A chi gli chiedeva perché non avesse mai fatto sport, Giulio Andreotti era solito rispondere che tutti i suoi amici che avevano preso l'abitudine di praticarlo erano morti. Verità, leggenda? Ma chissà se oggi il sette volte presidente del Consiglio non si sia reincarnato, almeno per un minuto, nel corpo di Antonio Tajani per ribadire questo suo monito.
Insomma: piano con lo sport, ragazzi. Oggi, in occasione degli stati generali organizzati da Forza Italia sull'argomento, il messaggio del leader azzurro è stato pressappoco questo. Tajani, novello Andreotti.
E insomma: come in tutte le cose della vita, il troppo stroppia. Anche lo sport: va bene, ma con moderazione. Antonio Tajani dixit in calce agli stati generali del suo partito.
Il segretario di Forza Italia, evidentemente, voleva solo rimarcare questo concetto. Ma, a un certo punto, si è infilato in un parallelo storico assai scivoloso. Ha sostenuto, infatti, che il fascismo, come tutte le dittature, ha considerato lo sport in maniera ossessiva, "magari per far distrarre la gente dalla politica". E che quindi oggi lo sport si deve considerare sì come una cosa importante, ma non certo come ai livelli del Ventennio.
In altre parole, ma sempre di Tajani:
come da immagini della propaganda dell'Istituto Luce.
E comunque, andando al nocciolo: secondo Tajani, lo sport nell'Italia repubblicana ha pagato uno scotto non da poco in quanto nel periodo fascista era stato vissuto come una vera ossessione dal regime. Per reazione, quindi, una volta eliminata la dittatura, si volle ridimensionare anche l'aspetto sportivo nella vita degli italiani.
ha incoraggiato a fare il numero uno di Forza Italia. Mens sana in corpore sano, insomma: Tajani non se l'è sentita di dare torto agli antichi.
E del resto: di recente lo sport è stato introdotto anche nella nostra Costituzione. Nel 2023, all'articolo 33 della nostra Carta, venne aggiunto questo comma
Con calma però, eh!
Sta di fatto che l'avvertimento che bisogna fare sport ma senza esserne ossessionati in un convegno di Forza Italia è un po' il segno dei tempi.
Di sicuro non come Benito Mussolini, ma anche Silvio Berlusconi, in vari momenti della sua vita, ne fu quantomeno preso in maniera importante.
Un esempio? Almeno due volte costrinse i suoi più stretti collaboratori a fare jogging con lui. La prima (almeno, la prima testimoniata da foto) fu nel 1995 nella sua villa alle Bermuda denominata Blue Horizon. Tutti di bianco vestiti, Berlusconi invitò alla corsetta Gianni Letta, Fedele Confalonieri, Marcello Dell'Utri, Adriano Galliani, Carlo Bernasconi e chissà se già all'epoca c'era Antonio Tajani. A seguire, distanziato.
La seconda volta, nel 2002, a villa Certosa. E anche in questo caso chissà Antonio Tajani dov'era...
E comunque: viene da chiedersi cosa ne avrebbe pensato il Cavaliere delle parole spese oggi dal suo successore alla guida di Forza Italia
Un fatto, però, è sicuro: l'eredità sportiva del Cavaliere non è andata dispersa.
Le cronache degli ultimi mesi ci informano che è stata fatta propria dal nipote Lorenzo, il figlio 14enne di Pier Silvio e Silvia Toffanin. Dicono che sia un astro nascente del pugilato. L'allenatore lo giudica "tosto e tecnico". E lui ha vinto sei incontri su sei. Ma non ditelo a Tajani-Andreotti, che non vuole essere ossessionato nemmeno dal pensiero dei Berlusconi.