Modello 730/2025 precompilato al centro dell'attenzione anche nelle prossime settimanre. Con l’avvio ufficiale della stagione fiscale, milioni di contribuenti hanno già iniziato a familiarizzare con il documento disponibile online sul portale dell’Agenzia delle Entrate.
Si tratta di uno strumento ormai consolidato, pensato per semplificare la dichiarazione dei redditi grazie all’inserimento automatico di numerose informazioni già in possesso dell’amministrazione: dai redditi da lavoro ai dati su spese sanitarie, mutui, previdenza complementare e molto altro.
Al momento, però, ci troviamo in una fase intermedia. Il modello può essere consultato, ma non ancora modificato né inviato. È una finestra temporale preziosa, da sfruttare per verificare con attenzione i dati precaricati, confrontarli con la propria documentazione e iniziare a pianificare eventuali integrazioni. Un passaggio utile, anche per evitare errori che potrebbero complicare i controlli successivi.
Ma da quando sarà possibile intervenire concretamente sulla propria dichiarazione dei redditi? Quali sono le situazioni in cui è necessario modificare i dati inseriti? E cosa comporta, in termini fiscali ogni eventuale rettifica?
Prima di svelarvi la data, vi lasciamo al video YouTube di RadioUCI Redazione sul funzionamento del Modello 730/2025 precompilato e sulle 3 novità che da quest'anno cambiano il modo di gestire la dichiarazione.
Il Modello 730/2025 precompilato è stato reso consultabile alla fine di aprile. I contribuenti possono già visualizzare la propria dichiarazione dei redditi accedendo all’area riservata del sito dell’Agenzia, ma per il momento ogni contenuto rimane immodificabile.
La data da segnare sul calendario è una: il documento diventerà operativo a tutti gli effetti dal 15 maggio 2025, data a partire dalla quale sarà possibile correggere, integrare o semplicemente confermare quanto predisposto. Da quel momento, la procedura entra nel vivo e si apre ufficialmente la fase di compilazione e invio.
Chi sceglie di rivolgersi a un intermediario abilitato – come un Caf, un commercialista o il proprio sostituto d’imposta – dovrà seguire le stesse tempistiche di chi opera in autonomia online. In tutti i casi, il termine ultimo per trasmettere il modello resta fissato a fine settembre 2025.
Anche se il Modello 730/2025 precompilato include una grande quantità di dati, non è detto che tutto sia corretto o completo. Il contribuente è sempre responsabile della veridicità della dichiarazione e, quando necessario, deve intervenire per correggere, modificare o aggiungere informazioni mancanti.
Tra le situazioni più frequenti rientrano le spese sanitarie non registrate correttamente. Può succedere, ad esempio, che gli acquisti effettuati online non siano stati comunicati dal fornitore al Sistema Tessera Sanitaria.
Un altro caso tipico riguarda l’inserimento delle spese di affitto sostenute per i figli che studiano fuori sede, spesso assenti nella dichiarazione precompilata. Lo stesso vale per eventuali errori nei dati catastali degli immobili o per aggiornamenti legati alla composizione del nucleo familiare, come una nascita o un decesso.
Vanno segnalate anche le spese per badanti o collaboratori domestici che raramente compaiono automaticamente nel modello. In tutte queste circostanze, è necessario procedere con l’integrazione, operazione che può essere effettuata direttamente online oppure affidandosi a un professionista.
Chi decide di apportare modifiche al modello 730 precompilato deve considerare che, così facendo, attiva la possibilità di controlli formali da parte dell’Agenzia delle Entrate. In particolare, saranno verificabili i documenti relativi agli oneri che risultano modificati rispetto alla versione originaria.
Le spese sanitarie aggiunte manualmente, le variazioni nei familiari a carico o l’inserimento di nuove detrazioni possono dunque essere soggette a richieste di documentazione giustificativa. Diversamente, per i dati rimasti invariati rispetto alla precompilata, non sarà previsto alcun controllo formale.
Resta in ogni caso ferma la possibilità per l’Agenzia di verificare le informazioni trasmesse dai sostituti d’impostatramite Certificazione Unica, oltre al controllo sulla sussistenza dei requisiti per beneficiare delle agevolazioni fiscalidichiarate. Motivo per cui, anche quando si procede senza modifiche, è sempre buona norma conservare tutta la documentazione.