La notizia inaspettata della morte di Papa Francesco ha profondamente scosso i cuori dei fedeli e dell'intero mondo. Dopo la benedizione di Pasqua, molti nutrivano la speranza di poter rivedere il pontefice, seppur provato dalla malattia. In questo contesto, sorgono interrogativi circa la possibilità che, alla luce della sua morte, possano essere adottate misure straordinarie come il condono fiscale, penale, l'indulto e l'amnistia. Per alcuni, tali misure potrebbero sembrare un tentativo di "compensare" il triste epilogo che ha segnato la fine di un'era. In realtà, queste pratiche si inseriscono in una lunga tradizione di misericordia che ha contraddistinto il pontificato di Papa Francesco. Durante il Giubileo, infatti, il Papa aveva esortato i governi ad adottare "forme di amnistia o di condono della pena, gesti di riconciliazione destinati a favorire il recupero della fiducia in sé stessi e nella società". Analizziamo ora come potrebbero concretizzarsi questi tre scenari: condono fiscale, condono penale e le misure di indulto o amnistia.
Negli ultimi dodici anni di pontificato, il mondo ha assistito a un susseguirsi di cambiamenti significativi, momenti straordinari e, a tratti, periodi segnati da profonde sfide, che hanno reso il pontificato di Papa Francesco unico per la sua vitalità e per il suo stile, inconfondibile e diverso da ogni altro.
La presenza di Jorge Mario Bergoglio, noto come Papa Francesco, è stata una guida spirituale di straordinaria forza. Il Papa ha esortato i governi a impegnarsi a cambiare il destino di chi vive in carcere, a cercare la fiducia per poi ritrovarla ai margini di una società che, troppo spesso, schiaccia invece di accogliere.
In questo contesto, potrebbe nascere la frase: "Se muore il Papa, scattano il condono fiscale, penale, l'indulto e l'amnistia". I debiti e i problemi delle famiglie potrebbero risolversi in pochi mesi. Potrebbe sembrare una misura utile anche per il governo Meloni, come è accaduto in passato, soprattutto in un Anno Santo, durante il Giubileo. Tuttavia, va sottolineato che si tratta di una scelta politica, non di un'opzione automatica.
Condono, indulto e amnistia bussano alla porta? La morte di un Papa non costringerà il governo italiano a prendere decisioni immediate, nonostante l’indizione dell’anno giubilare. Sebbene accada in un periodo speciale come questo, la morte di Papa Francesco non comporta automaticamente l’adozione di misure come l’indulto, la grazia, la clemenza o l’amnistia. In Italia, non ci sarà un’abolizione automatica delle pendenze fiscali o penali, anche se tali misure sono da tempo attese dai cittadini.
È importante precisare che non ci saranno grandi cambiamenti in ambito fiscale: non verranno introdotte misure straordinarie come un condono fiscale "tombale". Piuttosto, è possibile che venga istituita la "Rottamazione quinquies", ma non è da considerarsi come una conseguenza diretta né della morte del Papa né dell’anno giubilare.
Al contrario, la Chiesa continua a promuovere l'indulgenza come remissione dei peccati, un concetto stabilito dal Diritto Canonico. Ed è proprio questa distinzione che ha creato qualche confusione in passato. L’indulgenza, infatti, riguarda la liberazione dalle pene temporali che derivano dai peccati commessi dai fedeli pentiti.
In modo diverso, l’indulto rappresenta una misura amministrativa o governativa, che riduce o modula la pena inflitta, senza eliminare il reato. L’amnistia, invece, ha un effetto ben più radicale: fa venire meno il reato stesso, cancellando la rilevanza giuridica dell'atto.
In generale, la Chiesa potrebbe essere vista come un "salvacondotto" per la misericordia e della giustizia sociale, come espressamente richiesto da Papa Francesco. Nella bolla di indizione del Giubileo 2025, Spes non confundit, il Papa ha proposto l'adozione di "forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone".
La Chiesa deve portare avanti gli atti di clemenza affinché "la speranza non deluda", come impegno costante per ridare speranza agli ammalati, ai giovani, agli anziani, ai migranti e ai "miliardi di poveri" nel mondo.
Sebbene venga riconosciuta l'autorità morale della Chiesa, i governi, al momento, non hanno ancora adottato le misure promosse da Papa Francesco, come i condoni, gli indulti e le amnistie.
Non si tratta di una garanzia automatica, ma piuttosto di un'opportunità, come è accaduto nel 2016, in occasione del Giubileo della Misericordia, quando Cuba rilasciò 787 prigionieri tramite amnistia, e il Mozambico liberò mille detenuti tramite indulto.
In Italia, durante l'Anno Santo del 1950, Papa Pio XII concesse misure di clemenza che permisero di alleggerire le pene di molti carcerati. Nella storia recente della Chiesa cattolica, in occasione del Grande Giubileo del 2000, Papa Giovanni Paolo II ha incoraggiato atti di misericordia, come amnistie o indulti, per i detenuti, ma non vennero emanati provvedimenti di amnistie ufficiali.