Risale perfino al 1980 (studio Robert in The Lancet nel 1982) lo studio che porta a ritenere l’acido valproico, principio attivo del farmaco Dépakine e di altri medicinali, dannoso per il feto. Il rischio è dose-dipendente, ma qualsiasi dose comporta un pericolo. In particolare, se assunto da donne in stato di gravidanza, possono portare a serie ripercussioni sul nascituro. Questo però non sembra essere l’unico effetto.
Ora con lo studio dell’epigenetica, la scienza che studia i cambiamenti genetici e la trasmissione di caratteri ereditari non attribuibili direttamente alla sequenza del DNA, la situazione potrebbe cambiare. Da studi condotti sul DNA si è rilevato che una donna non affetta da epilessia abbia trasmesso al feto il farmaco attraverso il padre. Si parla di «enfant valproate» perché ricettore del farmaco assunto dal padre e non direttamente dalla madre.
C’è stato un caso in Francia, riporta Le Figaro, individuato dal Dr Hubert Journel, genetista del Centre hospitalier Bretagne-Atlantique. Qui la madre non aveva assunto il farmaco, ma il feto lo ha ricevuto perché trasmesso geneticamente dal padre. Ora il figlio è autistico.
Marine Martin, presidente della Associazione Apesac, asserisce di avere una ventina di casi ancora in aumento. Casi dove il padre è colui che assume l’acido valproico e non la madre. Casi in cui i bambini si presentano tutti con tratti fisiologici uguali, con microcefalopatia, etc.
Non è facile fare una stima di tutti i casi di malformazioni congenite. E, anche quando lo sono, stabilire un nesso di causalità diretto con l'esposizione all'acido valproico può essere complesso. Spesso le malformazioni hanno cause multifattoriali.
Sono oltre 225 i dossier in mano alla magistratura francese e ben 44 di questi, in fase giudiziaria civile e penale. Sono “425 le nascite tra il 2006 e il 2014 con difetti legati al valproato, un antiepilettico commercializzato con il nome Depakine”. Ma in Francia il Depakine è sotto inchiesta da anni e siamo solo all’inizio. E da noi, quali sono le informazioni sull’embriopatia dovuta all’acido valproico?
Il Registro Nazionale Malformazioni Congenite (RNMC) gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), raccoglie dati sulle malformazioni congenite in Italia. Mentre la Orphanet, risorsa europea sulle malattie rare e sui farmaci orfani. La scheda sull'embriopatia da acido valproico fornisce informazioni sull'incidenza stimata delle malformazioni associate. (Foto allegata)
AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), ha pubblicato diverse note informative importanti sull'acido valproico e i rischi in gravidanza. In conclusione, gli effetti sul feto sono noti, ma proprio questa consapevolezza dei rischi e la stretta aderenza alle raccomandazioni mediche, sono cruciali per prevenirne le conseguenze.
A cura di Luisa Boi