E' come una specie di sospiro di sollievo quello che hanno levato i cardinali delle congregazioni pre-Conclave dopo la soluzione del caso Becciu, che tanto imbarazzo aveva suscitato nelle fasi preparatorie e altrettanto rischiava di suscitarne anche dopo l'elezione del nuovo Papa. Sulla vicenda, la Congregazione dei cardinali "ha preso atto che egli, avendo a cuore il bene della Chiesa, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave, ha comunicato la sua decisione di non partecipare ad esso". Al riguardo, in una dichiarazione, "esprime apprezzamento per il gesto da lui compiuto ed auspica che gli organi di giustizia competenti possano accertare definitivamente i fatti".
Ma se il caso Becciu appare risolto per quanto riguarda il Conclave, la vicenda di certo non si esaurisce qui. Il porporato sardo è fermamente intenzionato ad avere una riabilitazione, dopo essere stato privato nel 2020 da papa Francesco dei diritti del cardinalato, e a dimostrare la propria innocenza, dopo la condanna in primo grado nel processo per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita del palazzo di Londra a cinque anni e sei mesi di reclusione per i reati di peculato e truffa aggravata ai danni della Santa Sede. Il prossimo 22 settembre inizierà in Vaticano il processo d'appello, ma in tutte le sede Becciu continua a proclamare di essere stato vittima di una "macchinazione": e anche la pubblicazione di chat relative al suo processo, finite anche alle Iene, a suo avviso lo dimostrerebbe.