Una serena vacanza pasquale si è trasformata in un’esperienza da dimenticare per una coppia di turisti rimasta bloccata nel cuore del centro storico di Bosa, in Sardegna.
Seguendo fedelmente le indicazioni del navigatore satellitare, i due malcapitati si sono avventurati in una delle strette e pittoresche viuzze del borgo medievale, ignari che quelle strade, progettate secoli fa per pedoni e carri, non sono assolutamente adatte ai veicoli moderni.
L’auto si è incastrata tra due edifici: lo spazio era troppo stretto, una ruota era sospesa nel vuoto e la carrozzeria si grattava contro le antiche mura in pietra.
Questo episodio rappresenta un avvertimento per tutti i viaggiatori: quando ci si muove, soprattutto nei centri storici, è meglio usare il buon senso piuttosto che affidarsi ciecamente ai dispositivi elettronici.
Tuttavia, la vicenda è anche un esempio di solidarietà: la comunità locale è intervenuta prontamente, trasformando una situazione imbarazzante in un momento di aiuto collettivo.
Il video della scena, diventato virale su Facebook, mostra chiaramente come, dopo diversi tentativi falliti di liberare l’auto, sia stata la disponibilità e l’energia dei presenti a fare la differenza.
Un gruppo di abitanti ha sollevato a braccia la parte posteriore del veicolo, riuscendo infine a liberarlo e a rimetterlo sulla strada. L’operazione si è conclusa con successo, anche se i danni alla macchina sono stati notevoli: paraurti rigati, fiancate ammaccate e un grande spavento per i turisti.
Non si tratta di un evento isolato: episodi simili accadono frequentemente nei borghi italiani. A Taormina, ad esempio, un’auto era rimasta intrappolata tra le strette viuzze, mentre a Caiazzo, nel Casertano, pochi giorni fa un veicolo elettrico è stato liberato a fatica da un vicolo angusto. Alla radice di questi episodi c’è sempre lo stesso problema: un’eccessiva fiducia nella tecnologia e una limitata conoscenza del territorio.