07 May, 2025 - 10:20

Soldi e proprietà, il nuovo Papa eredita un tesoro miliardario: ecco a quanto ammonta

Soldi e proprietà, il nuovo Papa eredita un tesoro miliardario: ecco a quanto ammonta

Quanto vale il patrimonio economico e finanziario che il nuovo Papa sarà chiamato a gestire nelle vesti di monarca? Il Vaticano rimane uno degli Stati più ricchi del mondo nonostante il fatto che negli ultimi anni si siano succeduti scandali con bilanci in rosso e un uso spregiudicato dei fondi della Segreteria di Stato.

Ammanchi e faccendieri di almeno dubbia moralità hanno riempito spesso le pagine dei giornali. Tant'è che, col caso Becciu, le conseguenze hanno impattato anche nella composizione del collegio cardinalizio del conclave.

Sta di fatto che il Vaticano è dal 2022 che non rende pubblico il suo bilancio consolidato.

Si può solo ipotizzare, quindi, che il suo deficit annuo si aggiri attorno ai 70 milioni. Che il patrimonio che passa in eredità al nuovo Pontefice è di circa 3 miliardi di euro. Ma che le risorse controllate direttamente dalla Santa Sede siano di oltre 11 miliardi. 

Di questi, 5 miliardi sono le vere disponibilità finanziarie e 6 derivano dalla parte immobiliare considerando solo palazzi e appartamenti non direttamente collegati all'attività istituzionale della Santa Sede.

Soldi e proprietà, il tesoro miliardario del nuovo Papa

Per mettere al riparo il tesoro che nelle prossime ore passerà nelle mani del nuovo Papa, c'è da dire che Francesco ha decurtato del 10% il "piatto cardinalizio" (vale a dire lo stipendio che spetta ai cardinali: circa 5000 euro) e tagliato gli affitti di favore ai porporati. 

La spending review di Bergoglio è stata una mossa obbligata per tamponare una vera e propria emorragia se è vero (come è vero) che i magistrati del Papa non molto tempo fa hanno avuto modo di registrare "un sistema marcio, predatorio e lucrativo con soggetti improbabili se non improponibili che hanno attinto alle risorse della Santa Sede grazie a limitate ma assai incisive complicità e connivenze interne".

Ora, il nuovo Pontefice riuscirà a continuare l'opera di messa in sicurezza del tesoro vaticano?

Le riforme avviate per salvare il tesoro

Se Papa Bergoglio ha lasciato un'eredità concreta è stata la riforma che ha voluto nel febbraio 2021 con la quale ha tolto alla Segreteria di Stato la discrezionalità con cui investire i soldi.

Per fare questo, è stato istituito un ente ad hoc, l'Apsa, acronimo che sta per Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. La novità ha comportato il fatto che dopo mezzo secolo finalmente i bilanci, almeno in sintesi, sono stati resi pubblici, come nelle best practices raccomandate a livello internazionale. 

Papa Francesco, poi, in seguito agli ultimi scandali come quello del palazzo di Londra che ha coinvolto il cardinale Becciu, ha deciso anche che i soldi del Vaticano possono essere investiti solo con rischio zero. Gli analisti li chiamano "investimenti da vedove" perché si pongono l'obiettivo non di guadagnare, non di lucrare, ma di preservare l'eredità mantenendo il risparmio accumulato. 

Questo modo di agire ha permesso nel 2023 di avere un fatturato da 27,6 milioni di euro.

Le entrate del Vaticano

Ma da dove arrivano i soldi al Vaticano? Una delle voci più consistenti rimane il cosiddetto Obolo di San Pietro: le offerte che i fedeli fanno al Papa. Nel 2023, il Fondo Obolo ha incassato 52 milioni.

Come vengono spesi questi soldi? Solo il 10% per attività caritatevoli. Il resto viene impegnato per sostenere le spese della curia romana, le ambasciate vaticane (le nunziature), la comunicazione, l'uniformità del rito e i tribunali ecclesiastici.

In ogni caso: c'è da dire che l'Obolo di San Pietro è in costante diminuzione. Solo nel 2009, le donazioni superavano gli 82 milioni.

Le altre entrate sono garantite, invece, dagli incassi dei Musei Vaticani, dei turisti a San Pietro, dai diritti d'autore dei libri del Papa e di altre pubblicazioni, dall'Apsa e dallo Ior, che è l'altra macchina economica della Santa Sede. 

Il patrimonio da gestire

E comunque: i circa 3 miliardi di euro da gestire per il nuovo Papa provengono da due macroaree: quella mobiliare e quella immobiliare. Nella prima rientrano i titoli azionari, le obbligazioni, le quote di fondi altrui acquistati dall'ente e la liquidità.

Il patrimonio immobiliare della Chiesa, poi, è davvero sconfinato: include 5 mila edifici, per 1,5 milioni di metri quadrati. 

Solo il 19,2% degli immobili della Chiesa, però, è affittato a canoni di mercato: il 10,4% lo è a canone agevolato e il 70,4% a canone nullo. Il nuovo Papa confermerà questa linea?

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Giovanni Santaniello
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