05 May, 2025 - 16:28

Conclave 1903, cos'è successo? Storia dell'elezione di Papa Pio X

Conclave 1903, cos'è successo? Storia dell'elezione di Papa Pio X

Il Conclave del 1903 è ricordato come uno degli eventi più significativi e controversi della storia della Chiesa cattolica moderna. Non solo segnò l’elezione di Giuseppe Sarto, il futuro Papa Pio X, ma fu anche teatro dell’ultimo veto imposto da una potenza secolare sull’elezione pontificia, episodio che avrebbe cambiato per sempre le regole del Conclave e i rapporti tra Chiesa e Stati europei.

Conclave 1903, il contesto: la morte di Leone XIII

Il 20 luglio 1903 moriva a Roma Papa Leone XIII, dopo un pontificato durato 25 anni e sei mesi. Il suo regno aveva segnato una stagione di aperture verso il mondo moderno, ma anche di forti tensioni politiche, soprattutto con l’Italia e la Francia. Alla sua morte, la Chiesa si trovava in una fase di fermento: i rapporti con gli Stati erano difficili, le questioni sociali e il modernismo agitavano il dibattito interno, e molti cardinali sentivano la necessità di una svolta pastorale rispetto alla linea diplomatica e politica di Leone XIII.

Il Conclave: i partecipanti e i favoriti

Il Conclave si aprì il 31 luglio 1903 nella Cappella Sistina. Dei 64 cardinali allora viventi, 62 parteciparono alle votazioni (due erano assenti per malattia o per impossibilità a raggiungere Roma in tempo). Il collegio cardinalizio era quasi interamente composto da porporati creati da Leone XIII, con la sola eccezione del decano Luigi Oreglia di Santo Stefano, nominato da Pio IX. La composizione era fortemente eurocentrica: l’unico cardinale non europeo era lo statunitense James Gibbons.

Tra i papabili, il nome più forte era quello del cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, segretario di Stato di Leone XIII, sostenuto dalla Francia e visto come il candidato della continuità. Rampolla era però inviso ad Austria-Ungheria, Germania e Italia, per le sue posizioni filo-francesi e per il riavvicinamento della Santa Sede a Russia e Francia.

Il veto dell’Austria: l’ultima ingerenza politica

Il 2 agosto 1903, durante una delle votazioni, il cardinale Jan Puzyna, arcivescovo di Cracovia, si alzò per leggere un messaggio dell’imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe I: era il veto ufficiale contro l’elezione di Rampolla, esercitando l’antico privilegio dello “jus exclusivae”. L’intervento suscitò sdegno tra molti cardinali, che protestarono contro l’ingerenza esterna. Rampolla stesso rispose con fermezza, dichiarando che la dignità del Sacro Collegio era stata offesa, ma che egli rimetteva la sua causa nelle mani dei confratelli.

Nonostante il veto, Rampolla continuò a ricevere voti, ma non raggiunse mai la maggioranza dei due terzi richiesta per l’elezione. Il veto, pur non avendo valore canonico, influenzò comunque l’orientamento del Conclave, spingendo molti cardinali a cercare un candidato di compromesso.

L’elezione di Giuseppe Sarto

Dopo sette scrutini, il 4 agosto 1903, la scelta cadde su Giuseppe Melchiorre Sarto, patriarca di Venezia. Sarto era noto per la sua umiltà, il suo stile pastorale e la sua estraneità alle grandi manovre diplomatiche. Era visto come figura di rottura rispetto al passato recente, capace di incarnare una Chiesa più vicina al popolo e meno coinvolta nelle dispute politiche.

Sarto, inizialmente restio ad accettare, cedette alle pressioni dei confratelli e fu eletto con 50 voti su 62. Assunse il nome di Pio X, in onore dei papi che avevano guidato la Chiesa nei momenti difficili del passato. L’annuncio dell’elezione fu dato dal cardinale protodiacono Luigi Macchi, e l’incoronazione avvenne il 9 agosto 1903 nella Basilica di San Pietro.

Le conseguenze: la fine del veto e le riforme di Pio X

Appena eletto, Pio X volle eliminare per sempre la possibilità di ingerenze esterne nell’elezione del Papa. Nel gennaio 1904 promulgò la costituzione apostolica Commissum nobis, che aboliva il diritto di veto e scomunicava chiunque avesse tentato di esercitarlo o di favorirlo. La sua decisione sancì la piena autonomia del Conclave e la chiusura di un’epoca in cui le monarchie cattoliche potevano influenzare la scelta del Pontefice.

Il pontificato di Pio X (1903-1914) fu segnato da riforme profonde: la lotta al modernismo, la promozione della comunione frequente, la riforma della musica sacra e della Curia romana, la redazione del Catechismo di Pio X, la condanna della separazione tra Chiesa e Stato in Francia e l’attenuazione del non expedit in Italia.

Un Conclave che ha fatto la storia

Il Conclave del 1903 resta nella memoria come l’ultimo in cui una potenza secolare tentò di imporre la propria volontà sulla Chiesa. L’elezione di Pio X segnò l’inizio di una nuova stagione, in cui la libertà e l’indipendenza della Chiesa sarebbero diventate principi inviolabili. La figura di Pio X, pastore umile e riformatore, avrebbe lasciato un segno profondo nella storia della Chiesa, tanto da essere canonizzato nel 1954.

Oggi, il Conclave del 1903 è ricordato non solo per le sue tensioni e i suoi colpi di scena, ma come il momento in cui la Chiesa scelse la propria autonomia, aprendo la strada a un nuovo rapporto tra fede, potere e società.

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