04 May, 2025 - 16:05

Chi è il cardinale che ha accusato: "Nel conclave troppi traditori di Papa Francesco"

Chi è il cardinale che ha accusato: "Nel conclave troppi traditori di Papa Francesco"

La data dell'elezione del nuovo Papa dovrebbe essere giovedì 8 maggio, il giorno dopo l'inizio del Conclave in programma mercoledì 7 alle ore 16.30. I primi due scrutini, a meno di clamorosi sviluppi, daranno origine ad altrettante fumate nere. La partita per la successione di Papa Francesco, quindi, dovrebbe decidersi solo l'indomani.

Fatto sta che se subito dopo la morte di Bergoglio i cardinali si dicevano ottimisti per un conclave breve e un accordo a portata di mano per designare il suo successore, qualcosa sembra essere cambiato nelle ultime ore. C'è molto più lavoro da fare rispetto alle previsioni per entrare in Sistina con un nome già forte capace di raggiungere i due terzi dei voti su un totale di 133 cardinali elettori.

Nelle Congregazioni che si sono succedute in questi giorni, poi, non sono mancate polemiche. Tanto che oggi il Fatto Quotidiano ha svelato che il cardinale (non elettore, avendo 82 anni) Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, honduregno e molto vicino a Papa Francesco, ha già lasciato i lavori preparatori del Conclave lanciando un'accusa molto pesante: 

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Ho visto troppi voltagabbana

Chi è il cardinale Maradiaga, il cardinale che ha accusato i traditori di Francesco

Secondo la ricostruzione del vaticanista del Fatto Francesco Antonio Grana, Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, 82 anni, salesiano originario dell'Honduras, nel 2013, fu il vero regista dell'elezione al Soglio di Pietro di Jorge Mario Bergoglio. All'epoca era arcivescovo di Tegucigalpa. Ma con Tarcisio Bertone riuscì a far confluire i voti necessari sul Papa argentino.

Fatto sta che oggi, da porporato non elettore, ha già lasciato Roma come non avrebbe mai voluto: nel corso delle congregazioni, ha dovuto prendere atto che ci sono molti ex bergogliani "voltagabbana".

Il cronista del giornale diretto da Marco Travaglio l'ha messa così:

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Maradiaga ha fatto il suo intervento nelle congregazioni generali dei cardinali e ha già preso l'aereo di ritorno per l'Honduras con l'amarezza di aver visto la fine di un'era e tante pugnalate al pontificato di Bergoglio da cardinali nominati proprio da lui, un sentimento condiviso da pochi fedelissimi di Francesco

Che significa? Che la cosiddetta ala progressista o quantomeno quella che vorrebbe muoversi in continuità con l'ultimo pontificato è in difficoltà, si sta riducendo di numero rispetto alle previsioni della vigilia di questo conclave? 

Chi sta perdendo consenso

Se le parole di Maradiaga trovassero conferma, le possibilità di vedere vestito di bianco un uomo vicino alle posizioni progressiste di Bergoglio (uno su tutti, l'italiano Matteo Zuppi) si ridurrebbero al lumicino. Al contrario, significherebbe che l'ala più conservatrice si starebbe rafforzando. 

Fatto sta che ad oggi, alla vigilia della settimana che dovrà portare il nuovo Pontefice non sembra essere propriamente a portata di mano un nome unitario. Così anche i pochi bergogliani rimasti per il conclave la partita è in salita: dal cardinale Victor Manuel Fernandez al vicario generale per Roma Baldassare Reina, tutti hanno già fatto suonare i campanelli d'allarme:

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La gente ha riconosciuto a Papa Francesco di essere stato un pastore universale: la barca di Pietro ha bisogno di questa navigazione larga che sconfina e sorprende. Questa gente porta nel cuore inquietudine e mi pare di scorgervi una domanda: che ne sarà dei processi avviati?

ha ripetuto quest'ultimo nel corso dell'ultima delle nove congregazioni generali già tenutesi finora. Ma tant'è: il messaggio raccolto del Fatto è questo:

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Siamo ancora in alto mare: abbiamo bisogno di tempo

Per questo anche domani ci sarà una doppia seduta per le congregazioni generali. E martedì è già stata calendarizzata una al mattino.

L'obiettivo unità in Sistina

Per arrivare a mercoledì pomeriggio in un clima unitario, l'obiettivo delle congregazioni di domani e martedì sarà anche quello di sminare il campo dai possibili sabotaggi costruiti ad arte come quello che nei giorni scorsi ha investito il Segretario di Stato Pietro Parolin: secondo un sito americano, nel corso di una delle riunioni svoltesi in questi giorni, avrebbe accusato un malore. Ma questa notizia è stata smentita dal Vaticano.  

 

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Giovanni Santaniello
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