Naturalmente, non ci sarà alcuna diretta televisiva. Quando si sceglie il nuovo Papa si convoca un conclave non a caso. I cardinali saranno chiusi e isolati dal mondo cum clave all'interno della Sistina e in tutti gli spazi del Vaticano in cui vivranno fino alla fatidica fumata bianca.
Fatto sta che, nell'era dei social, blogger e giornalisti già si stanno attrezzando per offrire una cronaca momento per momento di ciò che accadrà all'interno delle mura Leonine.
E uno dei più bravi sicuramente è Dario D'Angelo, il quale ha pensato a una rubrica ad hoc per l'occasione: "Habemus, diario dal Conclave".
"In un momento eccezionale per la storia della Chiesa, le notizie potranno raggiungervi in piena notte o al mattino presto: non ci sono orari per i retroscena. Non nei venti giorni che ci separano dall'elezione del successore di Pietro", ha scritto sul suo profilo X.
???????????? Si chiama "Habemus. Diario dal Conclave".
— Dario D'Angelo (@dariodangelo91) April 22, 2025
È la nuova rubrica del Blog, e nasce oggi, in un momento eccezionale per la Storia del mondo e della Chiesa. Potrà raggiungervi in piena notte o al mattino presto: non ci sono orari per i retroscena. Non nei 20 giorni che ci… pic.twitter.com/OxuK7xpn9p
Dario D'Angelo, che solo su X conta oltre 50 mila follower, è un esperto di geopolitica e di politica internazionale. Ma è anche molto bravo a dare in pillole notizie verificate con il linguaggio veloce dei social. Ora, anche lui è pronto per il Conclave, "l'elezione più affascinante e misteriosa al mondo, un rito che si ripete da secoli: simbolismo e silenzio, attesa e commozione": così l'ha definito.
Così, la prima osservazione che ha messo nero su bianco è stata che il Conclave da cui scaturirà il prossimo Pontefice è stato plasmato secondo la volontà di Francesco. Del resto, è inevitabile: è capitato a Bergoglio come a tutti i suoi predecessori comporre un collegio cardinalizio che rispecchia la propria idea di Chiesa.
E qual era l'idea di Chiesa di Bergoglio? Una Chiesa sicuramente non eurocentrica, bensì spostata nelle periferie del mondo, come amava ripetere. A costo di rappresentare in Sistina Paesi che hanno una sparuta presenza di cristiani e di escluderne altri di comprovata tradizione cattolica. Su questo, si è ritrovato d'accordo anche Lucio Caracciolo, il direttore di Limes:
E insomma: una certa asiatizzazione della Chiesa è stata compiuta, sebbene in quel continente ci siano solamente 3 cristiani su 100. Ma tant'è: anche in Sistina varrà la regola di una testa, un voto.
La normativa che regola l'elezione del Papa si basa principalmente sulla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis del 1996: fu emanata da Giovanni Paolo II. Ma questa legge elettorale, proprio come capita nella politica italiana, è stata riformata sia da Benedetto XVI che da Francesco.
ha specificato D'Angelo. Dopo 33 scrutini, se non c'è ancora il nome del nuovo Papa coi due terzi dei suffraggi, si procede a un ballottaggio tra i due cardinali che hanno ottenuto il maggior numero di voti nell'ultimo scrutinio. Ma anche in questa fase è necessaria una maggioranza di due terzi per l'elezione. E i due candidati in ballottaggio non possono votare.
Insomma: Oltretevere lo Spirito Santo deve cercare per forza una larga convergenza mentre in Italia, ad esempio, l'elezione del Presidente della Repubblica è prevista con una maggioranza qualificata dei due terzi solo per i primi tre scrutini, poi si passa a una maggioranza semplice.
Ad avere diritto di voto sono i cardinali elettori, tutti i porporati che non abbiano compiuto 80 anni alla data della morte del Papa. Ora, contando anche Becciu, saranno 136 ad andare in Sistina. E se saranno tutti presenti, la soglia numerica per avere la fumata bianca sarà 91.
