Molti l'hanno presa come l'ennesima "vannacciata": poco più di una provocazione lanciata sui social per far parlare di sé. Sta di fatto che il primo maggio il Generale della Lega Roberto Vannacci non ha trovato di meglio che far notare che a Santa Maria Maggiore, dove ha voluto essere seppellito Papa Francesco, c'è anche la tomba di Junio Valerio Borghese, uno degli eroi dell'europarlamentare.
Il perché è presto detto: Borghese fu il comandante della X, la famigerata Decima flottiglia Mas, una squadra di irriducibili fascisti che si rese responsabile di vari attacchi militari contro le forze partigiane.
Junio Valerio Borghese nacque a Roma nel 1906 e fu un militare e politico italiano. All'indomani dell'armistizio dell'8 settembre, decise di rimanere fedele al regime fascista. Per questo, comandò la X flottiglia Mas, la squadra che si rese protagonista di vari attacchi ai danni delle forze della Resistenza italiana.
Molti di questi atti furono riconosciuti come crimini di guerra negli anni Novanta del Novecento. Fatto sta che questo, negli anni precedenti, non gli impedì di avere una carriera politica. Dal 1951 al 1953 fu presidente onorario del Movimento Sociale Italiano. Tuttavia, il suo nome è entrato nella storia del nostro Paese non per una dinamica democratica, ma per il tentativo di golpe fallito nel 1970 in seguito al quale fu costretto a trasferirsi in Spagna chiedendo protezione al dittatore Francisco Franco fino alla morte, che avvenne a Cadice nel 1974.
Le sue spoglie, in ogni caso, riposano in Italia, a Santa Maria Maggiore, la più importante chiesa mariana di Roma scelta per il suo sepolcro anche da Papa Francesco.
Come mai il fuggitivo Borghese da morto è tornato in Italia? Perché proprio a Santa Maria Maggiore? La risposta sta nel fatto che Borghese apparteneva a una nobile famiglia romana che proprio nella basilica mariana ha la sua cappella. Lui stesso vantava il titolo di principe.
E quindi: l'occasione è stata troppo ghiotta per il Generale Vannacci. Il quale, infatti, non ha perso l'occasione per scrivere uno dei suoi post destinati a suscitare polemiche:
E certo: tutto fa brodo per il Generale della Lega. Ma in questo caso c'è da chiedersi se vale la livella di Totò: i morti sono tutti uguali? Il principe nero Junio Valerio Borghese vale Papa Francesco?
Di sicuro la livella di Vannacci non regge quella di Antonio De Curtis: ha tutt'altra logica, quella della provocazione da social media, non quella della riflessione che proponeva il Principe della risata originario di Napoli. Il quale, del resto, ben conosceva chi è ancora in questo mondo, finendo la sua famosissima poesia così: