05 May, 2025 - 10:29

Gerri è tratto da una storia vera? Ecco dove trae ispirazione la nuova serie Rai con Giulio Beranek

Gerri è tratto da una storia vera? Ecco dove trae ispirazione la nuova serie Rai con Giulio Beranek

La nuova serie crime di Rai 1, Gerri, è uno dei titoli più attesi del 2025, non solo per il cast guidato da Giulio Beranek e Valentina Romani, ma anche per la sua origine letteraria.

Diretto da Giuseppe Bonito e prodotto da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction, il progetto nasce dai romanzi di Giorgia Lepore, pubblicati da Edizioni E/O. Gerri è più di un semplice poliziesco: è un viaggio nell’identità di un uomo tormentato, l’ispettore Gregorio Esposito, detto appunto Gerri, che porta sullo schermo un racconto noir dal forte impatto emotivo.

Da dove nasce Gerri: la saga di Giorgia Lepore

La serie Gerri prende ispirazione diretta dalla quadrilogia di Giorgia Lepore, composta da I figli sono pezzi di cuore, Angelo che sei il mio custode, Il compimento è la pioggia e Forse è così che si diventa uomini. I romanzi raccontano le indagini dell’ispettore Gerri Esposito, un investigatore fuori dagli schemi, segnato da un’infanzia difficile e da un costante senso di sradicamento.

Ambientati nel Sud Italia, i libri mescolano atmosfere cupe, temi sociali e introspezione psicologica, caratteristiche che la serie Rai ripropone con intensità visiva e narrativa.

Adattare per la televisione un personaggio così stratificato non è stato semplice: gli sceneggiatori Sofia Assirelli e Donatella Diamanti hanno lavorato per mantenere intatto il cuore dei romanzi, rispettandone tono, ritmo e coralità. Il risultato è un crime che non si limita all’indagine, ma che affonda nella ricerca di senso, memoria e identità.

Gerri: un crime esistenziale tra passato e presente

Gregorio “Gerri” Esposito non è il classico poliziotto da fiction. Nato in un contesto difficile e cresciuto tra un prete e una suora laica, Gerri è un uomo che porta dentro di sé molte ferite e domande irrisolte. La serie esplora la sua psiche, alternando i casi da risolvere con la sua personale indagine interiore.

Il fascino di Gerri sta tutto nella sua complessità: investigatore brillante, affascinante ma autodistruttivo, è incapace di creare relazioni stabili, soprattutto con le donne. L’unica a incrinare questa corazza è Lea Coen, interpretata da Valentina Romani, viceispettrice tanto risoluta quanto immune al suo carisma.

La narrazione si sviluppa in Puglia, terra carica di contrasti e atmosfere suggestive, che diventa essa stessa protagonista della serie. Con l’ispettore Esposito, ogni episodio è un tassello di un puzzle più grande: la ricostruzione di sé, dei legami familiari perduti, del bisogno di appartenenza.

Un cast corale per una serie crime fuori dagli schemi

A rendere Gerri ancora più coinvolgente è la presenza di un cast corale di qualità. Accanto a Beranek e Romani, troviamo attori del calibro di Fabrizio Ferracane, Roberta Caronia, Irene Ferri, Lorenzo Adorni, Cristina Pellegrino e Massimo Wertmüller. Ognuno di loro interpreta personaggi che non sono semplici comparse, ma parte integrante della storia del protagonista. È proprio questa coralità, voluta fin dall’adattamento, a distinguere la serie da molti altri prodotti crime.

Come Il commissario Montalbano, anche Gerri riesce a mescolare tensione investigativa, introspezione psicologica e momenti di umorismo, senza mai perdere autenticità.

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Achiropita Cicala
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