa della conferma di adesione alla definizione agevolata.
Ma cosa succede se, nel frattempo, arrivano nuove cartelle esattoriali? E come può tutelarsi chi è ancora in tempo per perfezionare l’adesione alla Rottamazione quater? È importante sottolineare che, in questi casi, esistono strumenti alternativi per congelare fermi amministrativi, pignoramenti e altre forme di riscossione forzata. Una delle opzioni più efficaci è quella di richiedere un piano di pagamento dilazionato per le nuove somme dovute.
Per sospendere temporaneamente fermi amministrativi, pignoramenti e riscossioni forzate, è necessario adottare alcune azioni, tra cui:
La tanto attesa Rottamazione quinquies, che dovrebbe consentire ai contribuenti di regolarizzare i debiti fiscali in forma agevolata, è ancora ferma in Parlamento. Manca l’approvazione del Consiglio dei Ministri e il successivo iter legislativo.
Se approvata, la misura permetterebbe di sanare i debiti iscritti a ruolo tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023, senza il pagamento di sanzioni, interessi e aggio. Secondo quanto riportato da InvestireOggi.it, le somme dovute potrebbero essere dilazionate fino a 120 rate mensili, con la prima scadenza fissata al 31 luglio 2025.
Tuttavia, allo stato attuale, si tratta solo di una proposta: non ha alcun valore operativo. Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione continua a poter procedere con il recupero forzato dei crediti, inclusi pignoramenti e altre misure esecutive nei confronti dei contribuenti inadempienti.
Chi non è riuscito ad accedere alla Rottamazione quater o è in attesa della quinquies, rischia di trovarsi in una situazione di emergenza fiscale, con cartelle non sospese che continuano ad accumulare interessi e sanzioni.
Insomma, cambia la partitura, ma la musica è sempre la stessa: debiti che incombono, pressione fiscale crescente e la necessità di trovare strategie concrete per difendersi, anche in assenza o in presenza di una misura agevolativa già in vigore.
Si, le cartelle esattoriali escluse dalla Rottamazione quater sono esposte al rischio di esecuzione forzata.
In pratica, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere con il recupero dei crediti, avviando pignoramenti, fermi amministrativi o ipoteche, senza bisogno di ulteriori autorizzazioni.
Nei confronti dei contribuenti che, entro il 30 aprile 2025, non risultano coperti da misure agevolative o non sono in regola con i pagamenti delle cartelle esattoriali, l’Agenzia può attivare diverse azioni esecutive, tra cui:
In assenza della Rottamazione quinquies, che resta al momento solo una proposta, l’unico strumento davvero efficace per bloccare le procedure esecutive è la rateizzazione ordinaria.