Ma quando inizieranno le votazioni? Benedetto XVI ha ordinato che dall'introduzione della "Sede vacante" si attendano "per quindici giorni interi gli assenti prima di iniziare il Conclave". Si tratta del tempo necessario affinché tutti gli Eminentissimi possano raggiungere Roma da ogni parte del globo. Ma se tutti fanno subito il biglietto, il Conclave può anche anticiparsi.
Ora: considerato che la sede vacante è stata proclamata già il 21 aprile, le votazioni dovrebbero iniziare martedì 6 maggio.
Per i motivi opposti, però, l'inizio del conclave può anche rimandarsi, ma al massimo di cinque giorni.
Una volta riunitisi e iniziato il conclave, i cardinali non hanno più modo di interagire col mondo esterno. Alloggiano a Casa Santa Marta, all'interno del Vaticano. E anche il percorso che dovranno fare per giungere al Palazzo Apostolico sarà completamente bonificato.
ha scritto D'Angelo, il quale riferisce anche di attività di jamming (disturbo del segnale) per impedire comunicazioni e intercettazioni.
Ma cosa fanno per prima cosa i cardinali che entrano in Sistina? Giurano segretezza assoluta e perpetua con chiunque non faccia parte del conclave. Quindi, il maestro delle celebrazioni pontificie intima l'Extra omnes, il "fuori tutti" che sancisce l'inizio della partita elettorale: chi non ha diritto al voto deve lasciare la cappella.
E se a qualcuno, mentre si discute e si vota, scappa? I cardinali possono lasciare il conclave solo per motivi di salute (non per quelli meramente fisiologici).
Una volta dentro, i cardinali votano quattro volte al giorno, due la mattina e due al pomeriggio. Sulla scheda elettorale che riceve ogni cardinale c'è la dicitura "Eligo in Summum Ponteficem". Sulla scheda ogni porporato scrive il nome che sceglie; quindi la piega e si avvia verso l'altare tenendola ben visibile. Sull'altare della Sistina la poggerà su un piatto d'argento e con questo la calerà in un'urna mentre pronuncia la formula in latino:
E già: è Dio a pronunciarsi in cappella Sistina per mano dei cardinali.
Come avviene lo spoglio? Al termine della sessione di voto, due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto su ogni scheda; un terzo lo pronuncia a voce alta.
Le schede vengono forate e legate insieme per essere poi bruciate all'interno della stufa di ghisa che viene sistemata in Sistina. In caso di mancata elezione, viene aggiunta una miscela per colorare il fumo di nero. In caso contrario, il decano, che in quest'occasione è il segretario di Stato Parolin, si rivolge al candidato designato chiedendogli:
Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?
Qui, i casi sono due: o quello del protagonista di "Habemus Papam" di Nanni Moretti (Dio solo sa se è capitato davvero)
o il diretto interessato fa la volontà di Dio e accetta di diventare Pontefice. Al che, il decano gli chiederà:
Come vuoi essere chiamato?
E solo allora si bruceranno le schede aggiungendo il colorante bianco.
Da lì - informa sempre D'Angelo - si passerà alla vestizione nella cosiddetta "stanza delle lacrime": in pratica, è la sagrestia della Cappella Sistina, laddove si dice che spesso il prescelto scoppi in lacrime per l'emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che ha appena accettato.
Il tutto, mentre fuori la piazza già lo reclama. Il passo successivo sarà quello che lo farà entrare nella storia: sarà annunciato con l'Habemus Papam
Ma qual è la formula latina che il cardinale protodiacono (vale a dire quello nominato da più tempo, in questo caso il francese Dominique Mamberti)
reciterà per introdurlo? Eccola:
Quindi, il nuovo Papa uscirà sulla Loggia delle Benedizioni della facciata di San Pietro per farsi vedere dal mondo per la prima volta.