Mancano due giorni all'inizio del Conclave che dovrà decidere il successore di Papa Francesco e il clima attorno al Vaticano si fa sempre più velenoso. Ieri, dalle parti di piazza San Pietro, è piombata come un macigno un'accusa gravissima per due dei cardinali dati tra i favoriti a diventare pontefice.
Sott'accusa si sono ritrovati il Segretario di Stato di Bergoglio, l'italiano Pietro Parolin, e il filippino di madre cinese già prefetto di Propaganda Fide Antonio Tagle.
Ma per cosa? Per aver coperto abusi sessuali. O quantomeno, non aver fatto tutto ciò che era nel loro potere per evitarli. L'accusa è arrivata da Oltreoceano, dagli Stati Uniti per la precisione. Nello specifico, dal sito conservatore bishopaccountability.org. Con fondamenti solidi o solo con l'intento di turbare il Conclave che inizierà mercoledì alle ore 16:30?
Di certo, la tempistica di accuse tanto gravi lascia quantomeno sospetti. Come mai proprio in questi giorni, nell'imminenza di un Conclave, vengono a galla delle notizie gravi per due principi della Chiesa?
Per gli abusi sessuali da anni la Chiesa ha dichiarato tolleranza zero. Papa Francesco ha voluto una sezione specifica nella prefettura della Dottrina della fede per raccogliere e verificare segnalazioni e denunce. Ma tant'è: ciò non ha impedito che le notizie velenose su questo campo circolassero e mettessero a repentaglio il clima del Conclave.
Tanto più che bishopaccountability.org ha preannunciato che quelli di Parolin e Tagle sono solo i primi due nomi che farà prima che inizi la partita della Sistina: entro mercoledì, il sito statunitense è pronto a fare altri nomi.
Ma che tipo di sito è quello che punta il dito contro i cardinali in procinto di entrare in Conclave?
si legge sulla homepage.
Sta di fatto che ogni accusa, naturalmente, va provata e dovrebbe essere un tribunale indipendente a sancirne la consistenza. Tanto più se quell'accusa è grave come nel caso di Parolin e Tagle. Altrimenti, si finisce solo per intorpidire le acque. Si finisce per pensare che sia solo parte di una strategia per indebolire i cardinali che alla vigilia sono tra i più accreditati ad essere eletti sul Soglio di Pietro.
Insomma, la possibilità che si siano messe in moto null'altro che macchine del fango è alta in queste ultime ore che separano dall'inizio del Conclave.
Gian Guido Vecchi, il vaticanista del Corriere della Sera, ad esempio, ha fatto questa riflessione:
Tanto basta per catalogare le accuse come veleni ad orologeria?
Del resto, il Segretario di Stato Pietro Parolin, in questi giorni, già si è ritrovato, suo malgrado, al centro di un'altra fake news: il 2 maggio scorso, ancora dei siti americani (in particolare Catholicvote.org) avevano diffuso la notizia secondo la quale un improvviso stato di malessere avrebbe colpito il cardinale italiano durante la Congregazione di mercoledì della scorsa settimana.
Sono dovute intervenire fonti ufficiali del Vaticano per smentire questa notizia.
Ma è da allora che si è cominciato a spargere dei veleni attorno e all'interno delle mura Leonine. La strategia, del resto, anche in questo caso, è apparsa subito chiara: insinuare il dubbio che le condizioni di salute di Parolin non gli consentano di guidare la Chiesa.
Ora, invece, il cardinale italiano è chiamato in causa assieme a Tagle con l'accusa di aver coperto eventuali abusi. Segno paradossale che la sua candidatura a succedere a Francesco è ancora forte.