Habemus spoiler prima dell'habemus papam: pochi minuti prima dell'extra omnes, dell'inizio del conclave con i 133 cardinali elettori isolati dal mondo per scegliere il successore di Papa Francesco, è bastato un microfono acceso e ben direzionato per rivelare il nome del nuovo Pontefice. Il suo nome è uscito dalla bocca di Giovanni Battista Re, il decano del collegio cardinalizio che questa mattina ha celebrato la messa "Pro eligendo romano pontefice" nella Basilica di San Pietro.
Al termine della celebrazione, sull'altare della Confessione, è andato ad abbracciare gli altri cardinali. E quando ha stretto le sue mani sulle spalle di Pietro Parolin, le sue parole sono state quanto mai rivelatrici:
E insomma: oggi non è né il compleanno di Parolin, che è nato a Schiavon, in provincia di Vicenza, il 17 gennaio 1955, né il suo onomastico (che festeggerà il prossimo 29 giugno, San Pietro e Paolo).
Quindi, basta fare due più due: prima ancora di entrare in Sistina, il nome per la fumata bianca c'è. Almeno quello su cui puntano i 17 cardinali elettori italiani. E non è né quello di Pizzaballa nè quello di Zuppi, gli altri due favoriti della vigilia.
L'omelia del cardinale decano Giovanni Battista Re ha disegnato una volta di più l'identikit del prossimo Pontefice:
ha predicato il decano, andando poi a sottolineare:
Poi la preghiera:
Per il cardinale decano, l'elezione di un nuovo Papa "non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l'apostolo Pietro che ritorna". Beh, qualche volta con lo stesso nome, visto che quando si è avvicinato a Pietro Parolin, credendo di stare lontano da occhi e orecchie indiscrete, gli ha fatto gli auguri doppi.
Ora: è vero che la regola non scritta vuole che chi entra Papa in cappella Sistina, esce cardinale. Ma di sicuro l'augurio che il cardinale Re ha fatto a Parolin rivela che il candidato italiano al soglio di Pietro è lui: del resto, già uno dei favoriti della vigilia.
Già Segretario di Stato con Papa Francesco, Parolin è riconosciuto come un grande diplomatico. La mamma è stata una maestra elementare, il padre aveva un negozio di ferramenta e vendeva macchine agricole, ma morì quando Pietro aveva solo dieci anni. A 14 anni entrò nel seminario di Vicenza. Si diplomò al liceo classico e dopo proseguì gli studi in filosofia e teologia. Nel 1983, entrò a far parte della Pontificia Accademia ecclesiastica; nel 1986, si laureò in diritto canonico alla Gregoriana. Fece ingresso nel servizio diplomatico della Santa Sede il primo luglio 1986 e successivamente gli furono affidate missioni in Nigeria e in Messico. Nel 2009, fu nominato nunzio apostolico in Venezuela. Nel 2013, Papa Francesco lo nominò Segretario di Stato e quindi cardinale.
Sta di fatto che ora il suo nome è legato in maniera particolare alla Cina per l'accordo sulla nomina dei vescovi sottoscritto nel 2018. Per questo, se è il nome auspicato dal cardinale italiano Re, è anche uno dei più osteggiati dall'ala conservatrice americana, tant'è che nei giorni scorsi contro di lui non sono mancati colpi bassi.
Ma tant'è: non è nemmeno vero che la sua posizione geopolitica sia completamente sovrapponibile a quella di Papa Bergoglio. In una recente intervista a Repubblica, ha avuto parole molto nette di condanna dell'invasione della Russia in Ucraina, ad esempio
Chissà se in cappella Sistina queste parole convinceranno davvero tutti.