Si avvia a essere un anno di svolta per la fiscalità locale legata alla gestione della Tari 2025. Dopo anni di attese e promesse rimaste sulla carta, il Bonus Tari debutta ufficialmente a livello nazionale, aprendo la strada ad un sistema di agevolazioni strutturate per le famiglie economicamente più fragili. Una misura che, pur non ancora operativa, comincia già a influenzare il calendario dei versamenti in diversi Comuni italiani.
Il nuovo assetto normativo introduce infatti non solo il beneficio economico diretto, ma anche una serie di meccanismi tecnici — tra cui la componente perequativa — destinati a cambiare il rapporto tra cittadini e tassa rifiuti. Alcuni enti locali, in attesa dei decreti attuativi, hanno scelto di posticipare le scadenze previste per il pagamento della prima rata, per avere più tempo e godere di un margine di adeguamento maggiore.
Come mai il bonus Tari non è ancora applicabile nonostante la legge sia in vigore? Quali saranno gli impatti per famiglie e imprese? E quali Comuni hanno già deciso di ricalibrare il proprio calendario dei pagamenti?
Prima di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo al video YouTube di Angelo Greco sull'aumento della Tari 2025 dovuto proprio all'ingresso in scena del Bonus.
L’introduzione del bonus Tari 2025 nasce da una previsione normativa risalente al decreto fiscale 124 del 2019. Solo quest’anno, tuttavia, il beneficio è stato formalmente riconosciuto su scala nazionale, superando il precedente criterio di applicazione discrezionale a livello comunale.
Il passaggio da misura teorica a diritto esigibile si scontra però con una questione tecnica: l’assenza dei provvedimenti attuativi dell’Arera, l’Autorità di regolazione che dovrà definire le modalità di applicazione. Il provvedimento che ne sancisce l’operatività è entrato in vigore il 28 marzo 2025, ma la normativa prevede fino a quattro mesi di tempo per l’adozione delle regole attuative.
I nodi principali ancora da sciogliere riguardano:
La mancanza di questo impianto regolatorio ha reso impossibile applicare il bonus nei primi mesi dell’anno. In alcuni casi, le scadenze originariamente previste entro aprile sono state mantenute, ma prive di ogni effetto legato alla nuova misura. Da qui, la scelta di diversi Comuni di rinviare il pagamento.
Un esempio emblematico è quello del Comune di Bologna, che ha scelto di rivedere il calendario Tari per l’anno 2025. La prima rata, inizialmente prevista per il 30 giugno, potrà essere versata entro il 30 settembre 2025, con possibilità di pagamento in un’unica soluzione. La seconda scadenza, invece, resta confermata al 2 dicembre.
La decisione dell’amministrazione risponde all’esigenza di incorporare nei bollettini la componente perequativa, necessaria per il finanziamento del bonus.
Una scelta che porterebbe con sè una serie di vantaggi. Rinviare la scadenza consente non solo di applicare correttamente la nuova normativa, ma anche di dare maggiore chiarezza ai contribuenti su importi e tempistiche.
Dal sito comunale emerge l’invito ai cittadini a prestare attenzione: il mancato ricevimento del prospetto di pagamento non esonera dall’obbligo di versamento entro i termini. L’allineamento al nuovo sistema sarà quindi anche un banco di prova per la capacità degli enti locali di gestire la transizione in modo ordinato e trasparente.
La Tari 2025, con l’introduzione del bonus nazionale e delle nuove modalità di calcolo, rappresenta un primo passo verso un sistema tariffario più equo e moderno. L’intervento statale, se applicato correttamente, potrebbe ridurre il peso della tassa rifiuti per migliaia di famiglie con redditi medio-bassi, mentre il meccanismo perequativo assicura la sostenibilità dell’agevolazione senza compromettere gli equilibri dei bilanci comunali.
Resta tuttavia fondamentale che i decreti attuativi arrivino nei tempi previsti. Senza un quadro normativo chiaro e strumenti operativi efficaci, il rischio è che l’ennesima riforma rimanga incompiuta. Nei prossimi mesi, l’attenzione sarà concentrata sull’Arera e sul decreto della Presidenza del Consiglio che dovrà definire criteri e modalità di applicazione.