23 Apr, 2025 - 12:20

Angelo Becciu parteciperà al Conclave? Perché il cardinale sardo è un caso e potrebbe far saltare tutto

Angelo Becciu parteciperà al Conclave? Perché il cardinale sardo è un caso e potrebbe far saltare tutto

I cardinali elettori saranno 135 o 136? Secondo il sito ufficiale del Vaticano, 135. Ma quella lista non ha alcuna valenza giuridica. Alla fine, infatti, a meno di clamorosi colpi di scena, a entrare in Cappella Sistina per votare il successore di Francesco saranno 136: compreso l'italiano Angelo Becciu.

Ma perché la sua presenza è un caso? Nel 2019, quand'era uno degli uomini più fidati di Bergoglio e per questo ricopriva la carica di Sostituto agli affari generali, fu coinvolto da un'inchiesta sulla compravendita di un palazzo a Londra con fondi della Segreteria vaticana. Ma fu solamente il primo dei suoi guai giudiziari.

L'anno successivo, il cardinale sardo fu costretto alle dimissioni da prefetto della Congregazione delle cause dei Santi e dai diritti connessi al cardinalato. E, nel dicembre 2023, dopo ben 86 udienze in due anni, fu condannato in primo grado a 5 anni e mezzo per truffa e peculato.

Per questo, ora, Becciu rappresenta un caso: ha ancora diritto di votare per il prossimo Papa? E addirittura: sarebbe possibile eleggere lui al soglio pontificio?

Becciu, perché la sua partecipazione al Conclave è un caso

Per ora, l'unica cosa certa è che il Segretario di Stato Pietro Parolin vorrebbe tenerlo fuori dal Conclave. Tuttavia, ha poche carte in mano da spendere in questa partita: in realtà, non esiste alcun atto giuridico che impedisca al porporato nato 76 anni fa a Pattada, in provincia di Sassari, di entrare in Sistina.

Anzi, avvertono gli specialisti di diritto canonico: escluderlo potrebbe essere molto pericoloso perché se facesse ricorso, potrebbe inficiare l'elezione del nuovo Papa terremotando un'istituzione che già oggi appare fragile e alla ricerca di nuova linfa.

Chi è il cardinale Becciu

Giovanni Angelo Becciu è, d'altra parte, un tipo tosto, di quelli che non si arrendono. Da lunedì sera è a Roma, pronto a partecipare al Conclave. Ieri mattina, ha preso parte anche alla prima Congregazione generale, vale a dire la riunione dei cardinali che serve a mettere a punto la macchina organizzativa per le esequie di Francesco e l'elezione del suo successore. 

La sala stampa vaticana, sollecitata a tal proposito, ha spiegato che alle Congregazioni hanno diritto di partecipare tutti i cardinali. Ben altra cosa è il Conclave vero e proprio. Ma tant'é: sembra proprio che il portone bronzeo della Sistina sarà aperto anche per lui.

I guai giudiziari

Nello specifico, cosa si contesta a Becciu? L’inchiesta del 2019 sulla compravendita del palazzo di Londra è solo il primo dei procedimenti aperti a suo carico: si trattava dell’investimento di 200 milioni di dollari nel fondo dell’immobiliarista Raffaele Mincione. 

Ma dopo quest'inchiesta è arrivata quella su altri 125 mila euro della segreteria di Stato inviati alla Diocesi Caritas che collaborava con una cooperativa gestita da suo fratello. 

E, infine, contro Becciu si è levata anche l'accusa di truffa in concorso con Cecilia Marogna: 575 mila euro della Segreteria di Stato inviati a una società gestita dalla donna che sarebbero dovuti servire a liberare una suora in Mali ma che, invece, sarebbero stati spesi da Marogna in beni di lusso. 

Il parere degli esperti

Nonostante tutto questo, però, come detto, Becciu al 90% farà parte del Conclave. Gli esperti di diritto canonico sembrano concordi nel sostenere che si tratterebbe del male minore.

Geraldina Boni, professoressa ordinaria di diritto ecclesiastico e canonico all’università di Bologna e autrice di un libro sul processo, ha spiegato al Fatto Quotidiano i motivi per i quali prenderà posto in Conclave così:

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La ragione consiste nella volontà di evitare che si presentino occasioni di scisma e discordie in un momento così delicato nella vita della Chiesa. La pena temporale inflitta a Becciu in primo grado non può essere invocata per impedirgli di entrare in Conclave

Pierluigi Consorti, docente di diritto ecclesiastico presso l'università di Pisa, invece, a Repubblica ha ricordato.

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Fin dal 1311, durante il papato di Clemente V, la Chiesa preferisce che tutti i cardinali elettori siano effettivamente ammessi al Conclave, anche se scomunicati o colpiti da altre censure e interdetti. In più, nessun motivo o pretesto può essere addotto per impedire a un cardinale elettore di partecipare al voto. Insomma, la saggezza antica della Chiesa suggerisce di permettere a un cardinale, ancorché rinunciatario, di essere incluso nel processo elettorale perché escluderlo significherebbe tenere accesa una miccia che potrebbe poi far esplodere una bomba e indebolire la legittimità del successore di Pietro

C'è da scommettere, quindi, che in Sistina saranno 136, non 135.

 

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Giovanni Santaniello
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