È vero che le cartelle esattoriali si cancellano dopo 6 mesi? Cos’è davvero la regola dei 180 giorni? E cosa c'entra il discarico automatico delle cartelle? Trovare un asso nella manica capace di annullare automaticamente i debiti dopo sei mesi è, purtroppo, pura fantasia.
Il mondo gira veloce — e non certo nella direzione che vorremmo — spingendo in avanti la macchina della riscossione. Con amara delusione, e una bella dose di normativa, va chiarito fin da subito: non esiste nessuna legge recente che preveda la cancellazione dei debiti in tempi così brevi.
Per fare davvero il punto, analizziamo le disposizioni contenute nel Decreto Legislativo 110/2024, attuativo della delega fiscale e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 agosto 2024. Questo decreto traccia la prima rotta verso un discarico automatico delle cartelle, ma con tempi molto diversi: parliamo di un orizzonte operativo di almeno cinque anni, non certo di sei mesi. Vediamo insieme come funziona davvero.
A partire dalla prima edizione della riscossione 2025, i crediti affidati all’Agenzia delle Entrate – Riscossione dal 1° gennaio 2025 in poi, nel caso di mancato recupero, dovranno essere restituiti all’Ente creditore (Comune, INPS, ecc.), entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla data di affidamento.
In altre parole, si introduce un vero e proprio “ritorno al mittente”: se l’AdeR non riesce a riscuotere, il credito torna all’ente originario.
L’obiettivo è quello di rendere la riscossione più efficace, snella e circoscritta nel tempo, superando anni di accumulo e lentezza burocratica che hanno appesantito il cosiddetto “magazzino” dei crediti non riscossi.
È importante fissare un punto chiave: entro il 31 dicembre 2030, tutti i carichi affidati dal 1° gennaio 2025 in poi, se non riscossi, saranno oggetto di un programma di discarico mirato.
Attenzione, però: non sempre si attenderanno i cinque anni. L’AdeR può decidere di anticipare il discarico in alcune situazioni ben definite, come nei casi in cui il debitore risulti nullatenente, fallito o comunque privo di beni aggredibili.
La cancellazione automatica delle cartelle esattoriali dopo 180 giorni non avviene nemmeno per effetto della prescrizione, che può essere interrotta da solleciti di pagamento, intimazioni o altri atti formali.
La prescrizione comporta la perdita del diritto di riscossione, il che significa che il creditore non può più pretendere il pagamento, a condizione che trascorra un determinato periodo di tempo senza che vi siano stati atti interruttivi (cioè azioni che riattivano i termini).
In generale, i tempi di prescrizione senza interruzioni seguono queste regole:
Quindi, anche se i debiti possono effettivamente sparire, non succede in automatico né in 180 giorni, ma solo dopo tempi ben precisi e in assenza di qualunque atto interruttivo.
Al momento, l’unico appuntamento certo è la scadenza del 30 aprile 2025 per presentare la domanda di riammissione alla Rottamazione quater, riservata a chi è decaduto dai benefici della misura agevolativa per mancato pagamento delle rate entro il 31 dicembre 2024.
Sul fronte di una nuova edizione — la cosiddetta Rottamazione quinquies — non ci sono ancora notizie ufficiali. La proposta è ferma in fase di discussione, e quindi non esiste ad oggi alcun provvedimento concreto.
Facciamo quindi chiarezza: