Il Conclave, la riunione segreta dei cardinali per l’elezione del nuovo Papa, è uno degli eventi più solenni e misteriosi della Chiesa cattolica. Ma dove si svolge il Conclave? Come sono cambiate nel tempo le sue sedi e quali sono le ragioni storiche e simboliche dietro la scelta dei luoghi che hanno ospitato questa delicata procedura? Ripercorriamo la storia delle sedi del Conclave, dalle origini medievali fino ai giorni nostri.
Il 1492 segna una svolta: per la prima volta, il Conclave si svolge nella Cappella Sistina, con l’elezione di papa Alessandro VI. Da quel momento, la Cappella Sistina diventa la sede principale delle elezioni papali, grazie anche alla sua posizione centrale nel Vaticano e al suo valore simbolico e artistico, dominata dal Giudizio Universale di Michelangelo. Tuttavia, solo dal 1878, con l’elezione di Leone XIII, la Sistina diventa sede fissa di tutti i conclavi.
Un’eccezione significativa si ebbe nel 1800, quando papa Pio VII fu eletto a Venezia, poiché Roma era occupata dalle truppe napoleoniche.
La scelta della Cappella Sistina non è solo logistica ma altamente simbolica: è il cuore spirituale e artistico della Chiesa, il luogo dove la storia, la fede e l’arte si incontrano. Qui, sotto lo sguardo del Giudizio Universale, i cardinali si riuniscono “cum clave” per eleggere il successore di Pietro, perpetuando una tradizione che, pur tra cambiamenti e adattamenti, resta uno dei riti più solenni e misteriosi della cristianità.
Il termine “Conclave” deriva dal latino cum clave, cioè “(chiuso) con la chiave” o “sottochiave”. La pratica di chiudere i cardinali in un luogo segreto per eleggere il Papa nasce da esigenze molto concrete: evitare interferenze esterne e pressioni politiche. La prima elezione “cum clave” documentata risale al 1118, quando papa Gelasio II fu eletto nel monastero di San Sebastiano sul Palatino, a Roma, in piena lotta per le investiture. In quell’occasione, i cardinali si riunirono in un luogo segreto e chiuso al pubblico proprio per difendere l’autonomia della scelta.
Tuttavia, il vero punto di svolta avviene nel 1268-1271, durante l’elezione più lunga della storia della Chiesa: i cardinali, riuniti nel Palazzo papale di Viterbo, impiegarono quasi tre anni per eleggere il nuovo Pontefice. Stanchi dell’attesa, gli abitanti di Viterbo decisero di murare le porte e scoperchiare il tetto del palazzo, costringendo i cardinali a una clausura forzata che portò infine all’elezione di Gregorio X. Fu proprio Gregorio X, nel 1274, a istituire ufficialmente il Conclave con la costituzione apostolica Ubi Periculum, stabilendo che l’elezione dovesse avvenire in un luogo chiuso a chiave sia dall’interno che dall’esterno.
Nei secoli successivi, la sede del Conclave non fu fissa. Per tradizione, i cardinali si riunivano nel luogo dove il Papa era morto, che poteva essere Roma, Perugia, Viterbo o altre città italiane. Perugia, ad esempio, rivendica il primato del primo conclave nel 1216, quando i cardinali furono chiusi a chiave per eleggere Onorio III. Tuttavia, fu Viterbo a diventare sede papale tra il 1257 e il 1281, ospitando alcune delle elezioni più travagliate della storia.
Nel corso del tempo, anche altre città italiane come Siena, Firenze e il Palazzo del Quirinale a Roma ospitarono i conclavi, soprattutto in periodi di instabilità politica o quando Roma era considerata troppo turbolenta.
Oggi il Conclave si svolge esclusivamente nella Cappella Sistina, all’interno della Città del Vaticano. I cardinali elettori, provenienti da tutto il mondo, alloggiano a Casa Santa Marta, una residenza vaticana moderna e protetta, e percorrono un percorso blindato fino alla Sistina, dove si svolgono le votazioni sotto il celebre affresco di Michelangelo. Tutti i partecipanti – cardinali, officiali, addetti ai lavori – prestano giuramento di segretezza, e i percorsi sono sigillati per garantire la clausura e l’assenza di interferenze esterne.
Il cerimoniale prevede che, dopo ogni scrutinio, le schede siano bruciate in una stufa speciale: il fumo nero o bianco che esce dal comignolo della Sistina annuncia al mondo l’esito delle votazioni.
Nel Novecento e nel Duemila, la normativa sul Conclave si è ulteriormente irrigidita. Dal 1970, con una lettera apostolica di Paolo VI, i cardinali che hanno compiuto 80 anni perdono il diritto di voto e di ingresso in Conclave. La costituzione Universi Dominici Gregis (1996) stabilisce che l’elezione debba avvenire solo tramite scrutinio segreto e che i cardinali elettori non debbano superare il numero di 120.